Autore: Dott. Luca Giannella

 

Vaginosi Batterica

Questa comune e complessa sindrome clinica riflette la presenza di una flora vaginale anormale cioè, per ragioni sconosciute, è caratterizzata dall’eccessiva prevalenza di microorganismi anaerobi quali la Gardnerella vaginalis, l’Ureaplasma urealyticum, le specie Mobilincus, il Mycoplasma hominis e le specie Prevotella. La Vaginosi Batterica è associata alla riduzione o assenza della produzione di perossido di idrogeno da parte dei lattobacilli.
Il “Center for Disease Control and Prevention” non considera la Vaginosi Batterica una malattia a trasmissione sessuale; è stata infatti spesso riscontrata in donne che non avevano mai avuto rapporti sessuali. L’attività sessuale rappresenta comunque un fattore di rischio, poiché le donne affette da Vaginosi Batterica sono frequentemente positive ad altre malattie a trasmissione sessuale. Il successo della prevenzione per la Vaginosi Batterica è scarso; può essere comunque utile diminuire o abolire l’utilizzo quotidiano delle lavande vaginali.
Dal punto di vista clinico, le Pazienti lamentano la comparsa di perdite vaginali maleodoranti (leucorrea), anche se non sempre presenti. L’esplorazione vaginale, quando si esclude la presenza della suddetta leucorrea, non presenta alterazioni evidenziabili.
La diagnosi può avvalersi dell’esame microscopico delle secrezioni vaginali, della determinazione del pH vaginale, della presenza delle “Clue cells”, e del test con idrossido di potassio. Attualmente l’esecuzione di un tampone vaginale per esame colturale rappresenta il test più affidabile.
Il trattamento della Vaginosi Batterica prevede l’utilizzo di Metronidazolo topico (al 0,75%) o per via orale. In alternativa può essere utilizzata la clindamicina per uso locale (al 2%).

La Candidiasi

Questa infezione è nella maggior parte dei casi provocata da un fungo sottoforma di lievito, denominato Candida Albicans, che può essere riscontrato a livello vaginale nelle donne asintomatiche essendo un comune commensale (un organismo che trae beneficio da un altro organismo) a livello orale, rettale e vaginale. È più frequente nelle zone geografiche con climi molto caldi, nelle Pazienti obese, oltre che in quelle immunocompromesse, affette da Diabete, gravide, o che hanno di recente utilizzato antibiotici ad ampio spettro. Questa infezione può essere trasmessa per via sessuale e molti Studi hanno riportato un’associazione tra la Candidiasi e il sesso oro-genitale.
I principali sintomi includono prurito, dolore e talvolta eritema vulvare con edema ed escoriazioni; è caratteristica la tipica leucorrea “Cheese-like” (a formaggio). Il pH vaginale risulta normale e l’esame microscopico con idrossido di potassio al 10% identifica l’infezione da lieviti. Anche in questo caso l’esame colturale su tampone vaginale è diagnostico ed è consigliato soprattutto in presenza di una malattia recidivante.
Per quanto riguarda la cura di un’infezione non complicata, i composti azolici per uso topico sono estremamente efficaci. In caso di malattia complicata (4 o più episodi di infezione fungina in un anno) alla terapia locale va aggiunto del Fluconazolo per via orale, soprattutto per le specie Non-Albicans.

La Trichomoniasi

Questa infezione è la più diffusa malattia a trasmissione sessuale non virale negli Stati Uniti, con una incidenza che aumenta con l’età. Il Trichomonas vaginalis è un parassita comunemente considerato un marker di comportamenti sessuali ad elevato rischio, infatti la coesistenza di altre malattie a trasmissione sessuale è comune, come la Neisseria gonorrhoeae. Questo parassita ha una predilezione per l’epitelio squamoso e le lesioni presenti possono diventare terreno fertile per altre specie a trasmissione sessuale. L’incubazione del Trichomonas vaginalis può richiedere da 3 giorni a 4 settimane e possono essere sede di infezione la vagina, l’uretra, l’endocervice e la vescica. Queste infezioni passano misconosciute ed asintomatiche nel 50% dei casi. Quando sintomatiche, le donne lamentano leucorrea di colore verdastro o giallastro insieme a difficoltà nell’urinare, dolore durante l’atto sessuale, prurito vulvare e vulvodinia. La vulva può apparire eritematosa, edematosa ed escoriata. A livello vaginale e cervicale si possono inoltre notare delle emorragie subepiteliali (quadro clinico chiamato “a fragola”).
La metodica diagnostica più efficace è l’esame colturale; alle donne con Trichomoniasi si raccomanda inoltre di sottoporsi a screening per altre malattie a trasmissione sessuale. Per quanto riguarda la cura di questa infezione, è consigliato il trattamento con dose singola di Metronidazolo 1 g. o Tinidazolo 2 g. per via orale come terapia primaria. Un regime alternativo è rappresentato dal Metronidazolo per via orale, 1 g al giorno per 7 giorni.


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