Autore: Prof. Emanuele Montanari

I soggetti più colpiti

Sono potenzialmente esposti alla formazione di calcoli gli uomini, i soggetti con una dieta ipercalorica e ricca di proteine animali, le persone che bevono quantità di acqua insufficienti a diluire le urine, favorendo così la precipitazione delle sostanze in essa contenute e quindi la possibile formazione dei calcoli e chi, per motivi di sudorazione o diarrea, risulta particolarmente disidratato. Le donne, almeno fino alla menopausa, risultano in parte più protette. Esistono infine forme di Calcolosi renale che vengono ereditate geneticamente, che si manifestano fin dall’infanzia e persistono anche in età adulta.

Chirurgia mininvasiva...

Una volta illustrate al Paziente tutte le possibili opzioni in linea con il suo caso, la decisione di operare spetta unicamente all’Urologo: i calcoli devono essere rimossi quando per dimensioni o posizione rappresentino un potenziale rischio per la salute Paziente o per la sua funzione renale. Un tempo venivano estratti chirurgicamente, attualmente invece si procede con un approccio mini-invasivo, puntando alla frammentazione del calcolo tramite:

  • Litotrissia extracorporea: introdotta negli anni 80, consiste nel “bombardamento” esterno del calcolo attraverso uno strumento che genera onde meccaniche (litotritore); questa tecnica è indicata per calcoli di dimensioni non superiori ad 1.5 cm, non esageratamente “duri” e in soggetti non obesi; quando possibile, si esegue in ambulatorio e senza anestesia;
  • Litotrissia intracorporea: in questo caso si agisce, sotto controllo endoscopico, a diretto contatto con il calcolo, utilizzando un Laser oppure una fonte di energia meccanica (ultrasuoni e balistica); i calcoli uretrali o renali fino a 2 cm possono essere frammentati risalendo lungo l’uretere con sottili strumenti endoscopici rigidi o flessibili. I calcoli renali di maggior diametro devono essere trattati attraverso un piccolo foro che viene fatto sotto controllo ecografico/radiologico nel rene. Entrambi gli interventi sono condotti in anestesia generale e richiedono il ricovero. 

...o Terapia medica?

I calcoli renali sono costituiti nel 70% dei casi da sali di calcio e nel 10% da acido urico: solo in questo caso, quando puri e non misti, si può intervenire con una terapia che li sciolga modificando l’acidità delle urine attraverso l’assunzione di sostanze alcalinizzanti (bicarbonato, citrato). In generale, in caso di colica renale, bisogna intervenire sul dolore e prevenire l’infezione. In questo senso è fondamentale procedere ad uno studio accurato del metabolismo del singolo Paziente, tenendo presente:

  • dieta: non ha alcun senso proporre a tutti i Pazienti diete che eliminino gli alimenti con un elevato contenuto di ossalati (pomodori, mandorle, ecc.) o quelli ricchi di calcio; è necessario invece ridurre l’apporto calorico generale e l’assunzione di proteine;
  • corretta idratazione: è la principale misura preventiva, poiché l’assunzione di acqua permette di diluire le sostanze che possono precipitare nell’urina favorendo la formazione dei calcoli;
  • assunzione di integratori: qualora l’esame metabolico evidenzi nell’urina una carenza di inibitori della cristallizzazione, ad esempio i citrati, si potrà valutare di inserirli nella dieta.

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