Autore: Dott. Benedetto Mangiavillano

La strategia terapeutica di questa sindrome si basa principalmente sul trattamento dei sintomi, essendo spesso sconosciuta la causa scatenante 

La Sindrome dell’Intestino Irritabile è una patologia alquanto frequente che interessa circa il 15% della popolazione. Tale disturbo colpisce soprattutto le donne ed ha una maggiore incidenza nella fascia di età compresa tra i 20 ai 50 anni. È caratterizzata da disagio o dolore all’addome, associato o meno ad una variazione dell’alvo o della consistenza delle feci ed accompagnato da gonfiore, distensione addominale o borborigmi.

Come si manifesta

La Sindrome dell’Intestino Irritabile, comunemente definita “Colite spastica” o “Colon irritabile”, si presenta tipicamente con una sensazione di disagio o dolore addominale, spesso anche localizzato a livello del fianco destro, mimando un dolore gastrico o biliare che migliora dopo l’evacuazione o l’espulsione di gas. Il Paziente può presentare un alvo sia diarroico, sia stitico o, più frequentemente, può presentare alternanza di stipsi e diarrea. Meno comuni sono invece i casi in cui l’evacuazione è regolare. È comunque fondamentale sottolineare come, nonostante si tratti di una patologia funzionale e benigna, circa la metà dei Pazienti con Colon irritabile, può presentare una riduzione della qualità di vita, talvolta anche associata a debolezza o a facile affaticabilità. I sintomi dolorosi sono inoltre molto comuni nei Pazienti che svolgono un lavoro sedentario.
La patologia presenta un andamento cronico con manifestazioni acute dei sintomi, in genere coincidenti con eventi stressanti sia di tipo fisico (ad esempio interventi chirurgici) che di tipo psichico (ad esempio stress lavorativi, separazioni, cambio di città, lutti). Le donne sono soggette a sviluppare tale sindrome circa il doppio delle volte rispetto ai soggetti di sesso maschile.
Chi soffre della Sindrome dell’Intestino Irritabile spesso può presentare anche Emicrania, Fibromialgia, Sindrome ansiosa, episodi di Depressione e, meno frequentemente, sono stati riscontrati problemi a livello della sfera sessuale.

Le cause

Attualmente non è stata documentata un’unica causa che possa dare origine al Colon irritabile. Esistono invece una serie di fattori scatenanti che sono legati sia a fattori psico-sociali (banalmente lo stress) che biologici, come la predisposizione o la suscettibilità individuale, alterazioni della motilità del tratto digestivo e della flora batterica ma anche eventuali Intolleranze ed Allergie alimentari o l’uso di farmaci.
Quindi possiamo asserire che le cause della Sindrome del Colon irritabile sono molteplici e, nello stesso individuo, non è riconoscibile un singolo fattore scatenante. Da un lato vi sono fattori psico-sociali, come il comportamento verso le malattie, aspetti cognitivi ed emotivi; dall’altro esistono veri e propri fattori biologici, come la predisposizione e la suscettibilità individuale, alterazioni della motilità del tratto digestivo, la sensibilità dei visceri, la percezione soggettiva del dolore, la flora batterica e le infezioni intestinali. A complicare il vasto quadro delle cause scatenanti possono essere presenti anche Intolleranze ed Allergie alimentari, l’utilizzo cronico di farmaci (ad esempio anti-infiammatori o antibiotici). Gli eventi stressogeni, invece, possono avere un ruolo nel determinare e perpetuare la presenza dei sintomi e le fasi di acuzie.
Il nostro intestino è infatti definito “il secondo cervello” ed è in continua comunicazione con il nostro “primo cervello”. Esiste infatti un vero e proprio “asse neurointestinale” che giustifica il fatto che molti degli eventi stressanti a livello psichico si riflettono sull’intestino, e viceversa. La Sindrome dell’Intestino Irritabile può anche presentarsi in associazione con altri disordini motori del tratto digestivo, come la Dispepsia funzionale e la Malattia da reflusso gastroesofageo.

I sintomi tipici

Un team di esperti internazionali si è riunito a Roma, stilando quelli che sono i sintomi tipici della Sindrome del Colon irritabile (“criteri di Roma”). Il dolore o disagio addominale (insorto almeno sei mesi prima della diagnosi) deve essere presente per almeno 3 giorni al mese negli ultimi 3 mesi, in associazione a 2 o più dei seguenti sintomi: miglioramento dopo l’evacuazione associato a modificazioni della frequenza delle evacuazioni, associato a modificazioni dell’aspetto delle feci.

Altri sintomi possono essere:

  • anomala frequenza di evacuazioni (maggiore di 3 al giorno o meno di 3 alla settimana);
  • alterata consistenza delle feci;
  • evacuazione difficoltosa;
  • presenza di muco nelle feci;
  • gonfiore o distensione addominale, talvolta alternati.

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