Intestino, il secondo cervello

Autore: Dott. Fernando Perrone

 

Intestino e funzioni psichiche

Le prove della reale capacità dell’intestino (microbioma) di modulare le funzioni psichiche sono ormai molteplici, come quelle ottenute da alcuni ricercatori dell’Università della California, pubblicate su JAMA, che hanno dimostrato che in un gruppo di donne sane è possibile ridurre la risposta ad un compito che scatena ansia, modificando il microbiota, con l’assunzione, due volte al giorno, di una bevanda a base di latte fermentato contenente alcuni ceppi di Bifidi, Lactococchi, Streptococchi e Lactobacilli. La variazione di comportamento di queste donne ha trovato corrispondenza in una ridotta attività di una rete di neuroni responsabili della risposta ansiosa registrata dalla Risonanza Magnetica cerebrale. Come controprova, in un altro gruppo di donne che avevano assunto una bevanda non fermentata, e quindi non contenente lo stesso mix di batteri, non si è verificata né la riduzione della risposta ansiosa né le modifiche alla Risonanza Magnetica.
Altri esperimenti effettuati sui topi hanno dimostrato che, scambiando il microbiota da un topo “ansioso” ad un altro che non lo era, le “qualità” di atteggiamento si invertivano; non solo, si è potuto sperimentare che alcuni ceppi di Campylobacter Jejuni aumentavano la propensione all’ansia mentre Lactobacilli e Bifidi la riducevano. Partendo allora dall’assunto che la manipolazione del microbiota può portare a curare alcune malattie legate ad alterazione della comunicazione psico-immunitaria tra i “due” nostri cervelli, un gruppo di ricercatori della McMaster University del Canada sta sperimentando una terapia a base di alcuni ceppi di Bifidobacterium per persone affette da Sindrome dell’Intestino Irritabile.

Nuovi orizzonti

Si sta quindi aprendo un’interessante linea di ricerca e di studio sulla interazione tra microbioma intestinale, alimentazione con cibi fermentati, assunzione dei cosiddetti probiotici, concentrati batterici meglio noti come fermenti lattici, e funzioni cerebrali. Non è più solo una ipotesi quella di praticare un trapianto dell’intero microbioma da un donatore sano ad un Paziente affetto da patologie neuropsichiatriche, immunitarie, metaboliche o degenerative. Inoltre, se per studiare germi, microbi e batteri, non solo del nostro corpo ma di tutto l’ambiente in cui viviamo, è stato finanziato e lanciato il suggestivo programma “National Microbiome Iniziative” dalla Casa Bianca di Obama, vuol proprio dire che la posta in gioco è davvero alta!


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