Sessualità, come spiegarla ai bambini

Autore: Dott.ssa Francesca Fossi

 

Quale linguaggio?

Quando si approccia a un argomento così delicato è importante sapere che tipo di linguaggio utilizzare. Il linguaggio scientifico è quello più corretto per la trasmissione delle informazioni (è quello che i ragazzi trovano sui libri o ascoltano sui documentari) ma usato in famiglia rischia di essere arido e freddo.
Un altro tipo di linguaggio è quello “volgare” di cui si servono i bambini quando sono tra di loro per sentirsi grandi o per provocare l’adulto. I genitori difficilmente utilizzano questo tipo di linguaggio, consapevoli del fatto che rimanda ad un’immagine svalutante del corpo e della sessualità.
Infine, esiste il linguaggio familiare: ogni famiglia ne possiede uno e serve non solo a dare un nome a situazioni e/o oggetti ma anche a caricarli di emozioni e sentimenti. Basti pensare a quanti nomignoli vengono utilizzati all’interno di un nucleo familiare per denominare gli organi genitali oppure le mestruazioni: l’utilizzo di questo lessico è rassicurante e intimo, benché sia fondamentale che i bambini conoscano anche la terminologia corretta. Quest’ultimo modo di comunicare permette di proporre il tema della sessualità non come qualcosa di distaccato e imbarazzante ma come una dimensione della nostra vita ricca di significato.
Bisogna inoltre ricordare che trasmettiamo messaggi anche attraverso il linguaggio non verbale: il modo di comportarsi dell’adulto influenza il sentire e l’esperienza emozionale del bambino, il quale a sua volta modula il suo comportamento in funzione del significato che attribuisce al nostro.

Il clima giusto

La cosa principale su cui porre l’attenzione è il clima psicologico relativo al momento in cui si affronta questo tema: l’atteggiamento del genitore, e dell’adulto in generale, dovrebbe essere improntato alla calma e all’autocontrollo; più la conversazione sarà rilassata tanto più spesso potrà avere luogo in quanto non sarà qualcosa di temuto. Non bisogna trasmettere l’impressione che in realtà non si abbia voglia di parlarne o che si sia costretti a farlo: per il genitore dovrebbe essere sempre un piacere parlare dei problemi dei ragazzi anche se ciò può essere imbarazzante.

Quando e con quali parole

Anziché attendere che siano i bambini a farvi domande o cercare segnali della loro attività sessuale, vera o presunta, è necessario partire dal presupposto che sicuramente il sesso è qualcosa a cui pensano. Non c’è modo di esaurire l’argomento in una sola conversazione e in ogni caso i figli crescendo e facendo esperienze diverse avranno nuove domande e preoccupazioni.
È inoltre opportuno che i genitori si esprimano con il linguaggio degli adulti senza porsi nel ruolo di “amici”, nessun figlio vuole infatti sentire i propri genitori utilizzare termini scurrili o inappropriati.