Nonni e nipoti, condividere le emozioni

Autore: Dott.ssa Marina GalloDott.ssa Martina Guerrini

L’arrivo dei nipotini porta con sé tanti aspetti positivi e soddisfazioni ma può anche essere fonte di conflitti e incomprensioni

La notizia dell’arrivo di un nipotino è per i nonni solitamente fonte di grandissima gioia. Molti sono i pensieri e le emozioni che il neononno può provare, a partire dal calore affettivo generato dal suo tenero comportamento, lo stupore provocato dal suono delle sue prime parole e la soddisfazione per i suoi primi passi e, soprattutto, l’orgoglio nel vederlo crescere e nel trasmettergli insegnamenti importanti.

Entusiasmo e malinconia

Tuttavia il pensiero si rivolge spesso anche al passato e a quando si è stati genitori, alle gioie di quel periodo e al poco tempo avuto per godere dei progressi del proprio bambino. Ci si può improvvisamente sentire più energici, carichi di entusiasmo e pieni di nuova vita. Queste intense emozioni iniziali possono però essere accompagnate da pensieri malinconici e da paure che non sempre si riescono a riconoscere ed ammettere. Immaginare il futuro di una nuova vita porta inevitabilmente ad immaginare il proprio e a fare i conti con la limitatezza del tempo. Il diventare nonni infatti avviene in una fase delicata della vita in cui possono farsi sentire stanchezza, solitudine e senso di inutilità a causa dei tanti cambiamenti che si stanno affrontando come la frequente coincidenza con il pensionamento o la minore energia e prestanza fisica. Talvolta si è da soli per la perdita del coniuge, o si deve convivere con la possibile presenza di malattie.   
Questo arrivo non programmato, con tutte le emozioni ed i pensieri citati, porta inevitabilmente con sé un cambiamento negli equilibri interni. A cambiare però ben presto sono anche le dinamiche esterne.

Ambivalenza e conflitti

Il rapporto con i propri figli diviene maggiormente simmetrico: questi ultimi non sono più solo figli ma diventano a loro volta genitori.
Questa simmetria apre le porte ad una maggiore comprensione e vicinanza, ma anche all’ambivalenza dettata dalla competizione e dalla rivalità. I nonni, liberi dal ruolo educativo, possono privilegiare l’aspetto ludico alle regole, godendo maggiormente della relazione con il nipote, mentre i genitori devono farsi carico del ruolo normativo. Ai nonni può essere chiesto di seguire linee educative non condivise a pieno e questo può trasformarsi in malumori e risentimenti a causa della gestione del bambino.
Anche il tempo richiesto al nonno per la cura del nipote può essere fonte di conflitti. Quando arriva un nipote, spesso accade che i nonni siano chiamati a fornire supporto alle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano. Ciò pone in una posizione ambivalente: se da un lato occuparsi del nipote fa sentire utili e centrali nella gestione familiare, nel lungo termine il grande numero di ore dedicate alla sua cura determina il porre in secondo piano le proprie necessità. Frequentemente ci si sente deprivati dei propri spazi e ci si sente nella condizione di non poter far fronte alle proprie necessità. 
Nei confronti dei figli che sembrano non riconoscere e rispettare i propri bisogni e limiti può capitare di provare rabbia e risentimento, emozioni e pensieri del tutto naturali e umani. Se tuttavia questi non vengono visti e compresi, ma accantonati, rischiano di generare insoddisfazioni e sofferenze ed essere causa di discussioni e conflitti con le persone vicine.


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