Con il termine Ginseng si intende la radice di una pianta di origine asiatica, oggetto di migliaia di pubblicazioni scientifiche, ma ancora oggi al centro di importanti controversie e di opinioni estremamente contrastanti. C’è chi la considera un rimedio sicuro, un tonico fondamentale per aumentare le prestazioni e la resistenza fisica nonché le difese immunitarie, e chi sostiene che i suoi effetti sono modesti e che non è da sottovalutare la cosiddetta “Sindrome da Abuso di Ginseng” (GAS) potenzialmente pericolosa. Vediamo dunque di fare un po’ di chiarezza.
La pianta
Il Ginseng presente in commercio è costituito dalla radice di “Panax Ginseng” C. A. Meyer o Ginseng cinese o Ginseng coreano, appartenente alla famiglia delle Araliacee, pianta erbacea dalla crescita molto lenta, tanto che nel corso del primo anno il germoglio è alto solo 5 cm e ha solo tre piccole foglie ovali e dentellate, mentre al terzo anno raggiunge i 20 cm di altezza e porta tre gruppi di foglie, ciascuno formato da cinque foglie, e finalmente il quarto anno supera i 40 cm con cinque gruppi di foglie. I fiori sono bianchi, raggruppati in ombrelle che producono grappoli di bacche dal bel colore rosso intenso.
Altre specie di Ginseng comunemente impiegate in ambito fitoterapico sono il Ginseng giapponese e quello americano, ma il più comune rimane comunque “Panax Ginseng”, il cui habitat è oggi ristretto a piccole zone dell’estremo oriente, ma che è ampiamente coltivato in Corea, Cina e Siberia.
La radice deve essere raccolta da piante che hanno almeno sei anni; si presenta carnosa e fusiforme, di colore giallo paglierino, dalle dimensioni di una robusta carota di difficile essiccamento. Di sapore amaro, ha una particolare forma antropomorfa, che ricorda il corpo umano, tanto che in passato si riteneva che giovasse all’intero organismo: infatti, il termine “Panax” deriva dal greco “pan” (tutto) “akèia” (cura, rimedio), cioè rimedio a tutti i mali, mentre il termine Ginseng viene dal cinese e significa “pianta dell’uomo”.
I due tipi di Ginseng
Si trovano in commercio due diversi tipi di Ginseng, a seconda della lavorazione che subiscono le radici:
- Ginseng bianco: quando la radice viene lavata, raschiata e sbiancata e poi essiccata al sole o in forno in maniera tradizionale;
- Ginseng rosso: quando la radice fresca viene trattata al “vapor fluente” (120-130 °C) per circa due ore, che provoca reazioni complesse tra aminoacidi e zuccheri che le conferiscono un aspetto traslucido e un colore rossastro.
I più importanti principi attivi del Ginseng sono le saponine triterpeniche chiamate ginsenosidi. Il loro contenuto può variare nelle diverse specie di “Panax”, come pure in base all’altitudine in cui la pianta cresce, o in base al tipo di lavorazione. Le radici centrali, a differenza di quelle periferiche, forniscono estratti con un migliore rapporto tra i vari ginsenosidi. Le radici di Ginseng presentano inoltre un buon contenuto in vitamine, olio essenziale e polisaccaridi.
Tonico, energizzante, utile contro lo Stress
I primi studi scientifici relativi alla radice di Ginseng furono effettuati agli inizi degli anni ‘50 e subito fu chiaro come questa pianta fosse capace di aumentare la risposta allo Stress in animali da laboratorio. Con gli anni ricerche sempre più accurate e sofisticate hanno dimostrato che il Ginseng è in grado di contrastare l’immunosoppressione (riduzione o soppressione delle risposte immunitarie) causata da Stress, di incrementare la resistenza fisica quando l’organismo è costretto ad esercizi fisici forzati, di migliorare la qualità della vita e la sopravvivenza in animali sottoposti a condizioni di vita sfavorevoli.
Dunque il Ginseng è una pianta dalle proprietà toniche e adattogene, in grado cioè di migliorare la capacità dell’organismo di adattarsi allo Stress, inducendo una maggiore resistenza al suo effetto destabilizzante, consolidando il sistema immunitario, endocrino e nervoso e migliorando le capacità fisiche e mentali. Come tutti gli adattogeni, migliora la risposta del cervello e del surrene, aumentando quindi la sopportazione dell’organismo.
Diversi studi hanno provato che il Ginseng influenza l’asse ipotalamo-ipofisi modulando il rilascio di ACTH, ormone precursore del cortisolo od “ormone dello stress” nel surrene.