Autore: Prof. Michele Massimo GuliziaDott. Maurizio Giuseppe AbrignaniDott. Furio ColivicchiDott. Domenico GabrielliDott. Daniele Grosseto

Metabolismo e Malattie cardiovascolari

Una eccessiva concentrazione di colesterolo nel sangue è un disordine metabolico che non dà alcun sintomo evidente, ma può causare svariati processi morbosi; in particolare, quando perdura per anni, favorisce la formazione di depositi di grassi e altri tessuti (chiamati placche) sulle pareti interne delle arterie. Tali placche possono diminuire il flusso ematico, privando organi importanti, come il cuore ed il cervello, di un adeguato apporto di ossigeno e nutrienti. Concreto è anche il rischio che la placca aterosclerotica si rompa, coaguli e possa formare un trombo; la conseguente improvvisa ostruzione completa del flusso arterioso è causa di Infarto cardiaco o Ictus. Il rischio cardiovascolare aumenta fortemente per livelli di colesterolo e/o di trigliceridi particolarmente alti.
Anche il Diabete Mellito può determinare patologie sia dei piccoli vasi che di quelli più grandi ed è particolarmente pericoloso quanto più lunga è l’esposizione nel tempo agli alti valori glicemici, che possono determinare mediante infiammazione (e altre alterazioni del tessuto interno delle arterie) quanto detto prima; inoltre i diabetici presentano alterazioni del metabolismo cellulare che possono danneggiare il cuore anche a prescindere da alterazioni dei vasi arteriosi.
Negli ultimi anni anche l’iperuricemia sta emergendo come fattore di rischio cardiovascolare, sempre a causa dell’aumento della infiammazione del tessuto interno delle arterie. I livelli ematici dei parametri metabolici di cui ci stiamo occupando sono quindi importanti perché la loro determinazione consente la valutazione del Rischio Cardiovascolare globale, in aggiunta ad altri elementi come i valori di pressione arteriosa, la predisposizione familiare per patologie cardiovascolari, il peso corporeo, l’abitudine tabagica e la sedentarietà. Alcuni di questi fattori risultano modificabili (abitudine tabagica, pressione arteriosa, Diabete Mellito), mentre altri vengono definiti non modificabili (età, sesso, familiarità e fattori genetici).

Livelli ideali dei parametri metabolici

Come abbiamo visto, glicemia, colesterolo LDL e HDL, trigliceridi e acido urico sono marker di rischio. È pertanto fondamentale identificare correttamente i livelli di guardia di queste sostanze nel sangue, oltre i quali non è opportuno andare.
Tuttavia, alla luce delle considerazioni precedenti, la decisione di intraprendere un trattamento atto a riportare nella norma colesterolemia, glicemia e altri fattori di rischio non è dettata dal superamento di un particolare valore limite, ma dalla valutazione complessiva del profilo di Rischio Cardiovascolare del singolo individuo, che quindi si deve prima identificare per poter poi determinare i valori target dei parametri metabolici per ciascun Paziente.
Più in particolare, quando ci riferiamo alla glicemia, ricordiamoci che due valori consecutivi a digiuno superiori a 126 mg/dl portano alla diagnosi di Diabete. Tuttavia una volta posta la diagnosi, il parametro che consente di valutare la corretta gestione della malattia è l’emoglobina glicosilata, che deve mantenersi inferiore a 6,5-7 gr/dl.
Per quanto riguarda invece il colesterolo “cattivo” (LDL), sappiamo che più basso è, meglio è. Nella pratica clinica oggi il Medico di Medicina generale saprà identificare il vostro profilo di rischio e attribuirvi l’obiettivo da raggiungere.
Discorso opposto è rappresentato dai trigliceridi, che devono essere mantenuti sotto i 150 mg/dl, innanzitutto con un regime dietetico adeguato, con astensione dagli alcolici e, se non sufficiente, con farmaci specifici.
Infine, mantenere valori di acido urico inferiori a 7 gr/dl è un target da perseguire per la prevenzione cardiovascolare.

In conclusione, è scontato che l’alimentazione incida in modo determinante sui parametri metabolici. Un corretto regime alimentare non solo è fortemente consigliato, ma obbligatorio ogni volta che si vuole parlare di prevenzione cardiovascolare. Non ha senso perseguire un controllo dei parametri metabolici attraverso i farmaci, senza prendere seriamente in considerazione una dieta adeguata, che non deve essere solo un temporaneo modo per normalizzare il peso corporeo, ma un’abitudine di vita.


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