Vaccini, gli ultimi aggiornamenti

Autore: Intervista al Prof. Silvio Garattini Scienziato e Farmacologo del Dott. Enrico Montanari

Il nostro Direttore scientifico Dott. Enrico Montanari intervista il Prof. Silvio Garattini sulle ultime novità in materia di vaccini anti-Covid

I vaccini attualmente disponibili in Italia/Europa sono quelli basati su RNA o DNA, totalmente nuovi per l'uso umano su larga scala. In pratica il cittadino non ha scelta e deve rimettersi ai dati di efficacia e sicurezza osservati durante la campagna di vaccinazione, come fu per Astra Zeneca. Non sarebbe opportuno poter disporre anche di vaccini più tradizionali, a virus ucciso come quelli utilizzati in Cina ed altri paesi o quelli ottenuti con le biotecnologie del DNA ricombinante come Novavax o altri? Anche se fossero meno efficaci, non sarebbe comunque meglio poterne disporre per superare dubbi e paure di alcuni ed estendere la vaccinazione o semplicemente per dare un'opportunità di scelta alle persone ?

Non bisogna dimenticare che la scelta del vaccino non dipende da noi, ma dipende dalla disponibilità di dosi adeguate da parte delle varie multinazionali. Inoltre bisogna osservare che il vaccino Novavax di fatto non è ancora disponibile in quantità adeguate. Infine i vaccini cinesi sono stati definiti “deboli” dagli stessi produttori. Speriamo che in futuro ne siano disponibili altri che siano più adeguati alle varianti attualmente in circolazione.

Perché non potrebbe essere proprio l'Italia con laboratori pubblici o privati a contribuire a sviluppare questi vaccini tradizionali secondo i metodi già ben sperimentati e che vengono comunemente applicati, per esempio nei laboratori di ricerca o in ambito veterinario? A seguito dell'emergenza epidemiologica e anche sociale, queste competenze non potrebbero essere riconvertite in sinergie per ricerca e sviluppo?

Molti dei problemi sopracitati derivano dal fatto che il nostro Paese non è riuscito a sviluppare un proprio vaccino, anche a causa delle difficoltà burocratiche insite nella sperimentazione preclinica e clinica. Paghiamo il fatto di considerare la Ricerca una spesa anziché un investimento.

Il vaccino nasale che avrebbe utilizzato Putin come terza dose o quelli che sono stati applicati contro l'influenza, in cosa consistono? Sono promettenti?

Non lo sappiamo perché per ora non sono stati approvati né a livello americano né dalle autorità regolatorie europee. Certamente potrebbero essere utili ma per ora non sono disponibili adeguate pubblicazioni per fare una valutazione.

È vero che i vaccini a virus ucciso o attenuato potrebbero favorire una difesa immunitaria più ampia e duratura anche attraverso l’attivazione di una risposta cellulomediata?  Insistere con vaccini molto specifici basati sulla inoculazione del gene (DNA o RNA) per un singolo antigene (proteina S), non potrebbe favorire il formarsi di resistenze, inficiando l'efficacia delle campagne vaccinali nel tempo?

Anche i vaccini a RNA sono in grado non solo di attivare una risposta umorale mediante anticorpi ma anche una risposta cellulare attraverso l’attivazione di linfociti T e macrofagi. Infine, è molto importante la durata della “memoria” che per ora non è conosciuta, anche se sappiamo che è ancora presente quando la risposta umorale è molto ridotta.
Per quanto riguarda l’effetto dei vaccini, agire sulla proteina S è importante perché è essenziale per il legame con i recettori presenti sulle cellule umane.


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