Ambiente, fattori di rischio e prevenzione

Autore: Dott.ssa Maria Grazia Petronio

Conoscere e contrastare i fattori di rischio ambientali è importante anche ai fini della prevenzione di numerose malattie

Numerosi studi scientifici lo hanno ormai dimostrato, i fattori ambientali sono determinanti per l’insorgenza di alcune patologie molto diffuse, come quelle cardiovascolari o respiratorie croniche, o per quelle che destano molta preoccupazione come i Tumori infantili o le Malformazioni congenite; è quindi necessario accrescere le nostre conoscenze e riflettere su quanto la nostra salute sia intimamente connessa alla qualità delle matrici ambientali di supporto alla vita: aria, acqua, suolo e alimenti.

Pandemia e malattie preesistenti

Quello che emerge dal lavoro scientifico collettivo è che le principali Malattie cronico-degenerative condividono molti fattori di rischio ambientali, che esiste uno stretto rapporto tra alcune di queste malattie e la Sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus 2 (SARS-CoV-2) e che gli stessi fattori di rischio ambientali, come l’inquinamento atmosferico, contribuiscono al cambiamento del clima, che a sua volta favorisce la diffusione di nuove malattie trasmissibili. Inoltre, le condizioni di disparità sociale ed economica aggravano gli effetti avversi di ogni singola malattia.
L’attuale pandemia ha evidenziando in maniera chiara la stretta relazione tra la rottura degli equilibri naturali, le Malattie croniche, le Malattie trasmissibili e le condizioni socio-economiche.

Cause delle cause

Oltre ai fattori di rischio classicamente suddivisi in modificabili (ambiente, alimentazione scorretta, consumo di tabacco, abuso di alcol, mancanza di attività fisica) e non modificabili (età, sesso e predisposizione genetica), è ormai acclarato che le Malattie croniche sono legate anche a determinanti impliciti, spesso definiti come “cause delle cause”, forze che trainano le modifiche sociali, economiche e culturali: la globalizzazione, l’urbanizzazione, l’invecchiamento progressivo della popolazione, le politiche ambientali, la povertà. In particolare, per quanto riguarda le Malattie cronico-degenerative a origine multifattoriale, è fondamentale considerare tutte le cause e le interazioni tra quelle che sono state fino ad oggi distinte tra cause genetiche, individuali, ambientali, condizioni socio-economiche e stili di vita. Secondo l’OMS sono 7 milioni i morti attribuibili all’inquinamento atmosferico, mentre i cambiamenti climatici causerebbero 60.000 morti ogni anno, considerando solo la causalità diretta (parallelamente la siccità e la scarsità di acqua potabile sono responsabili di 2.200.000 decessi/anno).
Le variazioni delle precipitazioni, secondo le stime, causeranno la riduzione della produzione di alimenti del 50% entro il 2020 nelle regioni più povere, aumentando malnutrizione e denutrizione, responsabili di 3,5 milioni di morti ogni anno. Il cambiamento climatico potrebbe esporre ulteriori 2 miliardi di persone alla trasmissione di Dengue entro il 2080.

Le cose da fare

Risultano necessarie azioni ad ampio spettro, non solo incentrate sulla riduzione dell’anidride carbonica, ma anche sulla riduzione di tutti i contaminanti, inclusi il particolato, gli idrocarburi aromatici policiclici, e i metalli pesanti; ad esempio, agendo sul modello di agricoltura (oggi responsabile del 13,5% delle emissioni di gas serra) e di allevamento, si ridurrebbero le emissioni di metano e si otterrebbe un impatto enorme rispetto alla riduzione della sola CO2.
La politica dovrebbe inoltre rendere prioritaria la definizione del Piano Nazionale per la Sostenibilità e accelerare la conversione, già in atto, verso le fonti energetiche realmente rinnovabili, disincentivando l’estrazione e l’uso di combustibili fossili. Fondamentale è anche la tutela del suolo che va protetto con un atto normativo che ne impedisca l’ulteriore consumo e tramite l’effettuazione delle bonifiche delle aree contaminate, dove si registrano eccessi di malattia e mortalità. Andrebbero anche considerati gli effetti negativi che l’agricoltura e gli allevamenti intensivi hanno sulla salute oltre che sull’ambiente: essi rappresentano un rilevante problema di sanità pubblica sia in termini di dieta e qualità dei cibi, sia in termini di aumento del rischio di mutazioni nei patogeni e di diffusione di nuove epidemie.
La mobilità sostenibile e la riduzione dei rifiuti, a partire dagli imballaggi e dalla plastica monouso, sono altri provvedimenti necessari e urgenti.


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