Autore: Prof. Paolo Ranalli


Quali azioni benefiche?

Dall’analisi precedente si evince che l’identikit nutrizionale del Pomodoro si adatta perfettamente alle necessità del consumatore del terzo millennio: l’ortaggio è infatti povero di calorie (solo 17 per 100 grammi), adattandosi perciò alle “moderne” diete ipocaloriche, mineralizzante e vitaminizzante.
Va ancora ricordata la spiccata capacità del Pomodoro di stimolare la diuresi (proprietà diuretica) e di essere un ottimo rinfrescante e depurativo, utile ad eliminare le scorie in eccesso. Questa proprietà viene potenziata dalla presenza dello zolfo, per merito delle sue spiccate capacità disintossicanti.
Per la presenza di acidi organici, stimola la digestione salivare e gastrica: diminuendo il pH dello stomaco, viene infatti favorita la digestione (soprattutto degli amidi). Proprio per questo motivo, però, il Pomodoro è sconsigliato a chi soffre di irritazione gastrica, bruciore di stomaco e reflusso gastroesofageo.
Le fibre, emicellulosa e cellulosa, concentrate nella buccia, stimolano la motilità intestinale e contrastano la stipsi. Le ultime ricerche, infine, accreditano il Pomodoro come ipotensivo naturale, poiché avrebbe effetti di modulazione e riequilibrio della pressione arteriosa nei soggetti ipertesi.

Ricco di licopene

Il tipico colore rosso rubino del Pomodoro è dovuto alla presenza di un pigmento colorato, il licopene: un micronutriente naturale presente in alcuni alimenti di origine vegetale e appartenente al gruppo dei carotenoidi. Il Pomodoro ne contiene di più (da 3 a 40 mg/kg di prodotto fresco); altre fonti minori sono pompelmo rosa, arance rosse, carote, albicocche e cocomeri.
Il licopene ha spiccate proprietà antiossidanti e tale prerogativa lo rende particolarmente utile nel combattere l’invecchiamento, le Malattie cardiovascolari e persino alcune forme tumorali. La valenza salutistica del Pomodoro è associata principalmente alla presenza di licopene, molto efficace nel neutralizzare l’ossigeno “singoletto” (lo stato maggiormente reattivo dell’ossigeno), uno dei più potenti radicali liberi (molecole o atomi che possiedono un elettrone spaiato nell’orbitale più esterno e tendono a rubarlo ad altra molecola vicina, con il risultato che quest’ultima si ossida e diventa a sua volta instabile, dando inizio ad una serie di reazioni a catena).
Ci sono evidenze scientifiche che dimostrano che il licopene può ridurre l’incidenza del Cancro alla prostata e prevenire le Malattie neuro-degenerative (per esempio, l’Alzheimer). In combinazione con l’α- tomatina (uno dei più importanti metaboliti secondari della pianta fornito di proprietà farmacologico-salutistiche) contribuisce ad abbassare i livelli ematici di colesterolo e ad avere benefici su Pancreatite, Gastrite, Aterosclerosi e Malattie cardiovascolari.
La cottura prolungata spezza la struttura chimica del licopene rendendolo più attivo a livello cellulare; se ciò avviene con olio extravergine di oliva, la biodisponibilità e l’assorbimento di licopene aumentano di diversi ordini di grandezza. Da ciò la nostra tradizione culinaria di preparare sughi e ragù attraverso un lungo processo di cottura (di alcune ore). Tuttavia, se non c’è il tempo per preparare il nostro ragù vegetale, ancor prima di pensare di assumere licopene ed alfa-tomatina sotto forma di integratori, vale la pena cominciare ad utilizzare il concentrato triplo di pomodoro: una vera miniera di molecole antiossidanti!

Pomodoro come vaccino verde

Un vaccino a colazione, sotto forma di Pomodoro oppure banana, patata o insalata verde! È questa la frontiera più avanzata della genetica delle piante applicata alla prevenzione di patologie molto diffuse, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, come Epatite B, Colera e Dissenteria. Il procedimento? Dall’involucro del virus che si vuole combattere si preleva una proteina; quindi si seleziona un frammento di DNA in grado di produrla e si innesta tale frammento in un agrobatterio. Si infetta una pianta, per esempio di Pomodoro, con l’agrobatterio modificato. I Pomodori ottenuti dalla pianta trasformata, una volta ingeriti dall’uomo, sono in grado di indurre anticorpi specifici contro il virus di partenza. Mangiarli equivale quindi a prendere il vaccino! Con grande vantaggio per i paesi in via di sviluppo, poiché permette di superare i problemi legati alla catena del freddo necessaria per i vaccini tradizionali e i problemi igienici relativi alla somministrazione per iniezione. 


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