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Glaucoma, la prevenzione è possibile

Autore: Prof. Dott. Demetrio Spinelli

Data l’assenza di sintomi di questa malattia, tutti i soggetti di età superiore a 40 anni dovrebbero eseguire una visita specialistica oculistica di controllo 

Il Glaucoma è una malattia oculare a carattere degenerativo caratterizzata dalla progressiva e irreversibile degenerazione strutturale e funzionale del nervo ottico e delle cellule nervose della retina. Questa patologia determina la perdita di tessuto nervoso con escavazione della papilla ottica (l’estremità intraoculare del nervo ottico) e difetti visivi di varia gravità. Se non diagnosticato e trattato in tempo, il Glaucoma può portare alla cecità. Il Glaucoma è la prima causa di cecità nel mondo con oltre 70 milioni di persone affette. Esistono diversi tipi di Glaucoma: malformativo, (congenito), primario (ad angolo aperto e ad angolo stretto/chiuso), secondario.

All’origine della malattia

L’origine della malattia è collegata a diversi fattori e, anche se a tutt’oggi il danno iniziale scatenante non è ancora chiaro, sembra che il più importante fattore di rischio sia l’incremento della Pressione Intraoculare (PIO) cui seguono le numerose alterazioni del nervo ottico responsabili della progressiva degenerazione dell’intera retina. Vi sono tuttavia altri fattori che possono indurre la patologia che meritano attenzione, tra questi la compressione meccanica, l’insufficienza vascolare nella testa del nervo ottico, associata alla deprivazione di fattori neurotrofici (un particolare tipo di proteine presenti nel cervello), alla neurotossicità da glutammato, alla tossicità dovuta al calcio intracellulare, allo stress ossidativo nonché all’attivazione di processi di autoimmunità.

Il Glaucoma più comune

Il tipo di Glaucoma più comune è quello primario ad angolo aperto o Glaucoma cronico, che inizia dopo la quarta decade di vita, la cui frequenza aumenta con l’età. È asintomatico. Il Paziente che ne è affetto non ha modo di avvertirne la presenza: la vista può essere eccellente, mancano disturbi irritativi, l‘occhio non e arrossato. Egli rischia di esserne informato solo quando la malattia è già in uno stadio avanzato (inciampa nei gradini, sbatte contro ostacoli i più disparati quali stipiti, sedie, ecc.).
Nel Glaucoma primario l’aumento del tono oculare è legato ad uno squilibrio tra la produzione di umore acqueo e la sua fuoriuscita per ostruzione delle vie di deflusso.
Il Glaucoma è caratterizzato da: escavazione della testa del nervo ottico e dello strato delle fibre nervose retiniche; riduzione del campo visivo, cioè la riduzione della capacità di vedere oggetti o persone che si trovano al di fuori del punto di fissazione; pressione dell’occhio (tono oculare) elevata.

Chi è a rischio?

Data l’assenza di sintomi nel Glaucoma cronico, tutti i soggetti di età superiore a 40 anni dovrebbero eseguire una visita specialistica oculistica di controllo. Esistono peraltro soggetti più a rischio di altri: le persone affette da Miopia, quelle con familiari più o meno stretti già affetti da Glaucoma, gli individui di razza africana, oltre a condizioni sistemiche quali Ipertensione generale, Malattie cardiovascolari, Diabete, TIA (mini Ictus) e Apnea notturna. A rischio ancora maggiore sono quei soggetti affetti da Ipertensione oculare, cioè da una pressione intraoculare superiore a 21 mmHg.

Come viene diagnosticato?

La diagnosi di Glaucoma avviene mediante misurazione della pressione (tono) oculare, esame della papilla ottica (nervo ottico), esame del campo visivo e attraverso tecniche di immagine che consentono misurazioni precise di tutti gli elementi del nervo ottico e dello strato delle fibre nervose.
Il tono o pressione oculare o intraoculare (IOP) è la pressione esistente all’interno del bulbo oculare, determinata dalla presenza di fluidi oculari, e in particolar modo dell’umor acqueo. Il suo aumento è attualmente il principale fattore di rischio per l’insorgenza del Glaucoma; il suo valore è variabile per ogni singolo soggetto e aumenta con l’avanzare dell’età.
In caso di Glaucoma, il campo visivo comincia a ridursi iniziando dalla periferia, cambiamento del quale il soggetto non si rende conto. Per campo visivo si intende l’area visiva percepita dall’occhio quando viene fissato un punto. Quando, dopo anni di evoluzione, il campo visivo è ridotto, la vista può anche essere molto buona ma il Paziente non vede più lateralmente. In fase terminale il campo visivo è ridotto ad una piccola porzione centrale.


Come si cura

Obiettivo della terapia è quello di arrestare la progressione del danno e di conservare un grado di funzione visiva e di conseguente qualità della vita adeguato alle esigenze dei singolo Paziente. La funzione visiva sia centrale (visus) che periferica (campo visivo) persa al momento della diagnosi è irrecuperabile. La pressoché unica “arma” terapeutica a nostra disposizione, allo stato delle attuali conoscenze, è la riduzione del valore di pressione intraoculare, a tutt’oggi il solo fattore di rischio trattabile nel Glaucoma per raggiungere la “pressione target”, cioè il valore pressorio che lascia integro l’equilibrio funzionale del soggetto, e mantenerla tale nel tempo.
L’efficacia del trattamento sembra essere maggiore quando ii Glaucoma viene diagnosticato in una fase iniziale, minore quando ii Glaucoma viene diagnosticato in una fase avanzata.
La terapia può essere medica, parachirurgica o chirurgica. La terapia medica consiste nell’instillazione di uno o più colliri. Per ottenerla si utilizzano uno o più farmaci per via topica (colliri ipotonizzanti) che garantiscono un abbassamento della pressione intraoculare e l’assenza di “picchi pressori”, ovvero una regolarità di tale pressione nelle 24 ore. Si tratta di sostanze che riducono la produzione di umore acqueo, ne migliorano il drenaggio, oppure aumentano il deflusso attraverso la membrana dell’occhio. È molto importante che questi farmaci vengano assunti regolarmente, in modo continuativo, e non vengano sospesi, senza il permesso dei Medico. A volte presentano effetti indesiderati che li rendono sgraditi; alcuni possono causare bruciore e arrossamento oculare, altri possono annebbiare la vista e provocare Cefalea. In certi casi interferiscono con l’attività cardio-respiratoria, ed è perciò indispensabile far conoscere al Medico Oculista i problemi personali di salute e le eventuali altre terapie cui ci si sta sottoponendo. Molti di questi disturbi sono legati alla presenza di conservanti che possono causare danni alla superficie oculare, per cui è consigliabile l’uso di colliri monodose, privi quindi di conservanti.
Esistono diverse classi di farmaci: i betabloccanti, gli inibitori della anidrasi carbonica, gli agonisti adrenergici, gli analoghi delle prostaglandine e i parasimpaticomimetici.
Come tutti i trattamenti sanitari anche la terapia anti glaucomatosa deve essere subordinata al consenso del Paziente. Anzi, trattandosi di una terapia continuativa, per la quale se si sospende la terapia, la malattia progredisce, è necessario che il Paziente sia coinvolto nella prescrizione dei farmaci e sia aderente al piano terapeutico; cioè abbia un comportamento coerente con le raccomandazioni del Medico. Quando l’uso dei colliri risulti poco efficace, si può pensare di rivolgersi alla Terapia Laser, diversa nei differenti tipi di glaucoma.
Ricordiamo l’Iridotomia yag laser che previene la chiusura improvvisa dell’angolo di scarico (nelle forme ad angolo stretto/chiuso) e la Trabeculoplastica argon laser (SLT e ALT) per ottenere un migliore funzionamento del tubo di scarico dell’umore acqueo. L’intervento chirurgico viene raccomandato per evitare un danno del nervo ottico che altrimenti progredirebbe in maniera inesorabile. La Chirurgia viene quindi indicata quando la Terapia Laser o la Terapia farmacologica non risultino efficaci nell’abbassare la pressione intraoculare.

Quale prevenzione?

Se hai più di 40 anni, se hai un famigliare affetto da Glaucoma, se hai patologie sistemiche quali Ipertensione generale, Malattie cardiovascolari, Diabete, TIA, Apnea notturna, se sei miope o se ti hanno riscontrato un tono oculare maggiore di 21 mmHg, vai subito dal Medico Oculista di fiducia.
Il Medico Oculista, e solo lui, sarà in grado, previa visita comprensiva di misurazione del tono oculare, spessore corneale, esame del fondo oculare in dilatazione, di indirizzarti sulla diagnosi. L’esame del campo visivo e le tecniche di imaging confermeranno l’eventuale sospetto.
Ricordati, solo il Medico Oculista è in grado di porre diagnosi di patologia oculare ed in particolare di Glaucoma, malattia oculare che non viene percepita ma che in silenzio e progressivamente spegne la vista. Per tale motivo è fondamentale la diagnosi precoce.
Se poi è stato diagnosticato un Glaucoma e prescritta una terapia con farmaci, è fondamentale riconoscere le modificazioni della malattia nel tempo. l parametri di riferimento sono il campo visivo e l’aspetto della papilla ottica, per cui è necessaria la ripetizione sistematica del campo visivo ad intervalli precisi con stadiazione della malattia, la documentazione della papilla ottica (OCT), la valutazione del dato tonometrico, al fine di verificare l’efficacia della terapia nel ridurre il tono oculare e di valutarne il rischio di progressione.
Anche se hai sempre visto bene e non hai mai avuto disturbi oculari, potresti avere il Glaucoma o essere a rischio di sviluppo. Il Glaucoma è una malattia oculare che tu non percepisci ma che in silenzio e progressivamente ti spegne la vista.
Il Glaucoma non è un tumore, il Glaucoma può essere riconosciuto e curato solo da un Medico Specialista Oculista. La terapia, qualunque essa sia, non porta un miglioramento della vista, blocca o cerca di bloccare, l’evoluzione del Glaucoma allo stadio in cui è stata fatta la diagnosi. Fatti sempre misurare il tono oculare dallo Specialista Oculista.

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