Autore: Dott. Antonio Napolitano

Quale tipo di Vertigine?

La Vertigine” vera” da causa periferica, labirintica, che è quella che interessa principalmente l’Otorinolaringoiatra, è più spesso oggettiva, rotatoria, più raramente soggettiva e va distinta dalle sensazioni di instabilità, ondeggiamento, mancamento, annebbiamento visivo e stordimento, che invece sono più frequentemente dovute a patologie generali o neurologiche.
Le Vertigini periferiche, labirintiche, sono molto intense; si possono associare a sintomi dell’orecchio, come il calo dell’udito e gli acufeni; si accompagnano più spesso ad intensi sintomi neurovegetativi (nausea, vomito, sudorazione e tachicardia).
Le Vertigini da cause centrali, neurologiche, invece, sono spesso meno intense, sub-continue, frequentemente ingravescenti e solitamente senza sintomi neurovegetativi intensi e non si associano a sintomi dell’orecchio. Queste sono dovute a malattie spesso importati come Ischemie acute dell’encefalo (TIA), del tronco dell’encefalo, Sclerosi multipla, Neuropatie endocraniche, Neoplasie, ecc.
Esiste, poi, una particolare forma di Vertigine centrale, la Vertigine emicranica, in cui la sintomatologia vertiginosa, associata a sintomi neurovegetativi, precede o accompagna un attacco di Emicrania.

Arrivare alla diagnosi

L’Otorinolaringoiatra è il primo Specialista da consultare, seguito dal Neurologo. La diagnosi si effettua per l’80% al “letto del Paziente” attraverso attenta anamnesi, esame clinico generale, esame clinico vestibolare e studio del nistagmo (il movimento involontario degli occhi che si verifica durante le crisi vertiginose); solo nel 20% dei casi sono necessari esami strumentali: l’esame vestibolare calorico (stimolazione dell’orecchio con acqua calda e fredda), l’esame audiometrico ed eventualmente dei potenziali evocati acustici e vestibolari. In casi dubbi e selezionati e, soprattutto nel sospetto di una patologia centrale neurologica, si potrà eseguire una TAC e la RMN.

Le Vertigini periferiche

La Vertigine Parossistica Posizionale Benigna è la più frequente in assoluto (60-70% del totale); è scatenata da posizionamenti del capo, si verifica spesso a letto, di notte; ha una durata breve (pochi secondi) ed è molto intensa; la sensazione è rotatoria, oggettiva ed ha un andamento definito benigno in quanto tende a guarire generalmente da sola o con manovre riabilitative. Per cause per lo più non identificabili, avviene un distacco prematuro degli otoliti, cristalli di carbonato di calcio posti nel sacculo e nell’utricolo (organuli del labirinto che partecipano al mantenimento dell’equilibrio). Questi otoliti “scivolando” in uno dei tre canali del labirinto determinano la Vertigine. La Malattia di Menierè, dovuta ad un verosimile aumento della pressione dei liquidi labirintici, è invece associata ad un calo progressivo dell’udito e ad acufeni, con gli anni tende ad autolimitarsi.
Frequente è anche la Vertigine da Neuronite vestibolare, spesso virale e meno frequentemente vascolare; è dovuta ad un interessamento selettivo del labirinto posteriore, quello dei canali dell’equilibrio. Molto più raramente la Vertigine è dovuta a patologie tumorali dell’orecchio ed in particolare del nervo acustico; anche qui però si associa quasi sempre ad un calo progressivo dell’udito e ad acufeni monolaterali, che fanno porre il sospetto.
Nel caso della persona anziana la Vertigine può spesso diventare un sintomo molto invalidante, poiché spesso è accompagna ad altre patologie e può portare frequentemente alla caduta a terra. In questo caso si parla di Disequilibrio senile o di Presbiatassia, patologia multifattoriale, dovuta a più cause patologiche, vascolari e degenerative legate alla età.

Le terapie

Poiché il disturbo da curare è attribuibile a cause molto diverse, inizialmente la terapia dovrà essere sintomatica, per alleviare l’intensa sensazione vertiginosa ed i sintomi neuro-vegetativi associati, come nausea e vomito. Successivamente si indirizzerà la terapia alla patologia che ha determinato la Vertigine.
La terapia sintomatica si baserà su farmaci anti-emetici, per contrastare la nausea e il vomito; farmaci tranquillanti minori, come le benzodiazepine; e farmaci “tranquillanti maggiori” che bloccano gli stimoli dai sistemi periferici dell’equilibrio. Questi farmaci devono però essere usati per un periodo limitato e solo fino a quando la sintomatologia sarà intensa.
I farmaci diuretici osmotici vengono usati nelle forme di Vertigine dovute ad un aumento della pressione dei liquidi labirinti, come nella Malattia di Menierè. Nelle forme di Vertigine da sospette cause circolatorie, in Pazienti con chiari fattori di rischio cardio-vascolari, vengono usati farmaci vasoattivi, anti-coagulanti o anti-aggreganti piastrinici. Vengono, infine, usati farmaci antivirali ed antibiotici solo nel chiaro sospetto di una patologia infettiva. Per quanto riguarda la Vertigine Parossistica Posizionale Benigna, la terapia è essenzialmente fisica: dopo una iniziale e necessaria terapia sintomatica, graduata secondo l’intensità della Vertigine, si effettua una terapia fisica, riabilitativa vestibolare, con alcune manovre “liberatorie”; superata la fase acuta e indirizzata più correttamente la diagnosi, si procede ad una terapia mirata alle cause.


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