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Prodotti probiotici e difese immunitarie

Autore: Dott. Giuseppe Maria Rovera

L’integrazione dell’alimentazione con prodotti probiotici può contribuire ad un aumento delle difese immunitarie

Molto spesso gli slogan pubblicitari tentano di impartire facili soluzioni alle nostre domande su come diventare più sani e più forti. Non facciamoci ingannare: il discorso è più ampio, complesso e soprattutto non generalizzabile e non è purtroppo possibile fare prescrizioni dietetiche universali, sempre applicabili per tutti. Esistono al contrario fattori individuali, e pertanto variabili, di cui tenere conto prima di approntare un piano nutrizionale corretto.
In ambito dietologico, è comunque sempre necessario fare scelte ponderate e singolarmente valutate nel caso di persone già affette da malattie croniche (ad esempio con patologie immunodegenerative, neurodegenerative, insufficienze renali, ecc.) o come nel caso di Pazienti oncologici, trapiantati, o sottoposti a frequenti terapie antibiotiche o cortisoniche, che risulteranno sicuramente più vulnerabili rispetto a individui sani ed avranno certamente fabbisogni energetici differenti.
E’ altresì vero che un tipo di dieta indicata in un certo momento della vita di una persona, non potrà rimanere invariata nel corso della vita neppure per quello stesso individuo a cui era stata assegnata, ma dovranno essere attuate correzioni in funzione della variazioni di età, di metabolismo e di stile di vita, fattori che influiscono certamente anche sul sistema di difesa immunitario del nostro organismo.

Il ruolo di barriera della flora batterica

E’ comunque incontestabile che un’alimentazione sana e corretta, che sia adeguata alle nostre necessità e stili di vita, possa migliorare il nostro stato di salute e contribuire alla prevenzione di molte importanti
malattie.
Se parliamo specificamente di aumento delle difese immunitarie, non sono molti gli studi scientifici attendibili che mettano in correlazione diretta un certo di tipo cibo con una modificazione di attività dei linfociti o con altri elementi protagonisti delle risposte anticorpali. Esiste invece una correlazione certa e sempre più studiata tra salute generale dell’organismo e “flora batterica intestinale”. L’intestino ha un ruolo fondamentale infatti non solo nella digestione e assorbimento dei nutrienti ed eliminazione di scorie e tossine, ma anche di barriera e protezione da batteri e altri agenti patogeni, di regolazione metabolica e ormonale ed è sede importante di difese immunitarie (GALT Gut Associated Lymphoid Tissue).
Tutte queste funzioni passano attraverso la flora batterica intestinale. Ecco perché uno dei pochi consigli nutrizionali utili a mio avviso è l’integrazione dell’alimentazione con prodotti validi a base probiotica, meglio ancora se simbiotici (probiotici assieme a specifica parte pre-biotica).
Se per aumento delle difese immunitarie, intendiamo poi specificamente una riduzione del numero e della gravità delle affezioni stagionali, ossia dei cosiddetti “mali da raffreddamento” (Influenze virali, Mal di gola, Laringiti, Faringiti, Bronchiti), possiamo affermare in accordo con studi specifici, sia sperimentali che clinici, che l’integrazione quotidiana prolungata con alcuni prodotti simbiotici (contenenti probiotici e fibre prebiotiche, nutrimento essenziale per il loro sviluppo ed attecchimento) porta ad un chiaro aumento delle difese immunitarie. Questo in soggetti sani.

Come si forma

Ognuno di noi riceve la metà circa del proprio patrimonio personale di batteri intestinali in dote dalla madre per contaminazione al momento del parto, un‘altra parte nei mesi di allattamento tramite il latte materno stesso e per contaminazione dal capezzolo e compone la restante sempre per “contaminazione buona” da parte dell’ambiente esterno, inclusa la dieta. Esiste una correlazione tra incidenza di allergie e vulnerablità delle vie aeree in bambini venuti alla luce per parto cesareo che è maggiore rispetto a quelli per parto naturale; così come per quelli che non hanno avuto allattamento naturale. La ricerca di assoluta sterilità non è mai un bene per i neonati, perché nasciamo per fare parte ed essere noi stessi un piccolo-grande “ecosistema”. Da qui il mio invito alle neomamme di cercare di dare in dote al proprio bambino da subito un “patrimonio” fondamentale per la salute, ben fornito ed equilibrato di flora batterica intestinale.


 

I vantaggi dei probiotici

L’integrazione probiotica può portare vantaggi anche per stati patologici vari, quali Diabete, Sindromi metaboliche, Insufficienze croniche renali, Cistiti e patologie croniche ricorrenti delle vie urogenitali; tanto quanto nelle Malattie croniche infiammatorie intestinali, Infezione da Helicobacter Pylori, Celiachia, Sindrome dell’Intestino Irritabile, stati di Coliti spastiche, dolorabilità e gonfiore addominale, formazione eccessiva di gas (meteorismo e flatulenza) e molto altro ancora, non ultimo, anche nell’Obesità.

 I criteri per la scelta

Oggi, vista l’elevata offerta commerciale, occorre fare molta attenzione, perché non tutti i probiotici sono “buoni”, non tutti i prodotti a base di probiotici portano benefici alla salute e neppure quei risultati che promettono. Quello che dobbiamo guardare non è la simpatia della pubblicità, ma la composizione quali-quantitativa e le garanzie scientifiche offerte. Qui posso darvi dei semplici consigli, ben supportati da evidenze scientifiche. Sicuramente è meglio orientarsi verso prodotti che non contengano solo uno o pochi ceppi di batteri, ma è sempre consigliabile scegliere un prodotto con sistema “policeppo”, ossia con un “mix” di molte e diversificate specie batteriche (ad esempio: Lactobacillus Paracasei e Lactobacillus Plantarum, per le difese immunitarie, ma anche Lactobacillus Rhamnosus, che favorisce eliminazione dei germi patogeni impedendone adesione alle mucose, oppure Lactobacillus Plantarum, Bifidus Batterii infantis e Longum, importanti per l’azione prebiotica nel colon) in modo da non correre il rischio di creare uno stato di “disbiosi”, aumentando troppo la presenza di una sola specie. Inoltre, con un “mix” si è più sicuri di fornire un “re-infoltimento” migliore della nostra flora batterica a spettro più ampio, atta così a supportare più adeguatamente anche i diversi tipi di alimentazione .

Solo probiotici umani

Altro aspetto importante è poi quello di affidarsi solo a prodotti contenenti probiotici umani, non provenienti da altre specie animali, creati in laboratorio e manipolati geneticamente. Non sappiamo infatti ad oggi cosa potrebbero portarci nel presente e in futuro.
Dovete sempre poter leggere l’individuazione e la classificazione per esteso (ad esempio quale tipo di lactobacillo o bifido batterio), l’origine e la quantità: esiste infatti un minimo giornaliero per avere una certa efficacia.
È importante inoltre anche il tipo di formulazione (gocce, capsule, soluzioni o polvere in bustine), che deve garantire l’effettiva vitalità dei batteri al momento dell’acquisto e la veicolazione alla sede di interesse (ossia tutto l’intestino che è lungo mediamente 10 metri nell’essere umano), proteggendoli dall’attacco dei nostri diversi enzimi digestivi, che possono inattivarli.

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