Partorire in casa, quali rischi?

Autore: Prof. Fabio MoscaDott. Stefano Martinelli

Requisiti di sicurezza obbligatori

Secondo le Linee Guida internazionali, per garantire che il parto a domicilio non determini rischi inaccettabili per la madre e il bambino, è necessario che vengano rispettati alcuni requisiti di sicurezza fondamentali:

  • una corretta identificazione dei fattori di rischio assoluto (assenza di precedenti parti, anormale dimensione o posizione fetale, pregresso taglio cesareo, età materna maggiore di 35 anni, età gestazionale inferiore o uguale alle 41 settimane, gemellarità), per i quali è stato dimostrato un aumento del rischio di mortalità neonatale, controindicando quindi una modalità di partorire differente da quella ospedaliera;
  • il parto a domicilio deve essere inserito all’interno di un sistema di assistenza alla gravidanza e all’evento nascita ben integrato con le strutture ospedaliere, come nel caso di paesi come il Regno Unito e l’Olanda: qui le Ostetriche sono parte integrante dei servizi di maternità ed hanno una grande esperienza anche in termini di numero di parti assistiti, dovendo garantire training e standard professionali certificati; questo include naturalmente un grado di formazione che le renda capaci di far fronte alle emergenze e che consenta loro di stabilizzare la situazione clinica in attesa dell’aiuto ospedaliero;
  • il parto a casa deve far parte di un network ben integrato e organizzato con i vari Centri ospedalieri che, come nel Regno Unito, prevedono che in caso di parto domiciliare l’Ospedale più vicino venga preallertato e che si costituisca un canale di comunicazione diretto e preferenziale;
  • deve essere previsto un sistema di trasporto di emergenza efficiente: sempre nel Regno Unito, se un’Ostetrica chiama l’Ospedale per richiedere un supporto di emergenza, l’ambulanza con il personale addestrato arriva a domicilio entro 8 minuti;
  • il domicilio dove avviene il parto non deve essere lontano dall’Ospedale: la distanza ideale, infatti, non deve superare il raggio di 5 chilometri;
  • il luogo dove avviene la nascita deve avere riferimenti logistici adeguati, come una buona accessibilità e adeguate condizioni igieniche.

Cosa succede in Italia

Nel nostro Paese, l’attuale contesto organizzativo del percorso nascita raramente garantisce il rispetto dei requisiti di sicurezza indicati, rendendo il parto a domicilio, a tutti gli effetti, una pratica notevolmente più rischiosa rispetto a quello in Ospedale.
I genitori, quindi, per affrontare questo evento unico e delicato nelle condizioni di maggior sicurezza possibile, dovrebbero essere sempre adeguatamente informati sui potenziali rischi e sui limiti del parto in casa, anche quando pianificato, e in presenza di quelle condizioni che vengono definite a basso rischio.

Umanizzare l’evento nascita

In definitiva, la strada più sicura e percorribile resta senza dubbio quella all’interno dei nostri Ospedali, demedicalizzando l’evento nascita e favorendo modalità organizzative e strutturali più attente agli aspetti fisiologici di chi lo vive, ma sempre pronte ad intervenire in caso di urgenze. D’altra parte, la Società Italiana di Neonatologia (SIN), pur accogliendo favorevolmente questo nuovo modello organizzativo, ribadisce con forza quanto la cura del neonato debba essere affidata esclusivamente al Pediatra e al gruppo di professionisti da lui coordinati e formati espressamente per questo compito.
Appena nato, infatti, per evitare che possano sfuggire problematiche inizialmente poco evidenti, il neonato, già a partire dal primo contatto pelle-pelle con la madre, viene sottoposto ad una serie di screening e di valutazioni cliniche che proseguono per tutta la durata della degenza e che permettono di dimettere in tutta sicurezza sia lui che la mamma. 


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