Livello di protezione dei vaccini anti Covid
Tutti i vaccini presenti ai giorni nostri hanno un livello di protezione che non è assoluto e non può raggiungere il 100% ma, in genere, la Medicina e la Sanità Pubblica possono ritenersi molto soddisfatte di un’efficacia già superiore al 75-95%. Per ciò che riguarda i vaccini anti Covid19 sembrerebbe che, allo stato attuale delle conoscenze, effettuando il ciclo vaccinale completo, si ottenga una protezione intorno all’88% dal rischio di Infezione, al 97% dal ricovero in terapia intensiva e al 96% dal possibile decesso.
È importante ricordare che, nonostante mostrino efficacia nella protezione, tuttavia i vaccini attualmente disponibili per Covid-19 non sono sterilizzanti, ossia non escludono la possibilità che un soggetto vaccinato possa contagiarsi, albergare il virus come portatore, talora ammalarsi e comunque trasmettere l’Infezione ad altri. Dunque attenzione a mantenere sempre alte le misure di prevenzione ambientali, come l’uso delle mascherine, un sufficiente distanziamento, meglio oltre 1,8-2 metri, evitando assembramenti e spazi chiusi, specie se affollati e poco areati. Seppur con moderazione ed equilibrio, è opportuno anche continuare ad utilizzare i disinfettanti e seguire i semplici “consigli delle nonne” come non tossirsi o sternutirsi addosso, non mettersi le mani in bocca o nel naso e non dimenticare di lavarsi le mani con l’acqua e un po’ di sapone. Saggezza di nonni superscienziati o buona educazione dimenticata? Le mani sono infatti un possibile veicolo di trasmissione anche se la modalità prevalente di contagio è attraverso l’aria e le goccioline generate parlando o tossendo. Le mani contaminate da saliva, “droplets”, fluidi biologici o a seguito del contatto con superfici potenzialmente inquinate dal virus, rappresentano un rischio da evitare, facendo attenzione a non portarle al volto, nel naso, bocca o inavvertitamente negli occhi, specie se fossero venute a contatto con malati o oggetti utilizzati da molti, come maniglie, pulsanti, corrimano in edifici o mezzi pubblici.
Effetti collaterali del vaccino anti Covid19
Una volta effettuata la vaccinazione, possono manifestarsi i seguenti effetti collaterali, solitamente di lieve entità e breve durata: lieve dolore nell’area di iniezione, stanchezza, mal di testa, febbre di breve durata (2-5 giorni), dolori muscolari e/o articolari, diarrea, ed eccezionalmente sono stati descritti anche eventi estremamente rari e particolari come, ad esempio, a carico del sistema neurologico o anche cardiovascolare, tra cui Parestesie, Trombosi, Miocarditi e Pericarditi.
Le reazioni allergiche gravi (anafilassi) sono estremamente rare e in percentuale inferiore a quella di alcuni farmaci d’uso comune; comunque, nelle persone con storia di precedenti Allergie respiratorie gravi, è opportuna un’attenta valutazione rischio/beneficio che verosimilmente è legata all’età del soggetto e alle patologie preesistenti. Certo, la valutazione pre-vaccinale è fondamentale e non va mai trascurata durante i colloqui sia alla prima che alla seconda dose; inoltre meriterebbe proseguire anche con una raccolta dati su altri effetti collaterali anche minori insorti nel tempo, anche dopo la seconda dose. Questo richiederebbe più risorse, un coinvolgimento maggiore dei Medici di famiglia, la presenza di Specialisti al momento della valutazione dei rischi individuali e l’affinamento delle procedure per l’esonero dalla vaccinazione in casi particolari, ma consentirebbe di attuare una sorveglianza più accurata. Invece, i questionari e i colloqui prevedono talora solo campi già precompilati con effetti minori aspecifici e ben noti, la cui compilazione è semplificata ed affidata a Medici in formazione, Specializzandi, anzi talora a giovanissimi colleghi appena laureati. Questo coinvolgimento di forze nuove contro la pandemia è bellissimo, perché la società torna a dare fiducia ai giovani, seppur forse più per necessità che per investimento. Occorre, però, non abbandonarli alla burocrazia e alle Linee Guida dell’AIFA, ma affiancarli all’esperienza di Specialisti anziani, consentendo loro di essere guidati, crescere nell’arte medica in scienza e coscienza, qualificandosi e potendo assumere progressivamente responsabilità che supereranno un domani quelle dei loro maestri. Inevitabilmente, non sempre si osserva tale tensione creativa, specie nella concitazione del vaccinare obbligati tra vincoli medico-legali e tempi ristretti per acquisire un consenso che viene sostanzialmente lasciato alla capacità culturale del cittadino di capire i rischi individuali e alla sua volontà di farsi vaccinare, magari anche solo per conseguire un “Green Pass”!