Caviglia,traumi e distorsione

Autore: Prof. Ciro VillaniDott. Lucian Lior Marcovici

 

La Riabilitazione

La seconda fase, ma non meno importante, del trattamento per le Distorsioni acute è la fase riabilitativa, i cui obiettivi primari consistono nel riconquistare la normale funzionalità e la forza della caviglia e prevenire future Distorsioni, generalmente di maggiore gravità. È importante che il ritorno alle attività fisiche non avvenga alla risoluzione del dolore o del gonfiore ma piuttosto avvenga gradualmente, con un programma di esercizi che sottopongano la caviglia a stress graduali e progressivi.
Dopo la piena Riabilitazione, gli sportivi possono tornare all’attività fisica in maniera semplice e graduale ma senza alcuna restrizione, con il recupero immediato della flesso-estensione del piede con il mantenimento dell’immobilizzazione per 3/4 settimane; l’uso della cavigliera è infatti raccomandato fino a guarigione completa, poichè tale dispositivo permette di migliorare il feedback propriocettivo durante l’esercizio fisico.
Le terapie riabilitative di più frequente utilizzo sono gli Ultrasuoni, la TENS (Stimolazione Neuromuscolare Transcutanea Elettrica) e il Taping.
L’approccio chirurgico per le lesioni legamentose acute è controverso. Alcuni autori lo ritengono un approccio opportuno nei giovani atleti professionisti e nei giovani adulti, nella convinzione che la riparazione diretta immediata possa accelerare la guarigione e ridurre la percentuale di recidive. In realtà non esistono dati scientifici in letteratura che supportino questa tesi. Entrambe le metodiche danno risultati buoni e sovrapponibili, con l’aggiunta che un trattamento chirurgico è aggravato da potenziali complicanze legate all’intervento stesso. L’approccio chirurgico viene generalmente riservato ai casi di instabilità cronica di caviglia conseguenti a Distorsioni acute recidivanti che possono portare a deficit meccanici o funzionali dell’articolazione.

L’opzione chirurgica

Se il trattamento conservativo fallisce, si può intervenire con varie opzioni chirurgiche di riparazione anatomica o di ritensionamento dei legamenti.
Le Tecniche di ritensionamento prevedono il prelievo di un tendine sano per ricostruire il sistema legamentoso della caviglia non più funzionale. In genere si usa il tendine del muscolo peroneo breve (che si trova a livello della caviglia) o il tendine del muscolo gracile (la zona del prelievo è poco sotto il ginocchio ed è uno dei tendini comunemente usato per ricostruire il legamento crociato anteriore).
Ottimi risultati si ottengono anche con la Tecnica artroscopica (pratica mininvasiva che consente di operare all’interno delle articolazioni senza aprire le stesse) nei casi in cui sono presenti lesioni associate, soprattutto nei giovani atleti, in presenza Sindrome da Conflitto (patologia che insorge in seguito al conflitto osseo o fibroso della caviglia, provocando una limitazione articolare) come conseguenza di una instabilità cronica della caviglia o in caso di corpi liberi intraarticolari.
Mentre nei traumi acuti il trattamento di scelta è quello conservativo, in caso di traumi recidivanti che portano ad una instabilità cronica della caviglia il trattamento è controverso, sebbene si consideri valido il proseguimento del trattamento conservativo per le lesioni di primo grado e per le lesioni di secondo e terzo grado e per quelle di natura cronica un approccio chirurgico in aggiunta alle misure preventive.

Per concludere, ricordiamo che è necessario rivolgersi ad uno Specialista che raccoglierà un’anamnesi dettagliata ed eseguirà un esame obiettivo completo per delineare le caratteristiche e l’entità del trauma. È bene poi ricordare che esistono misure di prevenzione sia primaria che secondaria per le Distorsioni; la prevenzione consente di ridurre non solo il rischio di recidive ma anche i costi e l’affollamento nel Pronto Soccorso.


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