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Influenza e febbre: che fare?

Autore: Dott.ssa Sara SimonettiDott. Claudio CapraraDott. Enrico Montanari

Raffreddore, tosse, mal di gola, febbre: come affrontare efficacemente le Malattie stagionali

La stagione invernale ci espone ogni anno al rischio si ammalarci che aumenta proprio per le conseguenze del clima freddo e rigido, dello stare in luoghi chiusi riscaldati, spesso a contatto stretto con altre persone. Tutto ciò favorisce infatti il contagio e il diffondersi di forme influenzali e altre virosi respiratorie come quella da Coronavirus che attualmente ha una sintomatologia equivalente e solo in rari casi preoccupante.

In caso di febbre

L’esordio con febbre, Raffreddore e mal di gola è la forma più comune e che si presenta sia negli adulti che nei bambini e ragazzi in età scolare. Il primo consiglio importante, ma non scontato, è quello di stare in casa al caldo e al riparo. Questo per evitare complicanze ed anche per non diffondere ulteriormente il contagio. L’uso di antipiretici e antinfiammatori è decisamente da sconsigliare in quanto la febbre è proprio il primo e più efficace strumento di difesa che mette in atto il nostro sistema immunitario. Quindi limitarne l’uso a situazioni con febbre molto alta, superiore a 39⁰, e in caso di forte mal di testa o dolori muscolari molto disturbanti.
L’approccio corretto prevede una dieta leggera ricca di frutta, verdura, liquidi in abbondanza per idratare l’organismo; molto utili gli spray nasali con acqua marina e termale per sciogliere le secrezioni e lavare via i virus ed evitare la proliferazione batterica.
Questo approccio evita anche che lo scolo retronasale peggiori il mal di gola e favorisca la comparsa della tosse. Se il Raffreddore è molto fastidioso, il vecchio metodo dei fumenti rimane la soluzione più efficace per ridurre il malessere e velocizzare la guarigione.

Se arriva il mal di gola

La stragrande maggioranza dei mal di gola hanno origine virale e si esauriscono in pochi giorni con i rimedi di cui abbiamo parlato sopra, aggiungendo eventualmente qualche pastiglia da sciogliere in bocca, per attutire il fastidio, a base di estratti vegetali o propoli che hanno prevalentemente un effetto antinfiammatorio e idratante sulla mucosa oro-faringea.

Tosse, quali rimedi

La tosse è molto frequente e fastidiosa in questo periodo ma rappresenta un sintomo più problematico e difficile da eliminare, inoltre è prudente non sottovalutarla soprattutto nel Paziente in età più avanzata per le possibili complicanze che può presentare. In generale, se non si attenua o scompare nel giro di 10-15 giorni, richiede il consulto con il proprio Medico di famiglia che eventualmente valuterà correttamente la situazione per una diagnosi e una terapia mirata. Si raccomanda di evitare nel modo più assoluto l’automedicazione con antibiotici o cortisonici senza l’approvazione del proprio Medico curante.
In ogni caso all’esordio la tosse può trarre beneficio dall’uso di sciroppi e base naturale; infatti le piante medicinali balsamiche e mucolitiche sono solitamente la soluzione più efficace per le forme meno complicate, favorite anche dal bere molto durante la giornata e dall’uso di umidificatori o fumenti come dicevamo precedentemente.


Uso di integratori e/o vitamine

Attualmente in commercio sono disponibili in varie forme (capsule, gocce e sciroppi) molti integratori a base di piante medicinali quali Echinaea, Astragalo, Uncaria, Salice, Pelargonio, Zenzero, Timo, ecc.
Questi integratori possono essere utilizzati con buoni risultati per ridurre la durata e l’intensità della malattia ma è sempre opportuno il consiglio del proprio Medico di famiglia, del Farmacista e dell’Erborista esperto.

Lattoferrina

L’utilizzo della lattoferrina merita un maggiore attenzione per la caratteristica di essere un efficace inibitore della proliferazione virale e batterica in assenza quasi totale di effetti indesiderati. Va utilizzata ai primi sintomi a dosaggi adeguati (200-600 mg al giorno) e ha dimostrato, in recenti Studi scientifici, di favorire la guarigione dalle più diffuse virosi stagionali. Può essere utilizzata anche dagli intolleranti al lattosio in quanto non lo contiene affatto.

Vitamine A e C

La vitamina A (retinolo) è una vitamina liposolubile dotata di numerose funzioni biologiche. È di primaria importanza per la funzione visiva ed è essenziale anche per la crescita di ossa e denti nonché per il rinforzo del sistema immunitario, aumentando la resistenza alle infezioni. Questa vitamina è presente in prodotti di origine animale ma viene sintetizzata a livello intestinale a partire dal beta-carotene, una pro-vitamina appartenente alla famiglia dei carotenoidi, che si trova in modo particolare nei vegetali di colore giallo-arancione. I cibi ricchi di beta-carotene comprendono carote, zucca, patate dolci, melone, albicocche e pesche, ma anche verdure come spinaci e broccoli.
La vitamina C, o acido ascorbico, è un micronutriente dalla spiccata attività antiossidante in grado quindi di neutralizzare i radicali liberi e le altre specie reattive dell’ossigeno (ROS) prodotte dal metabolismo energetico; stimola inoltre le cellule deputate alla difesa dell’organismo (neutrofili, linfociti e macrofagi).
Frutta e verdura sono le principali fonti di vitamina C, tra le verdure quelle che ne contengono maggiori quantità sono peperoni, pomodori, broccoli, cavolfiori, cavoletti, spinaci, rucola e lattuga. Per quanto riguarda la frutta, troviamo la vitamina C negli agrumi (arance, limoni, mandarini e pompelmo), nei kiwi, nei frutti di bosco (in particolare il ribes) e nelle fragole. Anche alcune spezie come il peperoncino e il prezzemolo contengono vitamina C.

Sistema immunitario e Microbiota intestinale

Le difese immunitarie passano anche da un intestino sano. È noto ormai da tempo che esiste una relazione tra il microbiota intestinale e un’adeguata risposta immunitaria.
L’assunzione di probiotici aiuta a mantenere in equilibrio (eubiosi) l’intestino, evitando eventuali alterazioni (disbiosi) derivanti dalla crescita di batteri patogeni che diventano più numerosi di quelli “buoni”. I probiotici influenzano la risposta immunitaria attraverso vari meccanismi tra cui l’interazione con il tessuto linfoide associato all’intestino (GALT); inoltre alcuni studi hanno dimostrato come i probiotici promuovano la secrezione di Immunoglobine (IgA) e modulino quella di citochine, migliorando la resistenza alle infezioni.
Fonti alimentari di probiotici sono lo yogurt, il kefir e il tempeh. Per proliferare, i probiotici hanno bisogno a loro volta di nutrimento mediante i prebiotici, ovvero fibre alimentari non digeribili contenute in alcuni alimenti, tra cui fagioli, banane, aglio e cipolla. Per mantenere un buon equilibrio intestinale è importante anche tenere sotto controllo lo stress.

 Zinco per le cellule

Vari studi hanno dimostrato che un apporto insufficiente di zinco aumenta la propensione a sviluppare sindromi influenzali e disturbi respiratori principalmente di natura infettiva. Dal momento che l’organismo non è in grado di costruire riserve di zinco da utilizzare in caso di maggior fabbisogno, è necessario assumerlo quotidianamente attraverso l’alimentazione. I principali alimenti contenenti zinco sono molluschi, crostacei, carne di tacchino, pollo, manzo, legumi, frutta secca e semi; in minor quantità è contenuto anche in latticini e uova.

Altri micronutrienti

Oltre a quelli descritti, ci sono anche altri micronutrienti utili a mantenere l’efficienza del sistema immunitario, tra questi ricordiamo:

  • la vitamina E, di cui sono ricchi gli olii vegetali (olio evo, di arachidi, di mais, di semi di girasole), l’avocado, nocciole, mandorle, arachidi e semi olesosi;
  • le vitamine B6 e B12 che troviamo in cereali integrali, frutta secca, uova.

Importanti sono anche ferro, rame e selenio, metalli che, con la loro attività antiossidante, partecipano all’immunità cellulare e alla produzione di anticorpi.


 

L’importanza della vitamina D

Un’attenzione particolare, specie durante la pandemia da Covid-19, è stata posta nei confronti della vitamina D e sul suo ruolo protettivo nelle patologie respiratorie, anche di natura infettiva.
Da diversi anni si studia l’effetto immunomodulante di questa vitamina nonché il suo effetto antagonista sulla replicazione virale. Una revisione del 2014 ha esaminato le interazioni tra la vitamina D, il sistema immunitario e le patologie infettive, sottolineando come bassi livelli di vitamina D si associno ad una maggior frequenza di alcune patologie tra cui Infezioni respiratorie, Otiti, Enteriti e Influenza.
Una metanalisi del 2017 su 25 studi randomizzati, confermata da un ulteriore studio italiano del 2022 (pubblicato sulla rivista Acta Biomedica), evidenzia che assumere o integrare le necessarie dosi di vitamina D riduce l’incidenza di Infezioni respiratorie acute nei soggetti con valori inferiori a 16 ng/ml. Sulla base di questi risultati, molti studiosi hanno voluto approfondire l’eventuale ruolo protettivo di questa vitamina nei confronti del Coronavirus, seppur il mondo scientifico si divida ancora sull’argomento.
È comunque fondamentale assicurare al proprio organismo un corretto apporto di questa vitamina dal momento che è coinvolta anche nella prevenzione di altre patologie tra cui Osteoporosi, Patologie cardiovascolari e Patologie autoimmuni.

I valori corretti

Negli ultimi anni è sempre più frequente riscontrare bassi livelli di vitamina D, non solo nelle donne in età pre-menopausale o già in menopausa, ma anche in soggetti giovani di entrambi i sessi. Il giusto valore di vitamina D nel sangue non deve scendere al di sotto di 30 ng/ml.
Questa vitamina viene sintetizzata nella cute per effetto delle radiazioni ultraviolette emesse dalla luce solare che ne determinano la conversione in colecalciferolo; una volta prodotto nella cute, il colecalciferolo si accumula nel tessuto adiposo e poi, gradualmente, viene rilasciato per andare incontro ad un processo di idrossilazione, da cui ne deriva la forma attiva ossia il calcitriolo.
Durante l’inverno i livelli di vitamina D si riducono sensibilmente sia per la minor esposizione solare sia per l’esaurimento delle riserve e per questo motivo è importante sopperire alla sua carenza attraverso il consumo di cibi che la contengono e, talvolta, integrandola con specifici prodotti dietro parere e sotto controllo medico. I cibi contenenti questa vitamina sono per la quasi totalità di origine animale e comprendono i pesci grassi (sgombro, salmone, aringhe, sardine, tonno), l’olio di fegato di merluzzo, il tuorlo d’uovo e i funghi che rappresentano l’unica fonte vegetale di vitamina D.

 Oltre a questi importanti accorgimenti che quotidianamente possono concorrere a mantenere il nostro stato di salute in buone condizioni, è naturalmente consigliato, soprattutto nelle fasce di popolazione over 65 e per le persone “fragili”, sottoporsi alle vaccinazioni contro l’Influenza ed, eventualmente, il Coronavirus, sempre in accordo con il proprio Medico di famiglia.

 

 

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