Figli adolescenti, dal conflitto alla crescita

Autore: Dott.ssa Mariarita Valentini

Durante l’adolescenza i genitori devono aprirsi al dialogo creando uno spazio emotivo di condivisione 

Nell’attuale società si avverte un ritrovato e urgente interesse per l’adolescenza. Le numerose ricerche e i fatti di cronaca ci mostrano un adolescente inserito in un’intricata rete relazionale; punto cardine di questa matassa è la famiglia.
La classica suddivisione della fase adolescenziale in pubertà, adolescenza e tarda adolescenza oggi è del tutto indicativa, se non addirittura superata. A causa della crisi economica e del difficile inserimento nel mondo del lavoro si tende a prolungarla fino all’età dell’uscita da casa. Spesso madri e padri chiedono colloqui con Psicoterapeuti perché faticano a riconoscere il loro adorato figlioletto che, fino a un anno prima era ben vestito, profumato, mangiava tutto quello che gli veniva messo nel piatto e suonava il pianoforte. Il figlio adolescente ora appare ai genitori come un estraneo, ostile e ribelle. Spesso i padri non sono pronti a mettersi in discussione e se le cose non vanno come sono sempre andate e non si rispettano più le regole pensano che la “colpa” sia tutta da attribuire al figlio; le madri, dal canto loro, sono talvolta rassegnate all’impotenza e all’ingestibilità del figlio adolescente.
I genitori vorrebbero in qualche modo “avere indietro” il bambino idealizzato che vivono come un loro prolungamento e questo dover riconoscere il figlio come altro e diverso da loro genera frustrazioni e tensioni.

La richiesta di indipendenza

Il primo grande terremoto che sbilancia le relazioni familiari è la richiesta di indipendenza da parte dell’adolescente. Voglia di uscire la sera, di fermarsi a dormire a casa di un amico, di una vacanza. A questa richiesta, sempre più pressante, alcuni genitori, invece di fornire spazi in cui il figlio può sperimentare in sicurezza l’autonomia, mettono in atto un aumento di divieti. Questo tipo di comportamento è paradossale ed equivale a dire “stai diventando grande e ho paura di fidarmi di te”.
I genitori che non sono pronti a concedere pacificamente ai propri figli gli strumenti e la licenza dell’indipendenza, si scontreranno con la guerra di ribellione adolescenziale. I percorsi dell’emancipazione emotiva sono complessi e non sovrapponibili a quelli dell’emancipazione reale legata ad aspetti giuridici e anagrafici.  

Il conflitto tra genitore e figlio

In occasione di ripetuti conflitti con i genitori, l’adolescente può arrivare a mettere in atto un mutismo ostile e sfidante; di fronte a questo atteggiamento il genitore spesso reagisce con un rimprovero o una punizione. Accettare invece, in maniera silenziosa ma con disponibilità emotiva, la distanza che in quel momento l’adolescente ha bisogno di mettere tra lui e la famiglia disattiva un processo nevrotico di uno scontato gioco relazionale in cui il figlio sfida e il genitore punisce.
Sia che il genitore si imponga in modo prepotente e autoritario, oppure passivamente per non andare incontro a un conflitto, si preclude l’opportunità di poter avere un dialogo con il figlio e di aiutarlo a superare le sue problematiche emotive. È importante per gli adulti liberarsi dallo stereotipo che l’adolescente per sua natura si nega, entra in contrasto e rifiuta la comunicazione con le figure genitoriali.
I conflitti tra genitori e figli sono comunque necessari ai processi di cambiamento, senza conflitto non c’è evoluzione.


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