Infezioni urinarie, dalle cause alla cura

Autore: Prof. Andrea Minervini

Una corretta diagnosi e la scelta della terapia più opportuna sono elementi utili ad affrontare i sintomi e le possibili complicanze 

Le Infezioni delle vie urinarie rappresentano, in generale, una patologia estremamente frequente nella popolazione di tutto il mondo. Basti pensare che ne vengono segnalati circa 6 milioni di casi all’anno solo in Italia e che, globalmente, sono responsabili di una spesa sanitaria superiore al miliardo di dollari; ma l’interesse per lo studio di tali infezioni è dovuto non solo alla loro così elevata prevalenza, ma anche all’alto tasso di possibili recidive nonché all’altissimo rischio che il trattamento quasi ottimale possa generare resistenze ai più comuni e moderni antibiotici, preoccupando non poco il Servizio Sanitario e la Comunità scientifica.

Infezioni correlate all’assistenza (ICA)

Tra le Infezioni delle vie urinarie, le Infezioni contratte in ambito ospedaliero rappresentano certamente una vera e propria problematica sociale tanto che l’Unione Europea, attraverso il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF), ha chiesto agli stati membri di presentare un pacchetto di investimenti e riforme (PNRR) per ridurne l’incidenza. Questo genere di infezioni, infatti, rappresentano fra il 35 e il 40% di tutte le infezioni contratte negli Ospedali (infezioni correlate all’assistenza), di gran lunga al primo posto rispetto alle infezioni dell’apparato respiratorio, a quelle per ferite chirurgiche e/o sistemiche.

Se l’infezione è in corso...

Il termine tecnico che definisce la presenza di batteri nelle urine è Batteriuria, una condizione che segnala una probabile Infezione urinaria in corso. Si parla di Batteriuria significativa quando la quantità di batteri nelle urine supera il valore di 105 unità formanti colonie per millilitro.

... come diagnosticarla

L’osservazione microscopica dei batteri contenuti nel sedimento urinario può offrire indicazioni sull’identità dei patogeni chiamati in causa. La loro definizione esatta, però, si ottiene inseminando le urine infette su appositi terreni di coltura (urinocoltura). Se la coltura risulta positiva, viene eseguito un antibiogramma per guidare il Medico nella scelta della terapia antibiotica più opportuna. L’urinocoltura dovrebbe essere effettuata su due campioni di urine successivi. Per poter effettuare questo esame, inoltre, è necessario interrompere eventuali cure antibiotiche almeno sette giorni prima. Le urine devono essere raccolte al mattino dopo essersi lavati le mani e aver praticato un’accurata igiene intima locale, eliminando il primo getto e utilizzando un contenitore sterile. Non è infatti infrequente ritrovare germi nelle urine in seguito ad una raccolta scorretta, ovvero per contaminazione del campione biologico.

Prevalenza nei due sessi

Tra gli adulti di età compresa tra i 20 e i 50 anni, le Infezioni delle vie urinarie sono circa 10 volte più frequenti nelle donne rispetto agli uomini a causa della minore lunghezza dell’uretra e della sua stretta vicinanza con la regione perianale che consente, quindi, una più facile trasmissione di agenti patogeni dal tratto intestinale alla via urinaria. Al contrario, nella fascia d’età superiore ai 50 anni il rapporto uomini-donne diminuisce per via dell’aumento di frequenza delle infezioni delle vie urinarie nel sesso maschile dovuta all’Ipertrofia prostatica benigna, patologia che determina l’ostruzione della via urinaria e il ristagno di urina in vescica, favorendone la colonizzazione batterica.

Quali cause?

L’insorgenza di un’Infezione urinaria a seguito di proliferazione batterica può avvenire attraverso tre diverse vie: ematica, linfatica, retrograda (o ascendente). Quest’ultima è sicuramente la via di trasmissione più agevole per i batteri nonché quella più frequente: i patogeni che colonizzano l’uretra dalla zona perineale, infatti, sono spesso di provenienza intestinale. Per questa ragione il germe isolato più di frequente è Escherichia Coli, tipico batterio saprofita del canale digerente. Dalla vescica, poi, i batteri possono depositarsi sulla superfice delle ghiandole prostatiche (Prostatite) o colonizzare i dotti seminali, determinando la diffusione dell’infezione agli organi genitali (Orchiepididimite) oppure risalire lungo gli ureteri e infettare la pelvi e le ghiandole renali (Pielonefrite).
L’infezione può diffondersi anche per via ematica da focolai infiammatori extraurinari (polmone, osso, valvole cardiache ecc.). Questa modalità di diffusione è più frequente in un Paziente immunodepresso oppure a seguito di manovre chirurgiche come, ad esempio, il drenaggio di ascessi. Tuttavia, tra le manovre chirurgiche, quella più comunemente associata allo sviluppo di possibili infezioni urinarie è rappresentata dal posizionamento del catetere vescicale e/o dalla sua permanenza per lunghi periodi.

Fattori che favoriscono l’infezione

Sono diversi i fattori che possono favorire la presenza di batteri nelle urine e, quindi, di Infezione delle vie urinarie. In particolare:

  • rapporti sessuali: è comune, infatti, la possibile insorgenza di Cistiti durante un periodo di vacanza (anche dette Cistiti da luna di miele);
  • alvo irregolare;
  • diminuzione nel sangue dei livelli di estrogeni ed androgeni;
  • anomalie anatomiche delle vie urinarie;
  • presenza di calcoli lungo le vie urinarie;
  • tutte le condizioni che determinano uno svuotamento incompleto della vescica; Inoltre, la presenza di altre malattie sistemiche come il Diabete, la Sindrome metabolica e un deficit immunitario possono rivelarsi cofattori nella comparsa dei batteri nelle urine e di Sindromi cliniche associate.

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