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Pancia e testa, una stretta relazione

Autore: Prof. Paolo RanalliDott.ssa Valentina Ranalli

Così come stress e ansia condizionano le scelte alimentari, anche il cibo che ingeriamo influenza l’umore e l’emotività 

Strettamente correlato alla sfera psichica, il cibo a volte rappresenta uno strumento attraverso cui si veicola un disagio interiore. Ciò è alla base di alcuni Disturbi del Comportamento Alimentare, come Anoressia, Bulimia, Obesità, Sindrome Metabolica, di cui soffrono quasi 4 milioni di persone in Italia.

Perché succede questo?

Ciò è dovuto al fatto che abbiamo due cervelli. Oltre a quello cranico, abbiamo un secondo cervello che ha sede nella pancia; il primo e il secondo cervello, tramite il nervo vago, comunicano tra loro.
Stress e ansia influenzano l’intestino e ne alterano il funzionamento, ma è vero anche il contrario: dieta e disordini intestinali sono collegati a variazioni dell’umore. In pratica, l’emotività del cervello condiziona le scelte alimentari; a sua volta, il cibo assunto influenza l’umore e l’emotività.

I due cervelli

Si formano entrambi dalle cellule dell’ectoderma (strato più esterno di cellule embrionali); da una parte deriva il sistema nervoso centrale, dall’altra il sistema nervoso enterico (deputato a governare le funzioni fondamentali dell’apparato digerente).
A differenza del resto del sistema nervoso periferico, quello enterico non esegue necessariamente i comandi che riceve dal cervello, ma elabora i dati ricevuti dai micropropri recettori sensitivi e può agire, conseguentemente, in modo indipendente. In altre parole, l’intestino contiene neuroni in grado di essere autonomi, ossia che possono far funzionare l’organo senza ricevere istruzioni dal cervello o dal midollo spinale.
In pratica, se ingeriamo qualcosa senza pensarci o che non conosciamo, lo stomaco rileverà la presenza di cibo e le cellule parietali produrranno enzimi digestivi indipendentemente dal fatto che siamo o meno consapevoli di ciò che sta avvenendo: la presenza di cibo nello stomaco, quindi, scatena una risposta anche qualora i nervi provenienti dal cervello siano stati recisi.

Sono autonomi e si influenzano a vicenda

D’altra parte, se ogni funzione dell’apparato gastroenterico dovesse essere controllata dal sistema nervoso centrale sarebbe necessaria una sorta di “autostrada” per il transito dei tanti messaggi; per questo motivo l’evoluzione ha ritenuto estremamente funzionale situare un cervello nell’apparato stesso. Questo secondo cervello è dotato di una fitta rete nervosa (sono circa cento milioni i neuroni presenti nelle pareti interne del tratto gastrointestinale) ed è in continuo contatto con il sistema nervoso centrale, con il sistema endocrino, molto diffuso nell’apparato digerente, e con il sistema immunitario.
I due cervelli, quello cranico e viscerale, funzionano quindi in modo autonomo e integrato, influenzandosi a vicenda. Si può sperimentare questo rapporto quando si ha, ad esempio, Mal di testa o Insonnia da cattiva digestione o una stretta allo stomaco in situazioni di stress mentale.

Il ruolo della flora intestinale

L’intestino è in grado di memorizzare stress e ansie utilizzando le stesse sostanze chimiche (serotonina, dopamina, sostanze oppiacee e antidolorifiche) impiegate dal sistema nervoso per fissare i ricordi. A sua volta, l’attività delle cellule nervose enteriche e il rilascio di neuro-trasmettitori sono influenzate dalla flora batterica intestinale e da una corretta alimentazione.
Come è noto, ciascun individuo instaura, al proprio interno, un rapporto simbiotico con quell’insieme di microrganismi che colonizzano principalmente la sua mucosa intestinale; questo microbiota intestinale rappresenta una comunità microbica estremamente variegata e complessa, il cui genoma collettivo codifica funzioni che si ritiene abbiano un impatto significativo sulla fisiologia umana.
Il microbiota comunica con il sistema immunitario e con il sistema nervoso, ne consegue che l’equilibrio di questo ecosistema risulta essere di fondamentale importanza per garantire condizioni di salute dell’ospite.

Microbioma-intestino-cervello

Variazioni nella composizione della popolazione batterica intestinale (causate ad esempio da abitudini alimentari scorrette, stress o abuso di antibiotici) possono, infatti, influenzare la normale fisiologia umana, contribuendo allo sviluppo di varie malattie, che spaziano dall’infiammazione all’Obesità.
È ormai accertato, infatti, che la microflora intestinale produce anche i neuro-trasmettitori e sembra acclarata l’esistenza di un collegamento tra il microbiota e una serie di comportamenti complessi legati al sistema nervoso centrale, quali umori ed emozioni, appetito e ansia. La scoperta che la diversità della composizione microbica possa essere associata ad alterazioni delle funzioni cognitive ed emotivo-comportamentali ha contribuito in modo significativo a stabilire l’asse microbioma-intestino- cervello come un’estensione del concetto di asse intestino-cervello già ben consolidato. Ciò suggerisce, inoltre, che la modulazione del microbioma potrebbe essere una nuova strategia terapeutica per il trattamento di complessi disturbi del sistema nervoso centrale.


Disturbi del Comportamento Alimentare

Diversi Disturbi del Comportamento Alimentare sono associati a depressione, ansia e a problemi come Tossicodipendenza o Alcolismo. Tra i più importanti ricordiamo:

  • Anoressia nervosa: si contraddistingue per il rifiuto del cibo da parte della persona e la paura ossessiva di ingrassare;
  • Bulimia nervosa: si manifesta quando la persona si provoca il vomito dopo aver mangiato, utilizza dei lassativi, digiuna e pratica intensa attività fisica;
  • Disturbo da Alimentazione Incontrollata: detto anche BED (Binge Eating Disorder), si presenta clinicamente con episodi di abbuffate tipici della Bulimia nervosa, senza però mostrare i comportamenti compensatori di quest’ultima (vomito, abuso di lassativi o diuretici, digiuno successivo); si parla, più in particolare, di “fame emotiva”, ovvero di assunzione di cibo in modo compulsivo, indotta non dalla sensazione fisiologica della fame ma da uno stato emotivo negativo;
  • Obesità: caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, con effetti negativi sulla salute e conseguente riduzione dell’aspettativa di vita.

Bassa autostima e ossessione per il fisico

È stato riscontrato che i vari Disturbi del Comportamento Alimentari derivano tutti da una bassa autostima e dall’eccessiva preoccupazione per la forma del corpo e per il peso: immagine corporea associata all’ideale di bellezza, magrezza associata all’ideale di competenza e successo. Da ciò, la conseguente adozione di regimi dietetici non equilibrati al fine di raggiungere i modelli proposti dalla società attuale.

Possibili cure

Il trattamento terapeutico riabilitativo per i Disturbi del Comportamento Alimentare si basa su un approccio multidisciplinare e multiprofessionale integrato che garantisce al Paziente una terapia combinata medica, dietetica e psicologica. Spesso le cure includono opzioni terapeutiche in diversi contesti di cura e fondamentalmente comprendono trattamenti farmacologici, Psicoterapie (in particolare quelle di orientamento cognitivo-comportamentale si sono rivelate di grande efficacia nella cura di tali problematiche) e l’adozione di corretti stili alimentari.
Nel trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare la Psicoterapia si è dimostrata di fondamentale importanza, anche in associazione al trattamento farmacologico, e molta attenzione viene rivolta in particolare alla prevenzione delle ricadute. La percentuale di Pazienti che interrompe precocemente il percorso di cura resta molto alta e ogni intervento terapeutico deve tenere in considerazione e confrontarsi con la mancanza di motivazione al trattamento.

Contrastare le tendenze di consumo

Per alcuni Disturbi alimentari, infine, occorre conoscere meglio il rapporto tra cibo e trend di consumo, ciò per poter contrastare al meglio le strategie di vendita attuate, a tutti i costi, dagli operatori delle grandi multinazionali del settore agro-alimentare; ma anche per comprendere meglio quanto i bambini e le fasce di popolazione di giovane età siano più suscettibili ai messaggi propagandistici finalizzati ad accrescere i bisogni di consumo/acquisto di cibi e bevande, il che determina nella popolazione un aumento sempre crescente del numero di persone obese e in sovrappeso.

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