Allergia alle arachidi, quali accorgimenti?

Autore: Dott.ssa Maddalena Parma

Sintomi di diversa gravità

I sintomi dell’Allergia alle arachidi possono essere vari e con diversi livelli di gravità. Innanzitutto può trattarsi di Sindrome Orale Allergica (così denominata perché i sintomi sono limitati alla mucosa del cavo orale), che rappresenta sicuramente la forma più comune ma anche la meno grave; altri possibili sintomi, affatto infrequenti, possono essere vomito, diarrea, orticaria, edema e anafilassi.
Quest’ultima rappresenta la manifestazione allergica più grave in quanto coinvolge contemporaneamente più organi e apparati e, se non trattata in modo veloce e adeguato, può provocare, purtroppo, anche la morte del Paziente. L’intervallo di tempo fra ingestione e reazione è variabile da pochi minuti a qualche ora e, come per altri alimenti, quest’ultima può essere accelerata o peggiorata dall’assunzione contemporanea di aspirina e/o altri farmaci antiinfiammatori, bevande alcoliche, esercizio fisico e alte temperature dell’ambiente circostante.

Per una diagnosi corretta

Per la diagnosi allergica, l’esame principale e necessario rimane sempre il Test cutaneo (Prick test), mentre il corrispondente di tale test sul sangue, ovvero il dosaggio delle IgE specifiche o RAST eseguito con estratto completo di arachide, risulta scarsamente attendibile in quanto induce di frequente falsi positivi e negativi. Altrettanto importante e utile è conoscere, identificare e dosare i singoli e molteplici allergeni dell’Arachide, in quanto alla loro presenza sono associati sintomi di gravità diversa. Negli ultimi anni ciò è reso possibile grazie a nuove tecniche di laboratorio che consentono di misurare gli anticorpi IgE specifici per gli allergeni molecolari attualmente disponibili non solo per l’arachide e per le altre sostanze alimentari ma, ad esempio, anche per quelle inalanti e per il veleno degli insetti imenotteri (api, vespe, calabroni, ecc.). In questo modo gli allergeni dell’arachide sono stati classificati in allergeni termo-gastro stabili (resistenti a calore e digestione) e allergeni gastro e termo labili (resi inattivi dalla digestione e dal calore): mentre ai primi sono associate in genere reazioni gravi, ai secondi, invece, reazioni più lievi. Fra gli allergeni gastro e termostabili troviamo, in particolare, le proteine di deposito, le più pericolose, e le LTP, che possono indurre sintomi gravi; fra quelli gastro e termo labili troviamo, al contrario, le PRP-10 (proteine simili all’allergene principale della betulla) e la profilina che possono provocare sintomi lievi e non pericolosi per la salute del Paziente.

Divieto di assunzione

Una volta stabilita la diagnosi che, naturalmente, deve essere il più precisa e specifica possibile, sia per poter dare al Paziente le indicazioni di comportamento alimentare corrette sia per non imporgli limitazioni dietetiche inutili e talvolta addirittura dannose, l’unica terapia e/o strategia di prevenzione attualmente possibile ed efficace, a parte il trattamento farmacologico e, qualora necessario, rianimatorio delle reazioni acute, è il divieto permanente e assoluto di assunzione di questo alimento. Da alcuni anni, nei bambini, si può tentare di procedere ad una desensibilizzazione orale, somministrando dosi via via crescenti di arachidi, tuttavia queste procedure possono provocare effetti collaterali e, quindi, devono essere eseguite in ambienti protetti e specializzati necessitando, comunque, di studi e osservazioni ulteriori.


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