Autore: Dott.ssa Maria Lombardi

Questa incredibile pianta contiene numerosi componenti importanti come Vitamina C, potassio, calcio e sodio, oltre a quercetina e ad altre sostanze dal potere antiossidante 

Il nome “Morinda citrifolia” può risultare strano e sconosciuto ma questa pianta, appartenente alla famiglia delle Rubiaceae, è salita alla ribalta per il succo che si ricava dai suoi semi, il succo di Noni. Originaria dell’India, è nota anche come “gelso indiano” e ogni sua parte, dalla radice ai frutti, viene impiegata per ottenere prodotti a uso medicinale. Il suo nome deriva dalla fusione delle due parole “morus” (gelso) e “India”; “Citrifolia” (nome latino della specie) allude alla somiglianza delle foglie con quelle del limone. “Noni”, il nome comune più usato, è invece di origine polinesiana, dove veniva chiamata anche “pianta contro il dolore”.
In India non si spreca nulla di questa pianta: oltre ai frutti usati a scopi terapeutici, le foglie sono usate come alimento e colorante per tessuti e pellami e dai semi si ricava un repellente per gli insetti. Tuttavia, è il frutto, insieme al succo che se ne estrae, con le sue numerose proprietà terapeutiche, a rappresentare da sempre la parte più preziosa di questa pianta.  

Novel Food

Il frutto rappresenta la parte utilizzata a scopi farmacologici e i suoi derivati (succo, purea e concentrato) sono le forme approvate per l’utilizzo come Novel Food dall’EFSA (l’Agenzia per la sicurezza alimentare europea). Questo termine indica sostanze, alimenti o ingredienti “nuovi”, che non fanno parte della tradizione culinaria europea e che, una volta autorizzati, possono comparire nell’elenco degli ingredienti degli alimenti in commercio. Non tutti i succhi di Noni sono però da considerare uguali: è infatti stata ritrovata una notevole variabilità chimica in base alla zona di coltivazione e al periodo di raccolta ed è per questo che gli studi e la caratterizzazione di questa pianta non sempre risultano coerenti.
La polpa tenera e matura di questi frutti, sebbene edibile, ha un odore e un sapore molto pungenti, come un formaggio troppo stagionato, e contiene numerosi componenti importanti come Vitamina C, potassio, calcio e sodio. Contiene inoltre rutina, scopoletina e quercetina, tutte sostanze note per il loro potere antiossidante.

Un alleato contro il fumo

Le potenzialità antiossidanti della Morinda sono state studiate sia in vivo che su Pazienti, in particolare in soggetti fumatori o con alti livelli di infiammazione e radicali liberi.
Gli studi più importanti e completi sono stati effettuati con un succo di Noni brevettato e prodotto a Thaiti (Thaiti Noni Juice o TNJ®), l’unico sottoposto a revisione di sicurezza da parte dell’EFSA. Diversi studi clinici su quelli che potremmo chiamare “fumatori incalliti” (più di 20 sigarette al giorno), hanno infatti mostrato come, rispetto al placebo, nei gruppi che avevano assunto TNJ® per 30 giorni, le concentrazioni di radicali liberi risultavano ridotte fino al 27%.
Il TNJ® è stato anche utilizzato per valutare i danni al DNA causati dal fumo: nei fumatori sono infatti presenti alti livelli di DNA complessato con molecole aromatiche, segno di danneggiamento strutturale. Anche in questo studio, dopo il trattamento di 30 giorni con TNJ®, i livelli di DNA complessato nei fumatori si sono ridotte fino al 44.9%.
Una delle caratteristiche più interessanti di questa pianta è che, negli studi su volontari sani, il succo di Noni non ha avuto alcun effetto. Ciò dimostra come la modulazione dei grassi mostrata nei fumatori possa essere correlata a un effetto protettivo del Noni nei confronti della dislipidemia indotta dal fumo di sigaretta.
Questa potente azione antiossidante sembra essere legata sia ad un effetto diretto sui radicali liberi, sia ad un potenziamento degli enzimi antiossidanti endogeni.


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