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Estratti vegetali per proteggere la salute

Autore: Marco Biagi Ph.D.

Gli estratti vegetali di Echinacea, Propoli, Ginseng e Aloe sono in grado di potenziare le nostre difese immunitarie

Il sistema immunitario è il più complesso “network” funzionale del nostro organismo e con il tempo si è evoluto per proteggerci da batteri, virus e funghi, e più in generale dai cosiddetti “stressors” (eventi o sollecitazioni che causano stress) esterni o endogeni. Definire un quadro della fisiologia del sistema immunitario è un’impresa ardua, oltre che l’oggetto di una materia estremamente specialistica. Tuttavia è possibile semplificare, chiarendo che molti animali, uomo compreso, esibiscono un’immunità innata e all’occorrenza, quando questa diventa insufficiente, subentra in aiuto un’immunità adattativa.   

Come funziona il sistema immunitario

Il tessuto immunitario è costituito da più di mille diverse proteine, cellule, e interi tessuti come quello epiteliale che rappresenta la nostra prima difesa fisica. Il ruolo chiave  nell’immunità, tuttavia, lo giocano gli anticorpi, i linfociti (cellule presenti nel sangue adibite alla risposta immunitaria) e i monociti che maturano in macrofagi (la cui funzione principale è quella di inglobare particelle estranee, come i microrganismi, e distruggerle).
Quando un agente viene riconosciuto come estraneo (in immunologia “non self”), viene attivata una sofisticata e fine cascata di eventi che comporta il richiamo di cellule e mediatori, che hanno il compito di uccidere ed eliminare l’agente stesso.

La risposta infiammatoria

Mi perdonino gli Immunologi per la mia definizione estremamente imprecisa, ma per semplicità e chiarezza potremmo definire l’attivazione immunitaria come il primo evento della risposta infiammatoria. Questo concetto ci permette di comprendere quindi come la stessa attivazione immunitaria debba essere modulata in maniera assolutamente precisa per non prolungare un processo che condurrebbe inevitabilmente ad un progresso infiammatorio di tipo patologico. Un intreccio così intenso di segnali e mediatori viene tuttavia spesso disturbato e non sempre riesce ad equilibrarsi. Non è azzardato quindi sostenere che tutte le patologie degenerative, che oggi rappresentano la maggiore preoccupazione a livello sanitario, dalla Neurodegenerazione all’insorgenza dei tumori, dipendono da uno squilibrio infiammatorio.
L’inquadramento appena fatto ci fa riflettere su come sia difficile anche solo ipotizzare il “farmaco perfetto” che riesca ad aiutare e rinforzare le nostre difese immunitarie senza essere un potenziale pro infiammatorio: dovremmo poter disporre di una sostanza capace di allertare l’attivazione di linfociti e monociti, quando questa sia naturalmente insufficiente a contrastare un agente patogeno, e allo stesso tempo che sia capace di spegnere l’interruttore dell’infiammazione quando questa sia troppo accentuata. La brutta notizia è che la ricerca farmaceutica, vaccini specifici a parte (che, dobbiamo sottolineare, hanno salvato miliardi di vite in 50 anni), nonostante gli enormi sforzi spesi oggi, può vantare solo la creazione di analoghi biologici dei mediatori naturali: in particolare gli interferoni e pochissimi farmaci di sintesi.

L’efficacia della Fitoterapia

La bella notizia, invece, è che diversi prodotti naturali sono dotati di una consistente efficacia immunomodulante, ovvero sono in grado di regolare le complesse funzionalità delle risposte immunitarie. La Fitoterapia può vantare in quest’ambito un ruolo molto importante e oggi la ricerca scientifica più avanzata sta rivolgendo parecchia attenzione proprio allo studio degli estratti vegetali. Nei miei articoli precedenti ho sempre puntualizzato le peculiarità e le potenzialità farmacologiche della Fitoterapia, che dipendono esclusivamente dall’utilizzo di miscele complesse di diversi principi attivi. Parlando di immunomodulanti, diventa molto chiara la straordinaria funzionalità di prodotti che contengono contemporaneamente molecole capaci di agire su diversi bersagli biologici, a volte contrapposti.


I probiotici

Un discorso a parte, perché non di pertinenza della Fitoterapia, meritano i probiotici. Si tratta di batteri del genere “Lactobacillus” e “Bifidobacterium”, che sono tra i più potenti immunomodulanti che si conoscano. I probiotici, che per definizione devono agire da vivi, essendo batteri stimolano di per sé l’attivazione di linfociti e monociti, ma soprattutto colonizzano l’apparato gastrointestinale contrastando la proliferazione di altri batteri patogeni, causa di infezioni e infiammazione. Sono numerosissimi infatti gli articoli, anche clinici, che riportano il benefico utilizzo di probiotici in diverse indicazioni di prevenzione e trattamento di patologie respiratorie, urinarie e gastrointestinali. 

Echinacea

Tornando alla Fitoterapia, i prodotti sono in tale numero che è possibile collocare ogni pianta medicinale con una sua precisa indicazione terapeutica. Per la prevenzione delle comuni malattie da raffreddamento, che causano un abbassamento delle difese immunitarie, la pianta medicinale più indicata a mio parere è l’Echinacea. Con questo nome si intendono in realtà tre specie diverse dello stesso genere: “Echinacea pallida”, “Echinacea angustifolia” ed “Echinacea purpurea”. Delle prime due specie si utilizzano le radici, mentre di Echinacea purpurea si possono utilizzare tanto le radici quanto la pianta intera.
Le parti sotterranee delle piante di Echinacea contengono in particolare polisaccaridi e derivati dell’acido caffeico, che sono in grado di attivare efficacemente i macrofagi e i linfociti. L’Echinacea è una pianta universalmente conosciuta ed apprezzata, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Agenzia Europea per il Farmaco (EMeA) classificano le specie proprio con l’indicazione della prevenzione delle malattie da raffreddamento. L’Echinacea può essere assunta come estratto secco (titolato in Echinacoside), al dosaggio di 100 mg al giorno, oppure come tintura (con contenuto alcolico del 50%), al dosaggio di 40 gocce per tre volte al giorno.  

Propoli

Se l’Echinacea è la pianta medicinale più adatta per la prevenzione delle Malattie da raffreddamento, la Propoli è senza dubbio il prodotto più indicato per la cura di queste malattie. Prodotta dalle api, ma di origine vegetale, presenta un’eccellente azione antibatterica nei confronti degli stafilococchi e streptococchi, che rappresentano gli agenti patogeni più comuni del cavo orale e faringeo. In più, la Propoli possiede un’interessante funzione di regolazione del sistema immunitario. Questo prodotto dovrebbe essere assunto sia come tintura spray ad uso locale, per nebulizzazioni sul cavo oro-faringeo, che come estratto secco ad uso orale, al dosaggio di 500 mg al giorno.

Pelargonio

Da pochi anni anche in Italia abbiamo un farmaco vegetale tradizionale registrato con l’indicazione del trattamento delle affezioni delle alte vie respiratorie: “Pelargonium sidoides” (volgarmente detto Pelargonio o Geranio sudafricano). La caratteristica principale del Pelargonio è quella di essere un buon antivirale e di agire molto bene a livello polmonare. Il Pelargonio emerge sicuramente per essere un farmaco vero e proprio, più precisamente è uno dei due farmaci vegetali tradizionali disponibili in Italia. Acquistabile solo in farmacia, questo prodotto prevede un dosaggio giornaliero di 60 mg di estratto secco in forma di compressa.


 

Uno sguardo all’Oriente

Parlando di estratti immunostimolanti utili in caso di affaticamento psicofisico, la Cina e l’Oriente in genere ci forniscono da sempre i prodotti più interessanti. Ginseng, Eleuterococco, Andrografis e Astragalo sono piante medicinali con un potente effetto di attivazione immunitaria. Gli estratti ottenuti dalle foglie di Andrografis sono anche utilizzati efficacemente, come l’Echinacea, per la prevenzione delle comuni Malattie da raffreddamento. Per quanto riguarda invece l’Astragalo, l’Eleuterococco e il Ginseng, la parte della pianta utilizzata in Medicina sono le radici. In Cina si sostiene che queste piante siano utili per nutrire e tonificare diversi apparati, oltre ad aumentare l’appetito e il tono psicofisico.

Il Ginseng

Tra le piante orientali, il Ginseng è sicuramente la più studiata anche in Occidente, dove ha un posto di prestigio nei testi ufficiali di EMeA (“European Medicines Evaluation Agency”), OMS e diverse Farmacopee del mondo. Oltre alla già descritta capacità immunostimolante, data in particolare dai polisaccaridi, nelle radici di Ginseng sono presenti saponine denominate ginsenosidi, un particolare tipo di molecole in grado di agire sull’asse ipotalamo-surrene, determinando una migliore risposta allo stress. Il Ginseng, tra l’altro, può essere considerato tra le poche specie indicate anche per i Pazienti affetti da tumore con le difese immunitarie ridotte in seguito alla Chemioterapia. Il Ginseng può essere assunto come droga essiccata e polverizzata, al dosaggio di 1 g al giorno o, meglio, come estratto secco al dosaggio di 200 mg al giorno.

Il gel di Aloe

L’excursus sugli immunomodulanti non può che concludersi con il prodotto più indicato per le problematiche infiammatorie di tipo cutaneo, il gel di Aloe, a volte impropriamente chiamato succo di Aloe. In breve, infatti, in farmaceutica il succo di Aloe è quel liquido bruno che si ricava dalla parte più esterna delle foglie e che contiene un’alta concentrazione di antrachinoni, sostanze dotati di potere lassativo. La spremitura della parte centrale mucillaginosa delle foglie, che invece è priva di antrachinoni, fornisce quello che commercialmente si definisce succo, il gel di Aloe. Le specie più utilizzate per ottenere il gel sono l’Aloe vera (più correttamente denominata “Aloe barbadensis”), “Aloe ferox” e “Aloe arborescens”. Il gel di Aloe contiene oltre il 95% di acqua, un’alta concentrazione di polisaccaridi (tra cui il più importante singolo costituente, l’acemannano), sali minerali, vitamine e acidi organici. L’assunzione di due-tre cucchiai di gel di Aloe al giorno (con titolo minimo di 5 g/l di polisaccaridi totali) è molto indicata per regolare le patologie infiammatorie della cute, ma il gel di Aloe ha anche ottime proprietà di attivazione dei macrofagi e, per la sua composizione chimica, può essere considerato in senso generale un ottimo depurante

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