Ortica, antinfiammatorio naturale

Autore: Dott. Danilo Carloni

 

Cura i disturbi della prostata

Le radici e i rizomi (fusti sotterranei) essiccati di Ortica “dioica” e “urens” costituiscono la droga che negli ultimi decenni ha prodotto risultati positivi nel controllo dell’Ipertrofia prostatica benigna; essi contengono un notevole numero di composti chimici appartenenti a diverse classi: acidi grassi, terpeni, fitosteroli, fenilpropani, lignani, cumarine, ceramidi, lectine, triterpeni, polisaccaridi e composti fenolici semplici. Valutando le ricerche farmacologiche e le varie sperimentazioni cliniche eseguite, si può facilmente concludere che l’Ortica sia caratterizzata da un’elevata affinità verso le vie genito-urinarie; e se gli estratti di radici sono in grado di contrastare significativamente la crescita della ghiandola prostatica, le parti aeree, pur non avendo un’attività diretta sulla prostata, sono comunque utili grazie agli effetti diuretici e antinfiammatori.
La Commissione Tedesca E, la Farmacopea erboristica britannica, le Monografie ESCOP e OMS e l’EMA (sono i riferimenti più importanti in campo fitoterapico) indicano “Urtica dioica” come pianta utile per il trattamento dei disturbi delle vie urinarie e dell’Ipertrofia prostatica benigna.
La prostata, che fa parte del sistema urinario-riproduttivo dell’uomo, in condizioni fisiologiche è una ghiandola grossa come una castagna ed è posizionata sotto la vescica e davanti al retto ed è attraversata dall’uretra. Il disturbo prostatico, o Ipertrofia prostatica, colpisce circa il 50% degli uomini con età superiore ai 50 anni, per salire al 70% circa negli ultrasessantenni; negli USA più di 40 milioni di uomini accusa sintomi legati all’Ipertrofia prostatica benigna. L’ingrossamento della prostata è ritenuto legato alla sensibilità della ghiandola allo stimolo prodotto dagli androgeni, in particolare dal diidrotestosterone (DHT) che si forma a partire dal testosterone per intervento dell’enzima 5-alfa-reduttasi. Alcuni studi hanno evidenziato vari effetti della radice di Ortica fra cui anche l’inibizione dell’enzima 5-alfa-reduttasi, contrastando così la conversione del testosterone in DHT e il relativo accumulo nel tessuto prostatico.
Una serie di prove cliniche ha anche dimostrato che estratti di radice di Ortica possono contrastare un altro enzima, l’aromatasi, anche questo importante nel determinismo dell’Ipertrofia prostatica, poiché è responsabile della trasformazione di alcuni androgeni in estradiolo che purtroppo risulta un analogo del DHT per gli effetti sull’ingrossamento della ghiandola.

Effetti collaterali e contrindicazioni

L’Ortica è un fitoterapico dall’attività relativamente sicura; sono state descritte rare manifestazioni collaterali come Gastralgie, alcune Allergie cutanee e Iperidrosi; è in ogni caso sconsigliata in gravidanza (si ritiene possa essere abortiva) e durante l’allattamento.

Come si usa

A seconda degli indirizzi terapeutici si possono usare le sole foglie, le sole radici o entrambe le parti: la tintura di Ortica foglie (45% alcool) prevede la somministrazione di 2-6 ml tre volte al giorno; per gli infusi si utilizzano da 8 a 12 grammi di foglie essiccate al giorno, se si usa invece la radice 4-6 grammi.
Per il trattamento dell’Ipertrofia prostatica benigna è consolidato l’uso, sotto forma di capsule, dell’estratto lipidosterolico (titolo variabile fino a 85-95%) di radici, da assumere due-tre volte al giorno, su indicazione comunque del proprio Medico di fiducia.


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