Ambiente e qualità dell'invecchiamento

Autore: Dott. Agostino Di CiaulaProf. Piero Portincasa

 

Ambiente e salute

Un ambiente sano contribuisce ad aumentare il numero di anni trascorsi in buona salute, con scarsa differenza nei livelli di autonomia tra anziani e giovani. Ambiente e comportamenti sani contribuiscono a ridurre il rischio di malattie acute ma anche quello di malattie non trasmissibili (ad es. le malattie cronico-degenerative) e a migliorare le capacità fisiche e mentali. Al contrario, un ambiente insalubre genera un rapido declino, con implicazioni negative sia per il benessere soggettivo che per la società, a causa degli elevati costi economici che questo comporta.
Ad esempio la Sarcopenia, il progressivo declino della massa e della forza muscolare che si manifesta con l’avanzamento dell’età, è uno dei principali determinanti della fragilità individuale e aumenta il rischio di disabilità, di mortalità e di comparsa di altre patologie.
Numerosi studi hanno dimostrato che vivere o lavorare in un ambiente insalubre ne favorisce l’insorgenza e la progressione. Fattori ambientali come la concentrazione nell’aria di particolato, l’esposizione a metalli pesanti assunti per inalazione o per ingestione (ad es. acqua o cibo contaminati) interferiscono con il metabolismo osseo e muscolare, favorendo la comparsa di Sarcopenia e di Osteoporosi.
L’inquinamento atmosferico ha un ruolo di primaria importanza nell’indurre fragilità, in quanto compromette la funzionalità polmonare, aumenta il rischio di patologie cardiovascolari, respiratorie e metaboliche (ad esempio Diabete tipo 2 e Insulino-resistenza), aumenta il rischio di Cancro e quello di mortalità per eventi acuti.
Una delle conseguenze più pesanti dell’esposizione cronica ad inquinanti è l’effetto sulle funzioni cerebrali. Questo si esprime nei giovani alterando lo sviluppo neuro-cognitivo e, negli anziani, promuovendo e accelerando il declino cognitivo (riduzione di capacità cognitive, attenzione, memoria, funzione esecutiva, flessibilità mentale, capacità inibitorie) e aumentando il rischio di Demenza.
Oltre agli inquinanti atmosferici, fragilità e rischi clinici sono aumentati dall’assunzione, per ingestione o per contatto cutaneo di sostanze chimiche in grado di interferire con gli equilibri ormonali dell’organismo . Gli interferenti endocrini (ad es.ftalati, bisfenoli, alcuni pesticidi) possono alterare l’omeostasi metabolica e gli ormoni sessuali determinando, negli anziani, conseguenze come Ipertrofia prostatica, alterazioni metaboliche, sovrappeso e Obesità.
Non ultime, le modificazioni climatiche svolgono un ruolo importante nella determinazione della fragilità e della vulnerabilità individuale e sono in grado di aumentare il rischio di mortalità.

Inquinanti e alterazioni genetiche

Sono ben noti i meccanismi bio-molecolari attraverso i quali fattori di tipo ambientale influenzano i processi di invecchiamento e la comparsa di fragilità.
L’esposizione a inquinanti è anche in grado di modulare l’espressione genica attraverso alterazioni funzionali. In altri termini, pur non alterando la struttura dei geni, gli inquinanti ne alterano la capacità di espressione, favorendo la comparsa di patologie. Aspetto rilevante è che le alterazioni epigenetiche possono addirittura precedere la nascita, determinandosi nei gameti dei genitori (spermatozoi, ovociti) e venendo trasmesse alla generazione successiva, con incremento del rischio sanitario nella progenie e programmazione della comparsa di danni sanitari anche in età adulta.

Qualità di vita e prevenzione

La qualità di vita durante il processo di invecchiamento e il mantenimento di un adeguato stato di salute e di autonomia funzionale derivano dall’interazione di molteplici fattori come una dieta sana, l’esercizio fisico regolare, respirare aria pulita, consumare bevande e cibi salubri e non contaminati da sostanze chimiche dannose. Il progressivo aumento del numero di soggetti anziani si sta sviluppando in un contesto di crescenti aggressioni all’ambiente, che hanno nelle modificazioni climatiche la sua espressione più eclatante. La maggior parte dei fattori responsabili delle modificazioni climatiche stanno anche determinando una progressiva e irreversibile alterazione del benessere soggettivo. Questo determina conseguenze negative dal punto di vista sanitario, sociale ed economico. In questo contesto le comunità, i sistemi sanitari, i singoli individui e le istituzioni devono adattarsi ai nuovi scenari, promuovendo politiche finalizzate non più prevalentemente alla diagnosi e terapia delle patologie ma, soprattutto, alla prevenzione primaria e al mantenimento dello stato di salute.


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