Parto, le tecniche per affrontarlo al meglio

Autore: Intervista al Prof. Claudio Santangelo di Valentina Busiello

Il Prof. Claudio Santangelo, Direttore del Reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell’Azienda Ospedaliera Antonio Cardarelli di Napoli affronta il tema del parto e delle tecniche innovative impiegate per controllare e limitare il dolore, assecondando le singole necessità delle gestanti

Professore, parlando del tema della nascita, ci illustra in questo periodo come si svolgono i parti, soprattutto in sicurezza, nel suo Reparto che è uno dei migliori per professionalità e organizzazione, ma soprattutto ad avere una équipe di professionisti Medici, Ostetriche, Infermieri e Operatori Sanitari altamente specializzati e che lavorano ogni giorno in sinergia e nell’accoglienza dei Pazienti?
L’Ospedale Cardarelli deve essere considerato come bene pubblico e quindi cerchiamo di dare la massima attenzione possibile alla accoglienza dei Pazienti. Abbiamo attivato dei percorsi, dal punto di vista ostetrico, molto moderni, creando un rapporto sinergico tra le Ostetriche e le Pazienti di tipo “one to one”, in cui ogni gestante che è in travaglio viene seguita dalla propria Ostetrica dedicata. Abbiamo attivato una modalità libera di partorire, nel senso che la Paziente può scegliere in che posizione preferisce far nascere il bebè.  Posizioni alternative, libere, sia durante il travaglio, che durante il parto. È possibile partorire adottando, oltre alla posizione sdraiata tradizionale, la posizione che è più gradita alla Paziente quindi carponi oppure su un fianco o anche in piedi. Questo metodo è molto gradito dalle nostre Pazienti che non si sentono costrette da rigide imposizioni in un momento delicato come la nascita e riceviamo continui attestati di stima e soddisfazione  da parte loro. Abbiamo sempre prestato particolare attenzione ai diversi metodi di controllo del dolore durante il travaglio e questo argomento rappresenta una sfida importante sia per gli operatori sanitari che per le donne incinte; abbiamo reso disponibili per le gestanti tutte le strategie di riduzione del dolore che includono sia approcci non farmacologici che approcci farmacologici.

Professore, ci spiega la differenza tra i due approcci?
I metodi farmacologici, ad esempio, impiegano farmaci analgesici o l’anestesia peridurale o parto analgesia, che da noi è disponibile h24 in tutto l’anno, e che è praticabile dalle gestanti già alcune settimane prima del parto (intorno alla 32 – 34 esima settimana di gestazione). Dall’altro lato i metodi non farmacologici utilizzano diverse metodologie, basandosi su alcuni concetti fondamentali secondo i quali il dolore è composto da almeno due componenti principali, descritte come sensoriali-discriminatorie (intensità) e motivazionali-affettive (sensazioni spiacevoli) supportate da due percorsi neurofisiologici separati. Secondo queste definizioni, il primo meccanismo endogeno si attiva con massaggi non dolorosi che le Ostetriche sapientemente praticano sulle aree dolenti, agendo principalmente sulla componente sensoriale-discriminatoria del dolore, bloccando parte del messaggio nocicettivo del dolore. Il secondo meccanismo consiste nel controllare la mente attraverso la deviazione dell'attenzione ed agisce principalmente sulla componente motivazionale-affettiva del dolore, sebbene abbia anche un effetto sulla componente sensoriale-discriminativa e determina il rilascio di endorfine in tutto il corpo. Più semplicemente c’è riscontro in molti studi scientifici di quanto possa essere utile avere stimoli sensitivi differenti durante il travaglio che deviino la sensibilità in direzione opposta verso la percezione di altri stimoli che non siano dolorosi. È come se il sistema nervoso sensitivo sia attivato in una modalità su cui il dolore è meno percepito. Numerosi sono i sistemi che si basano su questo secondo meccanismo tra cui le tecniche di rilassamento, il parto in acqua,  o anche  metodologie che usano  la musica, o la percezioni di colori o effetti luminosi particolari attraverso visuals, o anche odori e aromi particolari.

Professor Santangelo, ci parla di queste tecniche alternative di controllo del dolore come l’Aromaterapia o la Musicoterapia o la Cromoterapia?
Tra le modalità del controllo del dolore non farmacologico stiamo utilizzando, grazie al contributo del nostro team, l’Aromaterapia per la gravidanza che, utilizzando oli essenziali, permette di ritrovare il benessere e riprendere le energie, può intervenire per alleviare lo stress e riportare l’armonia e attenuare i dolori di travaglio e del parto.
Anche la musica dedicata o scelta dalla stessa gestante, ha lo stesso effetto, così come agiscono la visione di  luci o effetti luminosi, colori e immagini visualizzabili, tipo un panorama, immagini di fiori, un cielo stellato, un arcobaleno, ecc. A questo bisogna aggiungere che alle gestanti viene offerto il Corso di Accompagnamento alla Nascita organizzato dalla Azienza, totalmente gratuito, a cui possono partecipare anche i partner, durante il quale le gestanti possono acquisire tutte le informazioni sulla gestazione, sul parto, sull’allattamento e sul puerperio, sulle tecniche di rilassamento, sull’esercizio fisico idoneo, sulla prevenzione e cura di eventuali disturbi e mettersi in contatto tra loro per scambiare informazioni o il proprio vissuto, sotto la guida di Ginecologi, Ostetriche, Neonatologi, Anestesisti, Fisioterapisti. Attualmente, a causa della emergenza sanitaria, i Corsi vengo svolti on line in remoto, attraverso una piattaforma seguendo comodamente da casa, insieme ai mariti, tutto il corso di accompagnamento alla nascita. Tutto ciò crea una diminuzione dello stato d’ansia, un maggior rilassamento, spezzando il circuito di ansia-paura-dolore, favorisce i parti naturali e migliora le condizioni ambientali in cui il neonato viene partorito e poi seguito dopo la nascita, con il “bonding” neonatale (cioè il favorire l’attaccamento del neonato alla madre, ma anche al padre che può toccarlo ed accarezzarlo, mettendolo subito a contatto il bimbo sulla pelle materna dopo la nascita), la promozione dell’allattamento al seno, ed il “rooming-in” cioè la permanenza in culla nella stanza con la neo-mamma.


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