Figli adolescenti, dal conflitto alla crescita

Autore: Dott.ssa Mariarita Valentini

 

L’importanza dell’ascolto attivo

L’adolescenza è la fase più delicata dello sviluppo, in cui giungono le trasformazioni del corpo, i cambiamenti di ideologia e di appartenenza al gruppo. In tal senso sono pienamente concorde con la storica definizione di Stanley Hall (1904) che definisce l’adolescenza uno “Sturm und Drang”, una tempesta che a volte stravolge e rende difficili le relazioni familiari. Arriva il momento della vita di ognuno in cui è necessaria l’esplorazione, la lotta e lo scontro. Nelle famiglie questo genera il caos e non si vede la soluzione che spesso risiede nell’ascolto rispettoso e reciproco. Secondo Thomas Gordon, esponente della Psicologia umanistica, i conflitti e i problemi della comunicazione non si possono risolvere con l’uso di tecniche impositive, punizioni o divieti, ma è fondamentale mettere in atto l’ascolto attivo.
Gordon sottolinea l’importanza di non fissare l’attenzione solo sul contenuto intellettuale della comunicazione, ma sulle emozioni e vissuti del momento presente e sulla comunicazione del corpo. La famiglia può essere uno spazio creativo di democrazia basato sul rispetto reciproco e sulla possibilità dell’autorealizzazione di tutti i suoi membri.

Lo spazio emotivo di condivisione

Nella mia esperienza di Psicoterapeuta, spesso al termine dei primi colloqui, l’adolescente è sollevato e afferma di “avere finalmente trovato uno spazio in cui può esprimere quello che sente e vive”. Incontro adolescenti che tra le mura della stanza della terapia esprimono il bisogno di confronto e condivisione con genitori spesso assenti, indaffarati e non disponibili.
Una mia piccola Paziente continuava ad esprimere il bisogno che il padre fosse presente emotivamente: “Quando mio padre è con me fa sempre altro. Parla al cellulare, scrive al computer, mi “parcheggia” dai nonni. Non mi ascolta”. Il padre preoccupato per la figlia continuava a chiedersi cosa potesse fare per migliorare la situazione. Quando la mia Paziente riuscì a verbalizzare al genitore la sua richiesta, il padre lasciò a casa computer e cellulare, prese dalla soffitta due vecchie biciclette e finalmente portò la figlia al parco. Padre e figlia iniziarono ad avere un spazio emotivo di condivisione che non c’era mai stato. Qualche tempo dopo l’uomo mi raccontò che le biciclette riesumate dalla soffitta erano quelle di lui da ragazzo e di suo padre che era morto prematuramente. Questo a conferma che nel rapporto familiare tra genitori e figli intercorrono tre generazioni. I genitori, quindi, nell’attualità del conflitto con il figlio adolescente dovrebbero connettersi emotivamente con i figli che sono stati e cercare di comprendere, in una prospettiva più ampia, se lo scontro irrisolto del passato venga messo in atto nel presente. I genitori non si scelgono e neanche i figli arrivano per sorte, e la famiglia è una grande occasione di crescita per entrambi.  


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