Quando il cuore non riesce più a fornire la quantità adeguata di sangue all’intero organismo siamo di fronte ad Insufficienza cardiaca. Questa patologia, ormai molto diffusa, rappresenta una vera e propria sfida per il Servizio Sanitario Nazionale: nonostante i progressi degli ultimi 30 anni, principalmente nel campo delle Sindromi coronariche acute, la prognosi dei Pazienti con Insufficienza cardiaca avanzata resta scarsa, con una mortalità a 5 anni prossima al 50%. Inoltre, il costante incremento dell’età media generale sta portando ad un aumento della popolazione di malati in termini assoluti e alla necessità di cure sempre più costose e prolungate. Purtroppo gli strumenti diagnostici e terapeutici che abbiamo a disposizione non sono in grado di risolvere il principale problema, rappresentato dal recupero dei segmenti di muscolo cardiaco danneggiati durante un attacco, sia esso ischemico (Infarto miocardico acuto) o di altra natura (di tipo infiammatorio, come ad esempio nelle Miocarditi). Recuperare i segmenti di miocardio danneggiati consentirebbe di arrestare il processo di rimodellamento e la conseguente disfunzione contrattile del muscolo cardiaco.
Staminali derivate dal midollo osseo
Il programma europeo “Horizon 2020: sanità, evoluzione demografica e benessere” pone come sfida imprescindibile lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per i Pazienti con Insufficienza cardiaca, con l’obiettivo di ridurre la mortalità e il tasso di ospedalizzazione. Negli ultimi anni, pertanto, la Medicina Rigenerativa è stata vista come una possibile risorsa in grado di fornire una risposta convincente.
Il Dipartimento di Scienze Cardiovascolari del Policlinico Gemelli è da anni impegnato nello sviluppare questa linea di ricerca in maniera originale e ha condotto le prime sperimentazioni cliniche per testare l’utilizzo di Cellule Staminali derivate dal midollo osseo (BMSC) oppure da fattori di crescita, come il “Granulocyte-Colony Stimulating Factor” (G-CSF), in grado di mobilizzare a livello sistemico le cellule progenitrici midollari. Le Cellule Staminali derivate dal midollo osseo sono in grado di trasformarsi in diversi tipi cellulari, tra cui i cardiomiociti, ossia le cellule che compongono il tessuto muscolare cardiaco. L’iniezione di Cellule Staminali BMSC in Pazienti con Infarto Miocardico Acuto (IMA) o Cardiopatia ischemica cronica si è rivelata una tecnica sicura ed efficace nel migliorare la funzione ventricolare.
Una recente analisi ha confermato che l’infusione di BMSC nei Pazienti con Infarto acuto del miocardio porta ad un aumento della frazione di eiezione (ossia dell’efficacia del cuore nel pompare il sangue) nei soggetti osservati. Nonostante il miglioramento non sia marcato, resta tuttavia significativo, perché paragonabile a quello osservato nei Pazienti trattati con beta-bloccanti e ACEinibitori nello Scompenso cardiaco, e si associa ad una riduzione della mortalità e ad un miglioramento della qualità della vita.
Sulla base dell’esperienza acquisita, il Dipartimento di Scienze Cardiovascolari del Policlinico Gemelli è entrato a far parte del Consorzio europeo che condurrà lo Studio clinico BAMI, il più grande mai realizzato sull’utilizzo di Cellule Staminali nei Pazienti con Infarto Miocardico Acuto e disfunzione contrattile. Il fine sarà stabilire se la Terapia cellulare avanzata con Staminali Midollari, in aggiunta alla terapia standard, è in grado di ridurre il tasso di mortalità per Infarto del 25% e ridurre il tasso di re-ospedalizzazione del 15% nei Pazienti con Insufficienza cardiaca post-ischemica.

Staminali Cardiache
Più recentemente, alla strada intrapresa con le Cellule Staminali di origine midollare, si è aggiunta quella delle Cellule Staminali Adulte residenti nel miocardio. Estesi studi hanno infatti dimostrato l’esistenza di una popolazione di staminali all’interno del cuore umano adulto, le Cellule Staminali Cardiache (CSC) umane, e hanno descritto le modalità per l’isolamento e l’espansione di queste cellule da piccoli campioni di tessuto cardiaco.
Le ricerche effettuate sembrano indicare quindi che le Cellule Staminali Cardiache potrebbero partecipare alla regolazione del “ricambio” dei miocardiociti (le cellule che compongono il tessuto cardiaco) e di conseguenza contribuire al recupero del miocardio danneggiato a seguito di un attacco cardiaco.
Le CSC sono multipotenti, cioè possono differenziarsi in diversi tipi di cellule, ed hanno capacità auto-rigenerativa e clonogenica, possono cioè riprodursi e generare una colonia di cellule.
Recentemente le Cellule Staminali Cardiache sono entrate nello scenario clinico e per la prima volta sono state utilizzate in Pazienti affetti da Scompenso cardiaco cronico. I primi risultati hanno evidenziato benefici di portata inaspettata: la somministrazione di CSC autologhe (prelevate dallo stesso organismo) è risultata associata in media ad un aumento della frazione d’eiezione di 12,3 punti percentuali. Tale miglioramento degli indici di funzionalità cardiaca si accompagna ad un significativo miglioramento della qualità della vita del Paziente. Nel complesso, gli studi clinici suggeriscono che il potenziale rigenerativo delle Cellule Staminali Cardiache sia comunque estremamente variabile ed influenzato dalle caratteristiche peculiari di ciascun Paziente.
Rigenerare il tessuto danneggiato
I dati preliminari degli studi sui Pazienti affetti da Scompenso cardiaco cronico hanno messo però in evidenza come, nella maggior parte dei casi, si abbia un significativo aumento della funzione contrattile, mai visto prima con l’uso di cellule staminali di origine diversa. Questi dati, seppure limitati ad un numero esiguo di Pazienti, sono estremamente promettenti e ci fanno ipotizzare che il meccanismo alla base di tale miglioramento sia una vera rigenerazione del tessuto danneggiato. Inoltre, al momento non sembrano esserci effetti indesiderati come le Aritmie o la degenerazione in senso tumorale. In estrema sintesi, le Cellule Staminali Cardiache sono cellule già presenti all’interno del cuore, che per tutto l’arco della vita si occupano di mantenere il ricambio cellulare: sarebbe impossibile pensare che le cellule cardiache, che si contraggono in media 70 volte al minuto per 80 anni circa, siano le medesime dalla nascita. In condizioni di stress, come nel caso dell’Infarto, devono essere prelevate, selezionate e fatte giungere dove il tessuto ha formato una cicatrice, iniziando a svolgere il loro compito: riparare il tessuto lesionato, restituendogli la funzionalità contrattile e rilasciando sostanze protettive. Essendo cellule del malato stesso, inoltre, le Staminali Cardiache non presentano problemi etici o di rigetto e si prestano a una terapia realmente personalizzata, adattata ad ogni Paziente e calibrata sulla base dello specifico scenario clinico.