Autore: Intervista al Prof. Pierluigi Viale di Antonella Ciana

Come si affronta oggi la malattia, con quali farmaci e con quali risultati?
Il farmaco migliore che abbiamo oggi è l’ossigeno, e quindi la corretta l’assistenza respiratoria ai Pazienti. Per il resto, abbiamo pochi farmaci, perché le evidenze di letteratura sufficienti a definirli con certezza come efficaci sono ancora modeste.  Certamente, oltre all’ossigeno, il cortisone nelle forme di malattia più avanzate ha dato prova di efficacia, mentre il Remdesivir nelle forme di media gravità ha dati favorevoli, sebbene non del tutto convincenti. Il Remdesivir è un antivirale che era stato sviluppato per Ebola e che poi è stato utilizzato nell’àmbito infezione da COVID-19. Tutte le altre terapie che utilizziamo sono in realtà ancora oggetto di valutazione in trial clinici in corso, e quindi non si può ancora esprimere in alcun modo un giudizio definitivo, né sulla loro efficacia né sulla loro inefficacia.

Ci sono evidenze scientifiche internazionali sul fatto che la Vitamina D data quotidianamente a basse dosi possa avere un ruolo protettivo soprattutto nell’evitare che la malattia manifesti la parte più critica, come la Polmonite bilaterale e la difficoltà respiratoria: qual è il suo parere?
La Vitamina D è come l’Eparina, il Tocilizumab, la Clorochina… Tutti farmaci sicuramente degni di studio, ma che tuttora non hanno un trial clinico che dia certezze. Attualmente ci sono tanti farmaci allo studio, tutti meritevoli di attenzione clinica, ma prima di poter dire “questo funziona” o “questo non funziona” dobbiamo attendere risultati scientifici certi. Non sono d’accordo sul fatto di continuare a fare una Medicina empirica e basata sulle intuizioni: quando avremo delle certezze ci baseremo sulle certezze. Io ad esempio ho un’esperienza molto approfondita sull’utilizzo dell’Eparina, ma attendo i risultati del trial clinico che coordiniamo, esattamente come gli studi sulla Vitamina D. Voglio dire che tutto ciò che è intuitivamente efficace deve passare attraverso uno studio clinico randomizzato. So che ci sono ricercatori di una Università londinese che sono partiti in questi giorni con uno studio sulla Vitamina D, ma il mio modo di interpretare la ricerca scientifica è quello di attendere risultati certi.

 


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