Cuore, fattori di rischio e prevenzione

Autore: Dott. Gian Francesco Mureddu

Ultimi dati aggiornati

Le maggiori informazioni sulla prevalenza del rischio in Italia derivano dai dati dell’Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare/Health Examination Survey (OEC/HES), dovuto alla fortunata collaborazione tra Istituto Superiore di Sanità e ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) che consente di ottenere dati estremamente omogenei, attendibili e aggiornati sull’esposizione ai fattori di rischio dell’intera popolazione nazionale e di fare un confronto tra la situazione attuale e il decennio precedente.
È emerso che nell’ultimo decennio, l’Ipertensione arteriosa è ancora il fattore di rischio più diffuso: interessa il 50% circa degli uomini e il 37,2% delle donne. La prevalenza di Ipercolesterolemia è invece aumentata in entrambi i sessi, passando dal 20,8% al 34,3% negli uomini e dal 24,6% al 36,6% nelle donne. Il controllo (in genere farmacologico) dell’ipercolesterolemia è migliorato, ma è ancora insufficiente. Parallelamente anche i valori medi di colesterolo LDL sono aumentati nell’ultimo decennio sia negli uomini che nelle donne e i livelli di colesterolo LDL elevati sono diventati più frequenti in entrambi i sessi, passando dal 63,4% al 68% negli uomini e dal 60,9% al 67,3% nelle donne. Il Diabete, invece, è in crescita epidemica: il valore medio della glicemia a digiuno è elevato in entrambi i sessi. Oltre la metà dei diabetici è trattata, ma solo un quarto lo è in modo adeguato. Infine, la prevalenza della cosiddetta Sindrome metabolica, ovvero l’insieme di Obesità addominale, Ipertrigliceridemia, Iperglicemia e Ipertensione, è molto elevata in entrambi i sessi. Crescono quindi nella popolazione italiana gli effetti devastanti della sedentarietà e delle nuove sbagliate abitudini alimentari.

La prevenzione cardiovascolare

I fattori di rischio sono dunque ben identificati, ma sottotrattati. Purtroppo, l’attenzione alla prevenzione cardiovascolare, soprattutto da parte dei mezzi di divulgazione è ancora scarsa. Eppure la soluzione sarebbe relativamente semplice se vi fosse la volontà di trasmettere un messaggio univoco e chiaro: la reversibilità del rischio è stata dimostrata, cioè correggendo i fattori di rischio è possibile ridurre in maniera consistente la probabilità di ammalarsi di Infarto e di Ictus.
La Malattia cardiovascolare è oggi prevenibile.
La prevenzione cardiovascolare è definita come una serie di azioni coordinate, a livello di popolazione o individuale, volte a eliminare o ridurre l’impatto delle Malattie cardiovascolari e della disabilità ad esse correlata. Le misure preventive, soprattutto la legislazione sul fumo di sigaretta e la cura dei fattori di rischio sia prima che si sviluppi la malattia (prevenzione primaria) che dopo la sua insorgenza (prevenzione secondaria), insieme alle cure della fase acuta dell’Infarto miocardico in Ospedale, spiegano la riduzione della mortalità per le Malattie cardiovascolari che si è osservata a partire dagli anni 80.
Eliminare dunque gli stili di vita scorretti renderebbe possibile prevenire circa l’80% delle Malattie cardiovascolari ed il 40% circa delle Neoplasie; tuttavia, come abbiamo visto, alcuni fattori di rischio sono in crescita incontrollata: l’Obesità e il Diabete in aumento, legati alla sedentarietà crescente e alle abitudini alimentari scorrette, frenano il declino di Infarto e Ictus che si osserva in molti Paesi europei.