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Musicoterapia, un aiuto per la mamma in attesa

Autore: Lorena Guerra

La musica può contribuire a rasserenare la futura mamma e connotare positivamente sia la gravidanza che il periodo successivo alla nascita 

Durante tutta la gravidanza, ma anche per i mesi successivi alla nascita, le esperienze di tipo sonoro-musicale possono considerarsi uno strumento importante per contribuire al mantenimento o miglioramento dell’equilibrio psico-fisico della mamma in attesa.
Le attività musicoterapiche favoriscono inoltre l’instaurarsi di quel primo processo relazionale, nella triade madre-feto-neonato, che poi andrà a consolidarsi sempre più dopo la nascita del bambino. La futura mamma infatti, pur vivendo uno dei periodi più emozionanti della vita di una donna, si trova ad affrontare mutamenti fisici, preoccupazioni per la propria salute e per quella del nascituro, e talvolta paura e timori per il momento del parto.
È proprio in questa condizione di attesa che la Musicoterapia diviene un prezioso supporto attraverso esercizi che donano rilassamento e distensione alla futura mamma e momenti in cui il suono si fa mediatore negli albori della relazione emotivamente più calda e profonda, ovvero quella tra la mamma e il piccolo che porta in grembo.

La pelle come primo strumento di percezione

Possiamo affermare che sin dalle prime settimane di gestazione l’embrione, in mancanza dei più sofisticati strumenti sensoriali, visivo e uditivo, si affida a livello percettivo all’intera superficie epidermica. Un corpo-pelle che oscilla immerso nel caldo liquido amniotico al ritmo rassicurante del cuore materno.
Come sostiene D. Anzieu (Psicoanalista francese), l’epidermide nell’embrione fa la sua comparsa prima di qualsiasi altro sistema sensoriale e l’interazione fra suono, come frequenza vibratoria, e pelle avviene quindi ben prima dello sviluppo dell’apparato uditivo. Le sensazioni prodotte da tali esperienze percettive non risultano a questo punto immagazzinate solo nel cervello ma in una fitta rete psicosomatica estesa in tutto il corpo.

Lo sviluppo dell’udito

A partire dal sesto mese le note musicali, prodotte da strumenti o dalla voce materna, generano vibrazioni sulla membrana dell’orecchio del feto passando attraverso il liquido amniotico. Le onde raggiungono quindi la coclea, un piccolo osso a forma di chiocciola, che le trasforma in segnali elettrici e li trasmette al cervello. A questo punto il processo di sviluppo dell’udito può considerarsi compiuto e ne conseguirà la percezione del suono. Il feto così inizia ad essere continuamente in ascolto degli stimoli che provengono dall’ambiente sonoro in cui è immerso, derivanti dalla vita neurovegetativa della gestante. Questi suoni sono prodotti dagli atti respiratori, dai borborigmi gastro-intestinali e dal ritmo cardiaco materno, suono che conferisce al feto maggiore distensione. Un vero e proprio bagno sonoro di cui il piccolo conserverà una memoria inconscia.
Su queste premesse si fondano le attività di Musicoterapia in ambito prenatale che utilizza appunto stimoli sonori, generati attraverso la vocalità materna o semplici strumenti musicali, favorendo l’attivazione di un intimo scambio di azioni e reazioni tra madre e feto. Questo renderà la donna capace di porsi in ascolto delle risposte del piccolo alle diverse timbriche proposte e dei mutamenti nelle reazioni che vi possono essere nelle diverse fasi della gestazione.


Stimoli sonori, ritmi e melodie

In un setting accogliente, caratterizzato da un clima di disponibilità all’ascolto ed empatia da parte del Terapista, si proporranno momenti dedicati all’uso di strumenti musicali appartenenti allo strumentario Orff. Si tratta di strumenti a percussione, ritmici e melodici, molto semplici nell’utilizzo anche senza conoscenze musicali specifiche. La futura mamma sarà invitata a sperimentare anzitutto le timbriche dei diversi strumenti e porsi in ascolto dei movimenti fetali ad esse associati. Poi potrà generare sequenze ritmiche o improvvisare semplici melodie su metallofoni o sul pianoforte creando una sorta di dialogo suono-movimento con il feto stesso. Lo scopo è quello di eseguire stimoli sonori, ritmi e melodie ponendosi in ascolto dei movimenti fetali, sintonizzandosi con il piccolo, così da poter iniziare a capire quali sono le sonorità predilette attraverso un intimo gioco del conoscersi e riconoscersi.

Il canto della mamma

La vocalità materna e il canto prenatale di ninne nanne e piccoli brani, a cui potrà prendere parte anche il papà avvicinandosi al pancione, favorirà nel bambino la preparazione della sua rete neuronica, al fine di registrare il più possibile le tracce delle esperienze fetali, future basi del percorso relazionale umano che il bambino dovrà intraprendere dopo la sua nascita. A questo proposito una madre serena e positiva avrà modo di trasmettere al feto onde sonore che non si deformeranno incontrando masse muscolari rigide e ipertese.
Inoltre, come è noto, le emozioni di paura, rabbia, tristezza o, al contrario, gioia e piacere psico-fisico determineranno non solo stati di maggior o minor tensione muscolare ma, a livello endocrino, stimoleranno le ghiandole preposte a secernere sostanze quali adrenalina, acetilcolina, endorfine che giungeranno al feto attraverso il cordone ombelicale. Ecco perché sia l’ascolto musicale che il canto offrono alla madre la possibilità di ritagliarsi una “coccola sonora” in grado di donare a sé stessa quella serenità e distensione di cui anche il feto beneficerà.
Per di più la frequenza vibratoria della voce materna, stimolando il caldo e avvolgente liquido amniotico, darà vita ad un vero e proprio massaggio sonoro per il feto che al contempo oscillerà grazie al movimento materno. Questa “prima danza” verrà riproposta dopo la nascita, quando è consigliabile cullare tra le braccia il proprio piccolo, intonando le stesse melodie che lo avevano accompagnato nei nove mesi di vita prenatale. Questo tenderà a placare i momenti di pianto e sarà utile per facilitare l’addormentamento. Il bambino ritroverà infatti, in questo suono-movimento, quella sensazione di protezione e calma sperimentato, seppur in maniera più ovattata, nel grembo-sonoro.

Movimento dolce sulla musica

Altra importante attività, in Musicoterapia prenatale, risulta essere il movimento dolce sulla musica che aiuterà la futura mamma a prendere maggiore confidenza con ogni distretto del suo corpo, migliorando la circolazione sanguigna delle gambe, aumentando la flessibilità, il livello di energia, donando distensione a sé stessa e offrendo indirettamente al feto una sorta di massaggio.

Ascolto e respirazione

Durante la gravidanza il Terapista potrà anche proporre l’ascolto di musiche, appositamente selezionate, associato al corretto apprendimento delle tecniche di respirazione diaframmatica. Tale respirazione, infatti, garantisce alla donna un’adeguata ossigenazione del sangue e quindi di tutti i tessuti dell’organismo generando una sensazione di ritrovato benessere.
Inoltre, un adeguato allenamento preventivo del muscolo diaframmatico consente di mantenere una buona dilatazione dello stesso e una corretta respirazione anche nelle fasi finali della gravidanza.
In questo frangente il Terapista potrà invitare la gestante ad una selezione di “Musiche del cuore”, da utilizzare durante tali esercizi quotidiani, poiché queste saranno in grado di evocare ricordi, emozioni, vissuti, sensazioni e immagini positive. Una volta confezionata la propria play list di “musiche del cuore”, la gestante potrà riascoltarla durante il travaglio in associazione alla corretta respirazione, soprattutto nella prima fase dello stesso, per cercare di mantenere un certo grado di distensione e affrontare questo passaggio nel modo migliore per averne poi un ricordo positivo.


In sala parto

Consigliato anche dai Medici, soprattutto per le primipare, l’ascolto musicale durante il parto risulta molto utile per stemperare ansia e paura che potrebbero influire negativamente sulle dinamiche di tale momento.
Esperienze australiane confermano che l’ascolto della musica serve a favorire la distensione e la calma, così da permettere alla donna di gestire meglio il dolore, diminuendo il panico e riducendo la richiesta di analgesici e antidolorifici.
Come è noto, poi, una mamma che abbia avuto un parto sereno sarà meglio disposta, sin dai primi attimi, ad impegnarsi nell’allattamento e nella cura del neonato.
Alcuni ospedali italiani sono dotati di impianti di filodiffusione per la trasmissione di musica in travaglio e parto, altrimenti ogni donna può portare con sé un dispositivo ed ascoltare in totale autonomia la propria sequenza musicale.
È importante specificare che non vi sono brani consigliabili a priori e adatti ad ogni futura mamma, anzi il lavoro del Musicoterapista prevede momenti di confronto in cui si ripercorrono le diverse fasi di vita della gestante, individuando assieme quei brani, di ogni genere e stile, che possano rievocare emozioni e ricordi positivi. Ogni donna stilerà quindi un elenco di brani strettamente personale ed unico, come uniche sono le esperienze vissute e le melodie in grado di rievocarle.

Una terapia priva di controindicazioni

Le sedute di Musicoterapia in gravidanza sono effettuate generalmente a cadenza settimanale e possono iniziare sin da quando la mamma scopre di essere incinta fino alle ultime settimane di gestazione, portando questa esperienza come supporto al momento del parto.
Nelle diverse epoche gestazionali la Musicoterapia risulta quindi una terapia dolce e priva di controindicazioni, in grado di prendersi cura della mamma e del suo piccolo, regolando e contenendo le risposte emotive della gestante e favorendo lo sviluppo della relazione fra madre-feto.
Nelle sedute si attiverà un intimo dialogo suono-movimento con la piccola vita di cui si attende la nascita ed ogni stimolo sonoro, ogni ascolto musicale, ogni melodia cantata in gravidanza sarà un sostegno importante per far ritrovare al piccolo, una volta venuto alla luce, quella calma e senso di protezione sperimentato nella notte intrauterina.

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