Cuore, fattori di rischio e prevenzione

Autore: Dott. Gian Francesco Mureddu

Come valutare il rischio cardiovascolare?

Nelle persone apparentemente sane, il rischio cardiovascolare è, in genere, il risultato dell’interazione fra diversi fattori di rischio. Questo concetto è alla base dell’attuale approccio secondo il quale è necessario, come valutazione di base in soggetti sani esposti, il calcolo del rischio assoluto totale proiettato a 10 anni. Questo calcolo è possibile con algoritmi matematici e sistemi di valutazione, le cosiddette “Carte del rischio”, validati da Istituti e Società scientifiche. Quelli attualmente in uso in Italia sono la “Carta del rischio” del Progetto Cuore (www.cuore. iss.it) e la “Carta europea” (SCORE). Questi sistemi sono validi soprattutto in persone di età media esposte a fattori di rischio non molto elevati ma concomitanti e che non hanno ancora sviluppato malattia. Le “Carte del rischio” funzionano peggio nei giovani e negli anziani e non si devono applicare in chi ha già avuto l’Infarto miocardico o l’Ictus.
Per quanto riguarda la possibilità di ridurre il rischio cardiovascolare, per tutti vale il consiglio di muoversi di più, svolgendo almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica moderata, di evitare il fumo di sigaretta e di seguire un’alimentazione povera in grassi saturi, privilegiando i prodotti integrali, pesce, verdura e frutta.

La prevenzione “primordiale”

Le malattie cardiovascolari sono prevenibili, soprattutto se gli stili di vita sani sono adottati precocemente. La prevenzione primaria e ancor prima la prevenzione “primordiale”, cioè la promozione e la diffusione degli stili di vita sani nei giovani, è la vera sfida futura della prevenzione cardiovascolare.
I dati dell’osservatorio dell’istituto Superiore di Sanità (Okkio alla Salute) parlano chiaro: l’Obesità infantile in Italia è in aumento ed è fortemente legata alla sedentarietà. Le abitudini alimentari fanno il resto. L’eccesso di sale è responsabile di un eccessivo numero di morti per cause cardiovascolari. Nelle bibite carbonate e gassate, il fruttosio, spesso addizionato, favorisce l’ingestione di calorie “vuote” che riducono il senso di sazietà, determinano un picco glicemico con conseguente iperinsulinemia post-prandiale. Questi fattori favoriscono l’aumento di peso e l’Obesità, ma anche la resistenza all’insulina e la lipogenesi. Si possono quindi sviluppare più facilmente Dislipidemia, Diabete e Malattie cardiovascolari ad esse correlate. In conclusione, occorre diffondere i principi di vita sana e corretta alimentazione fin dall’infanzia e nell’adolescenza per poter arrivare, da adulti, con una buon bagaglio di consapevolezza della salute. I fattori di rischio sono stati individuati, tocca a noi saperli affrontare!  


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