Autore: Dott. Benedetto Mangiavillano

Il percorso diagnostico

La diagnosi si basa sulla classificazione dei sintomi, detta di “esclusione”, dal momento che i sintomi presenti possono essere simili ad altre patologie dell’apparato digerente. Dopo una corretta anamnesi, lo Specialista Gastroenterologo potrebbe infatti richiedere al Paziente di eseguire alcuni approfondimenti come: la colonscopia, con cui si riesce ad esaminare l’intero colon attraverso l’uso di una sonda o ancora il breath test al lattosio, utile per verificare se è presente la Lattasi che è l’enzima necessario per digerire il lattosio; o in aggiunta il breath test al glucosio, utile per verificare se si è in presenza di un’alterata flora batterica intestinale; o anche esami del sangue necessari a diagnosticare una eventuale Celiachia, che potrebbe presentare sintomi simili alla Sindrome dell’Intestino Irritabile. Per tale motivo la visita gastroenterologica risulta essere fondamentale nel percorso diagnostico di questi Pazienti. Anche una ecografia dell’addome completo risulta essere opportuna per l’esclusione di altre cause che possono presentare sintomi simili.

Quale terapia?

La strategia terapeutica per la Sindrome dell’Intestino Irritabile si basa principalmente sul trattamento dei sintomi riferiti dal Paziente, essendo spesso sconosciuta la causa scatenante. Per questo motivo la terapia farmacologica, insieme ad una sana alimentazione, sono alla base del trattamento del colon irritabile.
Un ruolo emergente è inoltre rappresentato da farmaci con estratti naturali che, nelle ultime ricerche, stanno dando degli ottimi risultati. Può essere inoltre opportuno seguire la dieta FODMAP (Fermentabili Oligo-, Di- e Mono-saccaridi e Polioli) che limita l’assunzione dei carboidrati che non possono essere digeriti o assorbiti bene. Tale regime alimentare permette infatti la riduzione del meteorismo e dei gas intestinali che possono creare disagio e dolore addominale nei Pazienti con Colon irritabile.
Diversi sono comunque i trattamenti farmacologici volti a trattare la Sindrome. Tra questi abbiamo integratori, lassativi o procinetici, se il Paziente presenta una variante stitica. In caso di diarrea sono utili probiotici (fermenti lattici), antibiotici non assorbibili o, più raramente, anti-infiammatori intestinali. Nei casi di meteorismo ed eccesso di gas intestinali sono utili enzimi digestivi, integratori a base di probiotici, piante carminative (camomilla, melissa, cumino).

La prevenzione

La prevenzione dei sintomi del Colon irritabile è fondamentalmente basata su un corretto stile di vita, una corretta dieta alimentare con la diminuzione dei farinacei soprattutto a cena, attività sportiva 2 – 3  volte la settimana e, quando possibile, la diminuzione dei fattori di stress ambientali.

Dieta e stress

La relazione tra Colon irritabile e dieta è senz’altro molto forte anche se, curiosamente, non è detto che l’alimentazione sia la causa principale del disagio; pare infatti che risulti fortemente correlata allo stato psicologico del soggetto. Molte persone affette da sintomi anche piuttosto rilevanti e fastidiosi, spesso non capiscono cosa mangiare per migliorare la propria condizione.
La dieta non è da considerare una causa vera e propria di Sindrome del Colon Irritabile, ma rappresenta comunque un tassello determinante al suo trattamento, necessario alla moderazione dei sintomi.
La Sindrome del Colon Irritabile sembra migliorare sensibilmente con l’equilibrio emotivo del Paziente. Ciò accade sia in circostanze occasionali, come ad esempio il periodo vacanziero, sia in concomitanza di certe terapie farmacologiche ansiolitiche.
È dunque fondamentale agire in maniera multifattoriale, prima di tutto regolarizzando lo stile di vita, riducendo il carico di stress nervoso e svolgendo attività motoria con sistematicità, necessari a combattere la causa primaria, ma anche dedicando il tempo e le energie necessari alla gestione della dieta, indispensabile a ridurre i sintomi.

Cosa mangiare in caso di Colon irritabile con Stipsi?

Oltre il 70% dei casi di Sindrome da Intestino Irritabile interessa le donne; di conseguenza, il quadro predominante è di certo la Stipsi associata a dolore intestinale, senso di sollievo dopo l’evacuazione e, talvolta, percezione di aumento progressivo della circonferenza addominale. In questi casi servono generalmente più fibre e più acqua, possono aiutare anche cibi diversamente lassativi come i kiwi e fattori probiotici.
È importante tenere a mente che la severità, per così dire, delle manifestazioni può avere cause multiple, di conseguenza può giovare di correzioni dietetiche e/o comportamentali anche differenti.
L’assunzione di probiotici associati a prebiotici è, talvolta, positiva sui sintomi. Si tratta comunque di una correlazione debole ma meritevole di considerazione. La terapia nutrizionale è comunque indispensabile a differenziare una Stipsi dieta-dipendente da una Sindrome da colon irritabile psicogena.

Cosa mangiare in caso di Colon irritabile con diarrea?

In caso invece di presenza di diarrea, in maniera semplicistica potremmo consigliare: più fibre solubili, perché capaci di gelificare l’acqua residua nel lume intestinale, limitando però quelle insolubili e tentare di escludere i fattori anti-nutrizionali come gli inibitori delle proteasi, ossalati, fitati e gli elementi osmotici (come il lattulosio del latte caldo), irritanti (compresi alcol e caffeina, ma anche spezie piccanti come il peperoncino e il pepe), fermentabili (per esempio la pizza) e, più in generale, i cibi lassativi. Si consiglia di fare attenzione ai probiotici; se per alcuni dimostrano un effetto positivo, forse mettendo in condizioni di maggior salute la mucosa intestinale, tuttavia più spesso compromessa nelle forme di diarrea patologica, per altri aggravano i sintomi.
Si consiglia di rinunciare ai cibi ricchi di fibre insolubili, o alle parti degli stessi che le contengono; spesso infatti, le fibre insolubili abbondano nella buccia della verdura, della frutta, nella porzione esterna dei semi amidacei come cereali (crusca) e legumi, ecc. Risulta tuttavia sconsigliabile praticare una dieta a basso residuo, in quanto le fibre solubili hanno un’azione gelificante. Può essere un’ottima abitudine prediligere, nei momenti di acuzie, i vegetali cotti poiché la cottura migliora la solubilità delle fibre, e sbucciati, per le ragioni di cui sopra.


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