Autore: Prof. Costantino Romagnoli

 

Il post parto

Su tutto il territorio nazionale si è ormai imposto il “rooming-in”, quella forma di degenza post parto che consente alle madri, nel caso di parto senza complicanze, di tenere il neonato nella propria stanza d’ospedale accanto al proprio letto. In molti Centri il “rooming-in” è soltanto diurno oppure a richiesta della madre, in altri è senza limiti di tempo, 24 ore su 24 fino al momento delle dimissioni. Un particolare accento, però, va posto su come migliorare e ottimizzare il “rooming-in”. È importante che la convivenza madre-neonato sia comunque attuata con un periodico controllo di entrambi, il che richiede un impegno di risorse umane non indifferente. Un altro problema è quello delle madri che non sono in grado di gestire il proprio neonato, a causa di patologie o parti operativi (cesareo oppure parto vaginale con ventosa o forcipe): di qui la necessità di impiegare personale dedicato, che possa aiutare la madre in questa fase molto delicata.

Sostenere l’allattamento al seno

Nessun Medico potrebbe mai sostenere che incentivare l’allattamento al seno sia una pratica erronea. Il sostegno deve iniziare nei corsi pre-parto, deve poi essere attuato attraverso un adeguato “bonding” al momento del parto e deve quindi essere sostenuto energicamente nei primi giorni del ricovero in ospedale quando, soprattutto le donne alla prima gravidanza, possono infatti incontrare maggiori difficoltà ad avviare l’allattamento al seno.
Un tempo le madri che avevano partorito venivano dimesse dall’ospedale dopo cinque giorni, consentendo un adeguato controllo di madre e neonato e fornendo maggiore assistenza all’avvio dell’allattamento al seno. Negli anni questa pratica è stata modificata, per ridurre la medicalizzazione del parto e soprattutto tagliare la spesa ospedaliera. Oggi i neonati vengono generalmente dimessi dopo 48 ore dal parto (in alcuni Centri anche prima). Certamente questo riduce i problemi legati all’ospedalizzazione, con l’inconveniente, però, di esercitare un minor controllo clinico di madre e neonato.
Diventa quindi necessario assicurarsi che la dimissione sia “protetta”, il che significa che bisogna prevedere controlli per madre e neonato in tempi brevi (48-72 ore dopo la dimissione) per verificare la normalità clinica del neonato, l’eventuale persistenza di un Ittero grave (l’eccessiva colorazione giallastra della pelle del neonato) e l’adeguatezza dell’avvio dell’allattamento al seno. Questo è quanto tutti gli operatori del settore si stanno sforzando di fare. Quanto tutto ciò riduca la spesa ospedaliera è lungi dall’essere dimostrato, mentre è un dato di fatto che un certo numero di neonati è costretto a tornare in ospedale per la comparsa di una patologia non sempre prevedibile prima della dimissione.