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Relazioni sociali ai tempi dei social

Autore: Dott.ssa Stefania Cicchiello

Promettendo di instaurare facilmente relazioni sociali e ampliare le reti relazionali, i social network ci hanno reso meno competenti nelle comunicazioni interpersonali 

Le relazioni sociali sono parte integrante della vita di ciascun essere umano. Esse svolgono un ruolo fondamentale per il benessere dell’individuo perché rappresentano un punto di forza e di aiuto essenziale. Sin dalla preistoria l’uomo collaborava con i suoi simili per procacciarsi il cibo e difendersi dai nemici. Gli esseri umani sono considerati degli “animali sociali”, come sosteneva nel IV secolo a. C. Aristotele. Essi sono capaci di instaurare dapprima relazioni con i propri familiari, poi con amici e con altri individui nell’ambito lavorativo e sentimentale.

Un po’ di anatomia...

Ciascuno di noi ha bisogno di punti di riferimento e legami su cui contare perché ognuno possiede un vero e proprio “cervello sociale” che corrisponde a livello anatomico a diverse strutture:

  • l’amigdala (il nostro centro di integrazione di processi neurologici superiori) reagisce rispondendo alle espressioni emotive degli altri;
  • l’insula (lobo del cervello) influenza le reazioni viscerali quando si attivano stati emotivi nostri e altrui;
  • il nucleo accumbens (una struttura dell’encefalo) gioca un ruolo importante se qualcosa ci procura piacere come le carezze, gli abbracci, i sorrisi...;
  • la corteccia orbitofrontale e prefrontale ventromediale sono fondamentali perché alla base del ragionamento sociale;
  • l’ipotalamo, si attiva quando sperimentiamo il rifiuto da parte degli altri;
  • il solco temporale superiore, svolge un ruolo importante per comprendere i desideri, gli obiettivi e la prospettiva delle persone.

Le reti sociali

Durante l’isolamento fisico, per esempio subentrato con il lockdown nel periodo Covid, le reti sociali, in particolare quelle familiari, sono state per l’essere umano un punto di riferimento significativo e una buona fonte di serenità. Tuttavia le relazioni interpersonali di scarsa qualità mettono a rischio la nostra salute perché incrementano la produzione di ormoni proinfiammatori che minano il sistema immunitario.

Abilità sociali, vanno “nutrite”

Le relazioni interpersonali rappresentano il legame che le persone instaurano fra loro, un legame influenzato dalle norme comportamentali e dalle abilità sociali. Le abilità sociali vanno nutrite sin dall’infanzia per sviluppare i cosiddetti comportamenti prosociali. L’allenamento di tali abilità, attraverso la pratica costante, consente la creazione di relazioni affettive soddisfacenti. Secondo alcuni autori sono da considerare prosociali tutte quelle condotte che si attivano per promuovere il benessere fisico o psichico dell’altro, senza voler ricevere necessariamente una ricompensa. L’empatia, l’ascolto attivo, la comunicazione, il prendersi cura dell’altro e la capacità di condividere sono abilità sociali che permettono agli individui di relazionarsi. L’amicizia è un legame interpersonale che si costrui sce nel tempo e con la frequentazione. Si basa sull’affetto, la condivisione e la fiducia.

Quali abilità?

Nello specifico, sono abilità sociali:

  • l’assertività, intesa come la capacità di esprimere emozioni, opinioni e idee in modo chiaro ed efficace, facendosi rispettare e rispettando le opinioni altrui per cui si è disposti a ricevere i feedback dagli altri e ad esprimere sinceramente i propri sentimenti, creando così relazioni vere e gratificanti;
  • l’empatia è la capacità di “mettersi nei panni dell’altro” comprendendone emozioni e pensieri, senza giudicare; essa si esercita nel corso della vita e ci aiuta a capire le diversità;
  • il rispetto e la tolleranza per l’universo altrui permettono l’instaurazione di rapporti più stabili e duraturi; la connessione con le persone migliora se si parte dal presupposto che ognuno è diverso dall’altro e quindi ha una maniera propria di affrontare gli eventi della vita;
  • la comunicazione è fondamentale per creare un ambiente sereno, instaurare relazioni di fiducia e aiuto, evitare fraintendimenti e conflitti; l’accettazione e la comprensione delle differenze altrui ci consentono di non restare isolati e di diventare più creativi ed empatici; una comunicazione adeguata alle varie situazioni è alla base di un rapporto sano e armonioso, facilita l’espressione dei propri bisogni, favorisce una gestione efficace dei conflitti; essa è legata anche alla capacità di ascoltare attentamente le altre persone; l’incompetenza comunicativa causa ostilità e incomprensione nelle relazioni sociali.

 

I fattori personali

Le abilità relazionali di ogni individuo sono influenzate da fattori personali, da una propria predisposizione e dalle esperienze di vita, dunque dal contesto nel quale l’individuo è cresciuto. Le relazioni familiari, essendo presenti nella vita dell’essere umano fin dalla nascita, influenzano molto la personalità e il modo in cui ci si rapporta agli altri e all’ambiente circostante. 
Chi, per esempio, ha vissuto in un clima educativo tendenzialmente rigido e poco aperto agli altri, eredita scarse capacità relazionali. L’utilizzo massivo dei social network, considerati un mezzo per ricercare interazione e connessione, consente a tutte quelle persone poco abili socialmente, di affrontare la solitudine e la bassa autostima ma, contemporaneamente, impedisce di esercitarsi nelle modalità di interazione vis-a vis che accrescono abilità sociali più complesse e raffinate. Le “relazioni social” tendono a essere meno profonde di quelle interpersonali basate su un contatto fisico. Tuttavia, con il passare del tempo, esse possono dare origine a vere e propri legami affettivi.

Rapporti interpersonali e avvento dei social

L’utilizzo dei social network ha prodotto diversi cambiamenti nei rapporti interpersonali. Tali mezzi possono attutire la genuinità, la naturalezza e la creatività presenti negli scambi tra individui. I social, promettendo di instaurare facilmente relazioni sociali e l’ampliamento delle reti relazionali, hanno reso gli esseri umani meno competenti nelle comunicazioni di persona e in altre forme di interazioni più tradizionali. Di seguito evidenzio alcune differenze positive e negative nelle “relazioni social”;

  • l’amicizia sui social è più veloce e facile: basta un click per chiederla;
  • i social sono un pratico strumento di comunicazione per restare in contatto con le persone a cui si è legati anche quando si è lontani;
  • le storie sui social, l’inserimento dei like, i commenti e le chat consentono di interagire immediatamente, ma non possono soppiantare facilmente il contatto interpersonale vis a vis;
  • i social consentono più facilmente l’incontro di persone con interessi simili, anche se sono in diversi luoghi del mondo;
  • sui social è più facile camuffare le emozioni e mostrarsi diversamente da ciò che si è; l’assenza della comunicazione non verbale, tipica del rapporto che si basa sulla presenza fisica, non permette di cogliere sfumature e stati d’animo particolari;
  • il fenomeno del “phubbing” cioè la preferenza dell’uso dello smartphone all’interazione sociale con le persone presenti si sta diffondendo tanto; ignorare i propri interlocutori può, però, portare a un vero e proprio isolamento relazionale;
  • la socializzazione online dà la possibilità di attuare una “compensazione sociale”, ossia rimedia alle difficoltà comunicative presenti in alcune persone nella conversazione a faccia a faccia;
  • la comunicazione online può incidere negativamente sul benessere psico-sociale dell’individuo perché gli sottrae del tempo e, quindi, toglie qualità alle amicizie esistenti;
  • le relazioni in rete permettono di parlare facilmente di aspetti più intimi di sé, di discutere su questioni più personali, sapendo che si forniscono meno informazioni sull’aspetto fisico, l’età, il genere e lo status sociale; la riduzione di questi elementi elimina l’imbarazzo fra gli interlocutori.

Pertanto, senza demonizzare i social ma, se si vuole creare un valido dialogo con gli altri, ricordiamoci sempre un’affermazione di Khalil Gibran: “La realtà dell’altro non è in ciò che dice ma in ciò che non può rivelarti. Perciò, se vuoi capirlo, non ascoltare le parole che dice, ma quelle che non dice”. È ciò avviene solo attraverso un contatto diretto. Inoltre, ricordiamo che la cura dei rapporti interpersonali protegge dallo sviluppo di Malattie neurodegenerative, fornisce importanti stimoli a livello cognitivo, mantiene un tono dell’umore più positivo, aiuta a comprendere meglio noi stessi e a rispettare le differenze e le peculiarità. Di contro il ritiro sociale o l’impossibilità di passare del tempo con le persone è alla base di diversi disagi psicologici e di un rapido invecchiamento.

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