Fattorie didattiche, imparare giocando

Autore: intervista al Dott. Antonio Zampiga Presidente Alimos di Antonella Ciana

La fattoria didattica rappresenta il luogo ideale per conoscere l’Agricoltura, l’ambiente, l’economia, la cultura e le tradizioni del territorio 

L’idea di offrire un servizio di tipo sociale da parte di chi lavora in campagna non è nuova, essendo nata circa 100 anni fa, seppur in modo spontaneo e non coordinato, in Europa e Nord America. In Italia ci sono oggi più di 2.500 fattorie didattiche accreditate, anche se purtroppo manca ancora un coordinamento nazionale, ciò che le rende molto diversificate a seconda delle Regioni in cui sono collocate. Tuttavia l’intento comune a tutte, indistintamente, è quello di garantire uno sviluppo armonico della persona attraverso il contatto con l’ambiente naturale. Nel 1997 Alimos, cooperativa di servizi che opera nel settore dell’agroalimentare, ha organizzato, con il sostegno della Provincia di Forlì-Cesena, il primo gruppo permanente di fattorie didattiche, una delle prime esperienze nate in Italia e, ancora oggi, punto di riferimento per chi abbia progetti nel settore.
Ne abbiamo parlato con il Dott. Antonio Zampiga, Presidente di Alimos.

Che cos’è una fattoria didattica e quali requisiti deve possedere?
Potremmo definire una fattoria didattica come “un luogo di pedagogia attiva”, dove si testimoniano in concreto la ricchezza e la diversità dell’Agricoltura, dei suoi prodotti, dei suoi paesaggi, dei suoi saperi e dell’amore per la terra. I requisiti fondamentali devono soddisfare i criteri di Ecocompatibilità, quindi le fattorie devono seguire sistemi di produzione biologica o integrata o produzioni tipiche di qualità; devono essere accoglienti, ovvero disporre di un luogo di accoglienza coperto e riscaldato per la realizzazione delle attività didattiche in caso di maltempo e in tutti i periodi dell’anno; devono poi essere attrezzate con gli indispensabili arredi per realizzare le diverse attività, come servizi igienici per gli ospiti e, naturalmente, offrire una pulizia adeguata; devono inoltre avere una funzione educativa, predisponendo percorsi didattici attivi e mirati all’educazione ambientale, alimentare, al gusto e alla ruralità, avendo cura di realizzarli in funzione delle diverse età degli utenti; infine, devono garantire caratteristiche di sicurezza con il rispetto delle norme sanitarie e di sicurezza vigenti, indicando limitazioni di accesso o segnalazioni di pericolo dove necessario e un’assicurazione di responsabilità civile che includa i rischi di intossicazione alimentare.

La cooperativa Alimos, da lei presieduta, svolge un importante attività di questo tipo, a chi si rivolge?
Il nome Alimos è legato a “alimenta la salute”: si tratta di una cooperativa alla quale si rivolgono istituzioni, associazioni, enti pubblici, scuole e aziende private interessate ai temi dell’Agro-biodiversità, del consumo consapevole e della sana alimentazione.
Alimos, collaborando quotidianamente con una fitta rete di fattorie didattiche su tutto il territorio nazionale, è un punto di riferimento per la progettazione e realizzazione di iniziative di promozione rivolte a imprenditori o cittadini nel campo dell’ambiente rurale.
Operando nel settore dell’agroalimentare, Alimos sviluppa programmi di educazione alimentare per adulti e bambini, progetta attività educative, dimostrative e divulgative finalizzate alla tutela del territorio, dell’ambiente e della salute dei consumatori.

Si tratta quindi di aziende agricole?
Certamente, le fattorie didattiche sono vere e proprie imprese agricole, in cui il lavoro degli agricoltori e la produzione avvengono realmente, con la differenza (o, se vogliamo, il valore aggiunto) che insieme alle normali attività produttive la struttura aziendale mette a disposizione parte del proprio tempo per l’accoglienza di giovani e adulti, dando loro l’opportunità di conoscere il territorio nella sua globalità produttiva e culturale grazie all’esperienza diretta.

Insieme al possesso dei requisiti fondamentali sopra elencati, come fa un’azienda agricola a diventare una fattoria didattica?
Prima di intraprendere questo percorso, è prioritario che l’azienda valuti attentamente alcuni elementi. Ad esempio vanno individuate e valorizzate le risorse al suo interno: da quelle umane, agli spazi naturali, alle strutture da destinare all’accoglienza, oltre agli strumenti disponibili. Deve poi avere un progetto didattico calibrato sulle potenzialità dell’azienda, con un equilibrio tra promozione socio-culturale e necessità di integrazione del reddito. Deve inoltre valutare la validità del servizio offerto rapportato al costo richiesto. Deve, infine, saper agire sul fronte della promozione e marketing, evidenziando le caratteristiche dell’azienda, i programmi proposti e la professionalità degli operatori impegnati nelle attività; il tutto utilizzando forme di comunicazione e di promozione studiate e mirate a target specifici. Insomma, la multifunzionalità deve essere perseguita nel rispetto della autenticità dell’azienda: indispensabile, quindi, diventa il rispetto dei ritmi naturali nella realizzazione dei vari percorsi, oltre al rispetto della vocazione aziendale nell’offerta didattica e a quello del proprio lavoro.

Quali sono i rapporti delle fattorie didattiche con la scuola?
Quanto detto in generale sulle opportunità che esse offrono vale a maggior ragione per il sistema scolastico, con il valore aggiunto di favorire il rapporto scuola/realtà locali. Una fattoria suscita naturalmente l’interesse degli scolari, al tempo stesso offrendo loro legami con la dimensione sociale, economica, tecnica, politica e culturale dell’ambiente in cui essa è collocata. Una buona educazione al territorio è infatti estremamente importante e deve partire, appunto, dalla realtà locale del territorio in cui è insediato l’istituto scolastico.
Nel 1998, ad esempio, è nato il progetto “Fattorie Aperte e Fattorie Didattiche” promosso dalla Regione Emilia- Romagna in collaborazione con le nove Province e il coordinamento di Alimos, che poi nell’anno 2000 ha realizzato il primo censimento nazionale delle Fattorie Didattiche e la “Mappa delle Fattorie Didattiche italiane” (con il finanziamento del Ministero dell’Ambiente), nell’ambito del progetto “City Farms - Rete di Fattorie Didattiche biologiche per l’educazione ambientale e consumi consapevoli”.


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