Le Malattie cardiovascolari, come Infarto e Ictus, costituiscono la prima causa di morte a livello globale e, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono direttamente responsabili del decesso di circa 18 milioni di persone all’anno nel mondo. L’impatto di tali patologie è massimo nei Paesi industrializzati, dove oltre il 75% delle morti è attribuibile ad esse.
Negli ultimi decenni, la ricerca ha fatto passi da gigante nell’identificare quelle condizioni che pongono un individuo ad un rischio più elevato della media di avere problemi cardiocircolatori. Tra i fattori di rischio non modificabili è possibile individuare l’età avanzata, il sesso maschile e la familiarità, ovvero una predisposizione genetica.
Tra i fattori su cui è invece possibile agire, vi sono elementi legati allo stile di vita, come l’abitudine al fumo, la sedentarietà, l’eccessivo stress e una dieta scorretta, ma anche condizioni di salute come, ad esempio, l’Ipertensione arteriosa, l’Ipercolesterolemia, il Diabete mellito e l’Obesità. I fattori modificabili offrono una finestra utile per interventi ragionati di prevenzione clinica, con il fine ultimo di ridurre al minimo la probabilità che il rischio potenziale si trasformi in un evento cardiovascolare concreto.
L’importanza della dieta
Tra le misure dietetiche più importanti per la prevenzione cardiovascolare, vi è il controllo del consumo del sale da cucina (cloruro di sodio). Quest’ultimo, pur essendo essenziale per il buon funzionamento dell’organismo, qualora assunto in quantità superiori rispetto al fabbisogno fisiologico, può richiamare liquidi in eccesso, irrigidire le pareti vascolari e sovraccaricare il lavoro renale, contribuendo all’aumento della pressione arteriosa.
A tal proposito, l’OMS raccomanda agli adulti sani di non superare un introito complessivo di 5 grammi al giorno di sale (pari ad un cucchiaino da caffè). Purtroppo molti cibi, soprattutto quelli confezionati, contengono di per sé elevate quantità di sale “nascosto” e, infatti, la maggior parte delle persone tende ad assumere giornalmente circa 9-12 grammi di cloruro di sodio, quasi il doppio rispetto a quanto suggerito dall’OMS.
Studi epidemiologici hanno inoltre calcolato che si potrebbero prevenire oltre 2 milioni di morti all’anno nel mondo, se il consumo individuale di sale fosse contenuto entro i limiti di quanto raccomandato.
Un altro elemento a cui prestare attenzione è l’apporto glucidico. Nel tempo, una dieta ad elevato contenuto di carboidrati semplici favorisce lo sviluppo del Diabete mellito, una patologia metabolica che aumenta il rischio di Malattie cardiovascolari. Inoltre, un elevato consumo di cibi ricchi sia di zucchero, sia di grassi saturi, determina un alto apporto calorico, che può portare con facilità ad un eccesso ponderale, soprattutto se associato ad uno stile di vita sedentario. Il sovrappeso e, ancor di più, l’Obesità costituiscono un problema sanitario emergente in tutto il pianeta, che pesa negativamente sul rischio cardiovascolare degli individui, aumentando la probabilità di Infarti e Ictus anche tra i più giovani.
Dalla Dieta Mediterranea alla D.A.S.H.
La Dieta Mediterranea, da diversi anni patrimonio culturale dell’UNESCO, nasce dall’integrazione delle tradizioni culinarie dei popoli che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. L’acronimo D.A.S.H. (“Dietary Approaches to Stop Hypertension”), invece, indica un insieme di raccomandazioni nutrizionali formulate, in tempi più recenti, sulla base di evidenze scientifiche con l’obiettivo di ridurre l’Ipertensione arteriosa o di prevenirne l’insorgenza (vedi box pagina precedente).
La dieta D.A.S.H. si ispira ai principi di quella mediterranea e si basa, come quest’ultima, sul consumo di cereali integrali, frutta e verdura (meglio se di stagione), noci, semi, latticini a basso tenore lipidico, pesce e modeste quantità di carne, soprattutto bianca. Vengono sconsigliati gli alcolici, gli alimenti ad elevato contenuto di grassi saturi (burro animale, olio di cocco o di palma), i cibi raffinati, i dolci e le bevande zuccherate. Nella dieta D.A.S.H. grande enfasi viene posta nel controllo del consumo dietetico di sale, mentre in quella mediterranea assume un ruolo caratterizzante l’utilizzo dell’olio d’oliva, nonché di alcune erbe e spezie (aglio, rosmarino, origano, basilico).
La dieta D.A.S.H. e quella mediterranea non sono necessariamente ipocaloriche, ma possono comunque essere adattate a soggetti in sovrappeso per favorire il calo ponderale, agendo sulle specifiche scelte nutrizionali in modo da ridurre l’apporto calorico giornaliero.
Le evidenze scientifiche
Diverse ricerche hanno dimostrato i benefici sulla salute della dieta D.A.S.H. In particolare, un ampio lavoro scientifico pubblicato nel 2019 ha indicato che questo approccio dietetico può ridurre in maniera significativa la pressione arteriosa, nonché l’incidenza di Malattie cardiovascolari, Ictus e Diabete mellito. In media, tra i Pazienti coinvolti negli studi analizzati, la riduzione della pressione arteriosa sistolica (la cosiddetta “massima”) è stata quantificata in circa -5.2 mmHg, mentre per quella diastolica (o “minima”) la diminuzione è stata di -2.6 mmHg.
I benefici della Dieta Mediterranea, supportati da una lunga tradizione, sono stati anch’essi ampiamente confermati dalla scienza: ricordiamo per esempio la riduzione della mortalità generale e dell’incidenza di Malattie cardiocircolatorie, Infarto, Diabete, ma anche di alcune Patologie tumorali e neurodegenerative in coloro che seguono abitualmente questo regime alimentare.
Tanto la Dieta Mediterranea quanto la D.A.S.H. sono inoltre associate sul lungo periodo ad un miglioramento di alcuni parametri metabolici, come glicemia e colesterolemia, e ad un modesto ma utile calo ponderale in soggetti sovrappeso (circa 1 kg ogni 2-3 mesi).
Il meccanismo d’azione della dieta D.A.S.H. è attribuibile al basso apporto di sale e carboidrati semplici, unitamente ad un introito giornaliero ottimale di grassi “buoni” (polinsaturi), fonti proteiche variegate e micronutrienti essenziali. Nella Dieta Mediterranea pare giocare un ruolo fondamentale la ricchezza di polifenoli (olio, vino rosso), omega 3 (pesce), fibre ed altre sostanze benefiche come l’allicina (aglio, cipolla). Frutta e verdura abbondano in entrambi i regimi nutrizionali descritti, così come semi e noci, garantendo quindi un quantitativo generoso di oligoelementi, vitamine ed altre sostanze con proprietà antiossidanti, ipolipemizzanti e vasculo-protettive.
L’elevato apporto di fibre attraverso l’utilizzo di prodotti integrali può contribuire a ridurre l’infiammazione sistemica in maniera indiretta, cioè “nutrendo” adeguatamente il microbiota intestinale, e potrebbe dare una mano per favorire un modesto calo ponderale in soggetti sovrappeso, anche senza adottare un regime alimentare francamente ipocalorico.
Dieta e stile di vita
La Dieta Mediterranea e le sue derivazioni (vedi la D.A.S.H.) sono uno strumento nutrizionale utile per prevenire e contrastare le “malattie della modernità”, tra cui i Disturbi cardiocircolatori, che sono oggi altamente prevalenti nella popolazione generale. Se da un lato è fondamentale prendersi cura della propria salute a tavola, è anche vero che qualunque proposta nutrizionale deve essere inserita in una visione generale ed integrata, che tenga in considerazione tutti gli elementi dello stile di vita e che ponga enfasi sul “counseling” come strumento di responsabilizzazione del Paziente.
Fondamentale è poi la verifica dell’adesione alle prescrizioni nutrizionali, elemento chiave del successo di ogni dieta, per il quale è importante il contributo di tutte le figure sanitarie che seguono il Paziente, a partire dal Medico di famiglia.