Autore: Dott.ssa Chiara CecchinatoDott. Adalberto Bordin

Orientarsi nel tempo

Le persone anziane, magari in pensione da lungo tempo, possono fare fatica anche a seguire il reale passaggio del tempo: con l’inattività professionale, infatti, i giorni e le settimane tendono a diventare tutti uguali. Ne deriva, quindi, la necessità di una diversa modalità di riferimento per avere consapevolezza del tempo che scorre: ma come fare?
In realtà non serve ricorrere a grandi stratagemmi, basta porre alcune semplici domande come ad esempio in che anno siamo, in quale mese, in che giorno della settimana e in quale stagione. Queste domande vanno riproposte tutti i giorni anche più volte durante la giornata e nel caso l’anziano non desse risposte precise non è opportuno farlo notare ma piuttosto fornirgli degli indizi che lo aiutino a rispondere correttamente da solo. Risulta molto utile, in questo senso, lasciare sempre a sua disposizione un calendario ben visibile e non più alto di un metro e mezzo da terra (se più alto la visione potrebbe essere incerta), da aggiornare quotidianamente. Teniamo presente, però, che sbagliare giorno può succedere anche ai più giovani! Pensiamo ad esempio al periodo in cui siamo in ferie, quando ci accorgiamo di non ricordare se è mercoledì o giovedì: ciò accade perché in quel momento non abbiamo particolari scadenze da rispettare.

Leggere insieme

Un altro modo per aiutare le persone anziane ad orientarsi nel tempo, ma anche nello spazio, è la lettura del giornale. Leggendo insieme quotidianamente e commentando le notizie, infatti, si può allenare contemporaneamente la memoria, l‘orientamento temporale e quello spaziale. Questo, d’altra parte, è un consiglio utile per tutti: confrontarsi con gli altri e scoprire punti di vista diversi, ci mantiene attivi e informati, ampliando le nostre conoscenze e migliorando potenzialmente anche le nostre relazioni sociali.

In caso di Demenza avanzata

Quando è impossibile, per anziani affetti da Demenza grave, svolgere gli esercizi indicati, occorre predisporre tipologie di attività più semplici e facili da comprendere ed eseguire: ciò, anche per evitare che la persona in questione, rendendosi conto di non riuscire a svolgere le attività richieste, si demoralizzi e si rifiuti di collaborare.
Colorare disegni prestampati, ad esempio, può essere una buona idea: è importante, tuttavia, evitare soggetti per bambini come orsetti e cartoni animati, optando invece per figure che riguardano le stagioni, le festività o gli eventi imminenti, ad esempio i fiori in primavera o la spiaggia d‘estate, oppure ancora i mandala (disegni geometrici).
Questa attività è utilissima non solo per tenere viva la manualità, ma anche per mantenere vigile l’orientamento nel tempo.
Altri esercizi utili potrebbero essere quelli consistenti in attività pratiche come piegare tovaglioli di carta, ritagliare immagini, fare piccoli lavori di casa e ascoltare musica, garantendo la supervisione costante di un familiare o di una persona di fiducia; è comunque fondamentale proporre attività gradite.

Attività fisica, possibile anche in casa

Un’indicazione generale altrettanto importante, rivolta ai familiari, è quella di cercare di coinvolgere i propri cari anche nelle attività familiari quotidiane, per cercare di mantenere allenate le capacità il più a lungo possibile: per esempio apparecchiando o sparecchiando la tavola, piegando i vestiti oppure spazzando il pavimento, tutti movimenti semplici ma che aiutano a mantenersi attivi. Non è necessario infatti andare in palestra, si può camminare in casa o passeggiare in giardino e per strada: la palestra e il Fisioterapista servono per riabilitare dopo eventi neurologici acuti oppure eventi tramatici, non per il tipo di movimento che consigliamo qui e che, anche se è lento e impreciso, deve sempre essere eseguito. Durante la deambulazione, tuttavia, sarà necessario che l’anziano venga sorvegliato e monitorato senza che gli sia negata la possibilità di un cammino autonomo, seppur modificato: spesso, infatti, si nota da parte dei familiari un eccesso di protezione potenzialmente dannoso per la loro autostima e quindi per la loro reale capacità di muoversi da soli.
Per concludere, la parola d’ordine per combattere e rallentare l’involuzione fisiologica dell’invecchiamento è, per tutti, il movimento che però, per essere davvero efficace e terapeutico, deve includere contemporaneamente corpo e mente.

Per approfondire: Busato, Cecchinato, Girardello - E ora che faccio? Attività da svolgere con l’anziano in RSA o a domicilio - Editrice Dapero - Piacenza 2020 


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