Autore: Dott.ssa Maria Lombardi

Azione antidolorifica e antinfiammatoria

Con l’azione antiossidante, come sempre, vanno a braccetto quella antinfiammatoria e antidolorifica, che sono state valutate in particolare su Pazienti affetti da dolori articolari.
In uno studio di comparazione con l’efficacia della Fisioterapia, i Pazienti che hanno assunto contemporaneamente succo TNJ®, sono migliorati di più, con riduzione del livello di dolore, aumento della mobilità articolare e, nel 60% dei casi, totale sollievo dal dolore.
Da studi su animali, seguiti poi da studi clinici su Pazienti affetti da Osteoartriti, sembra che la Morinda sia in grado anche di potenziare l’attività degli osteoblasti (le cellule specializzate nella produzione di tessuto osseo) e di aumentare i livelli di calcio, portando ad un aumento di densità e mineralizzazione ossea. Sembra quindi un valido aiuto nell’Osteoporosi, anche in condizioni di menopausa.

Una pianta, mille potenzialità

L’interesse per la Morinda non si ferma qui. L’utilizzo tradizionale per moltissimi malanni ha fomentato i Ricercatori e negli ultimi anni sono fioriti studi sulle varie potenzialità del succo di Noni.
Gli studi sul metabolismo dei grassi e sul Diabete hanno dato risultati promettenti in merito alla riduzione dei livelli di glicemia, senza scendere sotto i livelli di normalità. Con l’inserimento di succo di Noni in regimi dietetici, si è osservata una minore perdita di tessuto muscolare, con un dimagrimento più semplice da mantenere nel tempo.
L’attività antiossidante sembra essere alla base anche del miglioramento della funzione immunitaria, non solo per la riduzione dei danni al DNA dei linfociti, ma anche con l’aumento dell’attività di interleuchina 2 e cellule Natural Killer, fondamentali nei processi di difesa dell’organismo. Tale funzione sul sistema immunitario, unito ad un potenziamento della barriera cellulare, potrebbe essere alla base anche dell’efficacia dimostrata da un estratto di Morinda nei confronti di Dermatiti atopiche su cavie.

Come usarla e a cosa fare attenzione

La Morinda può essere consumata, ai sensi del regolamento dei Novel Food, come succo (30 ml al giorno), purea (26 g al giorno) o come concentrato dei frutti (6 g al giorno). In Italia, le forme farmaceutiche attualmente disponibili per il Noni oltre al succo sono le capsule liofilizzate e l’olio.
L’interesse esploso in questi anni nei confronti della Morinda ha portato molte aziende a mettere in commercio integratori e bevande contenenti succo di Noni. Tuttavia, come abbiamo detto, la variabilità della composizione chimica, unita alla mancanza di una standardizzazione, fa si che in commercio si trovino prodotti con concentrazioni molto diverse di succo di Noni, portando a perdita o assenza di efficacia, se non a gravi effetti collaterali, quando si usano prodotti contraffatti o con l’aggiunta di ingredienti non dichiarati. È per questo che l’assunzione di succo di Noni dovrebbe tener conto della sua provenienza e del metodo di lavorazione. Quello approvato dall’EFSA prevede l’eliminazione di semi e buccia durante la preparazione della purea, per evitare la presenza di antrachinoni e altre molecole potenzialmente dannose e aumentare il profilo di sicurezza del prodotto finale.
Può interagire con diversi farmaci, in particolare diuretici e antipertensivi in quanto potrebbe aumentare eccessivamente il livello di potassio nel sangue. Non va assunto in contemporanea con farmaci epatotossici, né anticoagulanti, perché potrebbe aumentare il rischio di lividi ed emorragie. Va quindi evitato anche in caso di Malattie renali ed epatiche.
È vietato in gravidanza, in quanto in passato la Morinda veniva utilizzata per indurre aborti e non si hanno ancora abbastanza informazioni per quanto riguarda la sua sicurezza in fase di allattamento. 


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