Melanoma, quale prevenzione?

Autore: Dott. Fabrizio Fantini

La prevenzione

Come per gli altri tipi di Tumore, anche in questo caso, distinguiamo una prevenzione primaria, una secondaria e una terziaria: la prevenzione primaria implica il controllo costante dei fattori di rischio, attraverso l’adozione di comportamenti corretti in grado di ridurre l’insorgenza della malattia; in questo senso una corretta informazione sanitaria è fondamentale. Per quanto riguarda la prevenzione secondaria, essa consiste nella diagnosi precoce, attraverso visite o esami diagnostici per l’individuazione di Melanomi allo stadio iniziale. La prevenzione terziaria, infine, si attua per i Pazienti che hanno già avuto un Melanoma così da prevenire eventuali complicanze e/o recidive della malattia.

La diagnosi precoce

È difficile fornire indicazioni precise sulle prime caratteristiche sospette di un Melanoma, perché già all’inizio può assumere aspetti molto diversi. Tuttavia l’acronimo “ABCDE” riassume i tratti tipici che una nuova formazione deve avere per allertare chi osserva la lesione:

  • asimmetria di forma: i Melanomi sono generalmente di forma più asimmetrica e irregolare rispetto ai nei benigni;
  • bordi irregolari e frastagliati;
  • colore non uniforme o presenza di più colori all’interno della stessa lesione;
  • dimensioni maggiori di 6 mm: è la caratteristica meno importante; il Melanoma infatti tende a crescere, quindi è di dimensioni solitamente superiori a quelle di un neo benigno; ma è altrettanto chiaro che il Melanoma iniziale è di dimensioni minime...;
  • evoluzione, cioè cambiamenti di dimensioni, forma e colore: è l’aspetto più importante, poiché il Melanoma cambia aspetto in tempi relativamente brevi.

Controllo dermatologico

La pelle è l’unico organo immediatamente accessibile all’osservazione: per accorgersi il prima possibile di qualcosa di “nuovo”, quindi, è assolutamente raccomandato effettuare un auto-esame periodico di tutta la superficie cutanea, compresa la testa, il cavo orale e le pieghe, così da poter identificare eventuali cambiamenti oppure l’insorgenza di nuovi nei.
In generale andrebbero fatte valutare al Medico tutte le neoformazioni cutanee, specie se con caratteristiche irregolari, che si modificano rapidamente nel tempo o che danno sintomi quali prurito e/o sanguinamento. Il solo auto-esame, infatti, date le caratteristiche spesso sfuggenti dei Melanomi iniziali, potrebbe non essere sufficiente a riconoscerli in tempo utile. Per questo motivo si consiglia un controllo dermatologico regolare già a partire dall’età post-adolescenziale, con frequenza variabile a seconda dei fattori di rischio valutati dallo Specialista.
Il procedimento dell’esame dermatologico oggi è nettamente migliorato con l’aiuto della Dermatoscopia, una procedura che ingrandisce ed illumina la superficie cutanea per esaminare caratteristiche delle neoformazioni invisibili ad occhio nudo, mentre la Videodermatoscopia permette di acquisire e conservare le immagini delle neoformazioni per eventuali confronti successivi.

La terapia

Nel caso siano rilevate lesioni sospette, è necessario procedere con una Biopsia, ovvero l’asportazione di tutta la lesione o parte di essa perché possa essere analizzata al microscopio e determinare così una diagnosi certa: nel caso si confermi un Melanoma, la prima scelta terapeutica è certamente quella chirurgica, che prevede l’asportazione completa della lesione oltre ad una porzione di pelle normale circostante per essere sicuri di aver eliminato tutto il tessuto tumorale. L’intervento, svolto solitamente in regime ambulatoriale e in anestesia locale, garantisce percentuali di guarigione dell’85-90%.
È importante ricordare che la prognosi può essere molto diversa nel caso di Melanomi diagnosticati in fase tardiva e che purtroppo hanno ormai invaso strati profondi della cute: la speranza di rimuovere completamente questo Tumore, infatti, peggiora progressivamente con l’aumentare dello spessore del Melanoma.

Il “follow up”

I Pazienti che hanno già avuto esperienza di un Melanoma vanno seguiti nel tempo per due ragioni: innanzitutto per il rischio di recidiva della massa già asportata (nella stessa sede cutanea o a distanza), e in secondo luogo per il rischio maggiore di sviluppare ulteriori Melanomi. Mentre il rischio di ricomparsa dei Melanomi già asportati si riduce progressivamente nel tempo man mano che ci si allontana dall’intervento, il rischio di comparsa di nuovi Melanomi purtroppo si mantiene costante per il resto della vita, poiché dipende dalle caratteristiche genetiche del soggetto: per questo motivo i controlli clinici e strumentali successivi (ecografie, radiografie), volti ad individuare eventuali recidive, diminuiscono nel tempo, mentre le visite dermatologiche periodiche di “screening” di nuove formazioni nei soggetti già operati devono essere effettuate ad intervalli regolari per tutta la vita.


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