Vaccini anti Covid, le cose da sapere

Autore: Dott. Enrico MontanariDott. Claudio CapraraProf. Vincenzo Romano Spica

Una riflessione approfondita che può aiutarci ad attuare una scelta consapevole

La vaccinazione è un importante strumento di prevenzione primaria, ossia diretta alle persone sane, ma che tutela anche i “non vaccinati”! Questo avviene attraverso il cosiddetto “effetto gregge”, ovvero, se tanti individui (oltre il 70-80% della popolazione) sviluppano le difese, il microbo non potrà più circolare in quella popolazione, proteggendo così dai contagi anche i più deboli e non vaccinati. Per questo, alcune vaccinazioni sono state non solo raccomandate, ma rese proprio “obbligatorie”, in quanto vaccinarsi non ha solo un significato di tutela del singolo, ma della collettività. Aderire ad una campagna di vaccinazione ha dunque un valore non tanto individuale quanto sociale, significa essere parte di una comunità e voler collaborare a tutelarla.

Che cos’è un vaccino

Il vaccino è un preparato che contiene un “antìgene”, ossia componenti del microbo che, una volta rese innocue e inoculate nel nostro organismo, sono in grado di attivare le difese immunitarie senza indurre i sintomi. Semplificando moltissimo: l’antigene contenuto nel vaccino insegna al nostro corpo a produrre “anticorpi” contro quel particolare agente patogeno, proteggendoci dalla malattia, qualora lo incontrassimo.

Dalla scoperta…

Tutto questo, alla fine del 700 Edward Jenner non lo sapeva, quando iniziò ad inoculare un virus simile a quello del Vaiolo umano (che colpiva le mucche, non per niente la parola “vaccino” deriva da “vacca”), aprendo una strada che ha portato a debellare il Vaiolo dal mondo, ma poi anche a prevenire diverse altre malattie terribili quali Difterite, Tetano, Poliomielite, Meningite e molte altre. In questo modo si sono potute salvare milioni di vite umane, evitare gravi disabilità, e i nomi stessi di queste malattie diffusissime e temutissime in passato oggi ci appaiono lontani e sconosciuti e non fanno quasi più paura, almeno in Italia e in Europa.

…ai vaccini anti Covid-19

Le conoscenze sui meccanismi d’azione dei vaccini sono avanzatissime e questo ci ha consentito di arrivare in tempi brevi ad avere vaccini anche per contrastare la temibile pandemia di Sars-Cov2, il virus causa della malattia Covid-19.
I vaccini anti Covid attualmente disponibili in Italia, sono il prodotto di tecnologie sofisticatissime che, seppur conosciute da alcuni decenni, non erano state ancora adottate su larga scala. Il loro uso in futuro aprirà certamente la strada anche alla terapia di numerose altre malattie, non solo infettive. Sarà veramente una nuova era per tutta la Medicina! Questi vaccini innovativi introdotti in Italia, infatti, non contengono l’antigene pronto per presentarlo al sistema immunitario ma l’informazione genetica per sintetizzarlo. Non sono stati infatti preparati secondo i metodi tradizionali: per esempio, inattivando il microbo o attenuandolo tanto da renderlo innocuo ma ancora capace di indurre la risposta immunitaria, come per quelli per la Poliomielite o inattivando la sola tossina, come per i vaccini per il Tetano e la Difterite, né si basano su antigeni purificati o ottenuti attraverso le tecniche del DNA ricombinante come, per esempio, quello utilizzato con successo da anni per la prevenzione dell’Epatite B attraverso la vaccinazione obbligatoria. Per la vaccinazione contro Covid-19 disponiamo di vaccini “senza antigene”! Non viene introdotto l’antigene per stimolare il sistema immunitario ma l’informazione genetica in forma di RNA o DNA, per farlo produrre alle nostre cellule e dunque attivare successivamente il nostro sistema immunitario contro il Sars-Cov2, producendo anticorpi in grado di neutralizzarlo.
Nelle campagne di vaccinazione in Cina e altri paesi sono stati considerati anche altri vaccini basati sui metodi più tradizionali, ma sembra siano meno efficaci e la produzione su larga scala più difficile e lenta rispetto alle necessità imposte dall’emergenza pandemica. Inoltre, i vaccini basati sui metodi avanzati, innovativi ma più tradizionali (es. Novavax e Valneva) stanno richiedendo tempi molto più lunghi per soddisfare le classiche procedure di autorizzazione da parte degli Enti competenti. Non è possibile entrare qui nei dettagli tecnici, ma per la produzione degli antigeni esistono numerose alternative sperimentate in tutto il mondo ed in corso di approvazione, come quelli basati su virus ucciso, o quelli ottenuti con tecniche di ingegneria genetica applicate “in vitro” in biofermentatori, e non direttamente sull’uomo. I vaccini di cui disponiamo per le campagne vaccinali sono una novità per la popolazione generale, però, hanno tutti superato le valutazioni di sicurezza degli organi preposti, e sono stati prodotti seguendo rigide norme internazionali, che regolano la produzione di farmaci per gli esseri umani, come confermato dalle autorità nazionali, europee e dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
La campagna vaccinale italiana dispone di vaccini certamente in grado di indurre la produzione dell’antigene, in particolare la proteina S (Spike) del virus SARS-CoV-2, e di attivare un’efficace risposta immunitaria, sia quelli ad RNA (Pfizer e Moderna) che quelli basati sul DNA veicolato attraverso vettori adenovirali, ossia attraverso adenovirus modificati, (Astra Zeneca o Johnson & Johnson).


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