Autore: Dott. Tiziano Dall’OssoMelissa Gullotta

 

Cosa fare in caso di ferita  

Come dobbiamo dunque comportarci se ci si ferisce, cioè quando attraverso il sangue vi è la possibilità di un contatto con le spore tetaniche?
Cosa dobbiamo fare se il fatto succede, per esempio, dopo una caduta in un terreno nel quale siano presenti escrementi di animali come il cavallo, la mucca o la pecora, oppure quando ci si ferisce con un ferro arrugginito o una spina di rosa? La prima cosa è sicuramente la disinfezione della ferita con acqua ossigenata, un disinfettante che, a differenza di altri, crea uno stato di aerobiosi (presenza di ossigeno) sfavorevole alla crescita del Clostridium tetani. L’acqua ossigenata inoltre, con la sua effervescenza aiuta ad espellere i batteri e lo sporco dalla ferita stessa. Non dobbiamo fasciare stretta la cute insanguinata, per evitare che la sigillatura favorisca la mancanza di ossigeno che, come abbiamo detto, è il terreno di crescita migliore per il batterio. A questo punto, bisogna controllare lo stato vaccinale del soggetto, bambino o adulto e, nel caso in cui la profilassi sia ancora valida, non dobbiamo più preoccuparci e continueremo solo a disinfettare la ferita. Se invece sono passati più di 10 anni dall’ultima vaccinazione, è opportuno somministrare il prima possibile una immunoglobulina antitetanica, che ha un’efficacia più immediata rispetto al vaccino. In passato questa era ottenuta da siero animale e potevano esserci reazioni allergiche, ora si prepara con derivati di plasma umano e le reazioni sono praticamente inesistenti. Sarà inoltre utile, ma senza urgenza, fare anche una dose di richiamo del vaccino.   

Dalla diagnosi al trattamento  

La malattia, che non è contagiosa e non richiede quindi l’isolamento del Paziente, è tanto più grave quanto minore è il periodo di incubazione, che va da 3 a 21 giorni. La diagnosi è clinica, non vi sono test di laboratorio che la confermino; i sintomi comunque sono evidenti: contrazioni muscolari che, iniziando dal capo, si manifestano poi al tronco e agli arti; il primo segno è il “trisma” cioè la contrattura di un muscolo della faccia, il massetere, che dà al volto un aspetto caratteristico simile ad un sorriso forzato (risus sardonicus), quindi difficoltà di deglutizione, febbre e tachicardia. Il trattamento consiste nella somministrazione precoce di immunoglobuline specifiche; il Clostridium tetani è inoltre sensibile alla penicillina che va usata alla prima comparsa dei sintomi e sarà utile anche la somministrazione di benzodiazepine per controllare i sintomi neurologici.
Per concludere vorrei sottolineare ancora una volta la necessità di fare prevenzione! Il fatto che la diffusione del Tetano per lo più non riguardi il nostro territorio, non ci deve far abbassare la guardia. Non dovrebbe infatti essere messa in discussione l’importanza delle vaccinazioni, a dispetto di chi le osteggia e, sempre in tema di prevenzione, non va dimenticata l’igiene personale, più importante di quanto si pensi e non molto cara ai nostri piccoli Pazienti.   


« Pagina precedente 2/2 Pagina successiva