Ormai sappiamo tutti che conviviamo con miliardi di microrganismi, non solo batteri ma anche funghi, protozoi e virus, che albergano nel nostro intestino. Questo sembra essere semplicemente la loro casa, da cui controllano varie attività “condominiali”, tra cui quelle del nostro cervello.
Microbiota e benessere mentale
La composizione del microbiota, così viene chiamato in termini scientifici l’insieme di questi microorganismi, sembra infatti essere responsabile del nostro benessere mentale e, conseguentemente, di alterazioni patologiche della funzione cerebrale, come Depressione e Malattie neurodegenrative, ad esempio la Demenza di Alzheimer.
Quale rapporto con il cervello?
Inoltre a sua volta la composizione del microbiota sembra subire l’influenza del nostro cervello, insomma un sistema di reciproco controllo, in quello che ora viene chiamato asse cerebro-intestinale. È comprensibile che la nostra visione del mondo, incentrata sull’uomo e non sui microorganismi che coabitano con l’uomo, ne sia stupita e perplessa. Ma tant’è, a quanto oggi sembra, sempre con la cautela dovuta alla credibilità di ogni acquisizione scientifica, soprattutto se, come questa, mostra i caratteri di una vera rivoluzione copernicana.
Tuttavia, se l’influenza del microbiota intestinale sulle attività cerebrali sembra ormai accertata, sulla base di osservazioni ampiamente confermate, attraverso quali vie questo avvenga è ancora avvolto nell’incertezza. Forse un nervo, il nervo vago, che raggiunge l’intestino dal nostro cervello, o forse molecole prodotte dai batteri intestinali che influenzano il cervello, o forse entrambi i meccanismi, o forse chissà.
Individuata nuova proteina
In questo panorama nebuloso si accende ora una luce. Una proteina, chiamata S100B, è normalmente presente in cellule nervose dell’intestino, per loro natura collegate con il cervello, e ne viene rilasciata, forse con funzioni di regolazione. Tale proteina può anche essere assunta attraverso gli alimenti: è un costituente del latte e, come gli altri costituenti di questa bevanda ancestrale, si presume abbia effetti benefici.
Insomma, la proteina S100B è di casa nell’intestino come nel sistema nervoso e già questo la rende interessante per l’asse cerebro-intestinale di cui parlavamo. Ora, studi recenti hanno dimostrato che questa proteina influenza la composizione del microbiota che, ricordiamolo, a sua volta influenza le attività del nostro cervello. Insomma, per la sua localizzazione e le sue caratteristiche S100B potrebbe proprio svolgere il ruolo di collegare il nostro cervello ai miliardi di microrganismi che abitano il nostro intestino, che a loro volta influenzano le attività cerebrali: un vero e proprio messaggero che potrebbe percorrere nelle due direzioni l’asse cerebro-intestinale, almeno allo stato attuale delle ricerche.
S100B si candida quindi ad essere un importante fattore del nostro benessere, che arriva alle attività mentali passando per il nostro intestino, o meglio per i suoi microscopici abitanti. E, se così fosse, ogni strumento utile ad influenzarla, come ad esempio alimentazione corretta, integratori alimentari e farmaci, assumerebbe un ruolo importante per la nostra salute.
Per approfondire: https://www.mdpi.com/1422-0067/24/3/2248?fbclid=IwAR1Rs7eIJx92EjAgsGfHEyrSqbeuaqs2GlwepX50yqwPooab_zqaiiS3jh4