Parto, le tecniche per affrontarlo al meglio

Autore: Intervista al Prof. Claudio Santangelo di Valentina Busiello

Professore ci può parlare del Parto in acqua?
Si tratta di una procedura che permette alla gestante di affrontare il travaglio in un'apposita vasca e, rispetto alle modalità tradizionali, il parto in acqua calda sembra avere effetti positivi sia sulla futura mamma che sul nascituro. Da un punto di vista pratico, la futura mamma si trova parzialmente immersa in una vasca piena d'acqua, riscaldata, dove è libera di assumere le posizioni che preferisce per affrontare le contrazioni uterine. Nella fase conclusiva del parto il neonato passa direttamente dal liquido amniotico all'acqua, quindi viene portato in superficie e dato in braccio alla madre dal Medico o dall'Ostetrica che assiste alla procedura. Anche il massaggio con la doccetta che l’Ostetrica fa muovendo il getto sull’addome durante e dopo la contrazione ha un importante ruolo di controllo del dolore. Si può scegliere anche di fare il solo travaglio in acqua e poi il parto in modo tradizionale. Il parto in acqua favorisce nella gestante il raggiungimento di una sensazione di benessere: durante il travaglio, il calore e l'immersione nella vasca può accelerare la dilatazione della cervice uterina oltre a ridurre la tensione muscolare e generale. Non va dimenticato, inoltre, che l'acqua calda contribuisce ad attenuare il dolore delle contrazioni, stimolando la produzione di endorfine (sostanze neuro-ormonali che favoriscono lo stato di rilassamento) e, in alcuni studi, il suo effetto è paragonato alla analgesia peridurale.

Quali sono i livelli di sicurezza durante il parto?
Parlando del tema della sicurezza del parto, la UOSC di Ostetricia e Ginecologia ha una “mission” ben precisa nell’ambito della organizzazione sanitaria regionale in tema di gravidanze ad alta complessità. La nostra Unità Operativa ha come obiettivo l’assistenza e la cura di gravidanze complesse, gravidanze complicate, l’assistenza ai parti prematuri e la gestione delle gravi emergenze emorragiche o di casi che richiedano un’assistenza intensiva ed è Hub di riferimento per il Servizio Trasporto Assistito Materno o trasporto in utero. La UOSC di Ostetricia e Ginecologia è infatti ubicata nel Padiglione del Dipartimento di Emergenza e Accettazione in cui sono presenti tutte le Aree critiche della Emergenza sia neonatologica, con la presenza oltre che del Nido anche di una delle Terapie Intensive Neonatali più attrezzate della Campania, sia per le emergenze delle gestanti e di tutte le Pazienti ginecologiche con la presenza di servizi come la Radiologia Generale, con TAC ad alta definizione e Risonanza Magnetica Nucleare, la Radiologia  Vascolare interventistica, la Rianimazione, il Centro ustioni, la Neurochirurgia, la Gastroenterologia, la Neurologia, la Chirurgia di urgenza e la Medicina di urgenza. Alla Paziente viene data una garanzia, nel caso ci siano parti di alto rischio o fortemente emorragici, di massima sicurezza e rapidità per ogni emergenza o complicanza da affrontare. Inoltre al Cardarelli abbiamo tutta la linea della Ematologia, del Centro Trasfusionale, della Oncologia e Oncoematologia e Centro trapianti a garanzia, in  caso di gravidanze di elevata complessità.

Professore, parlando del tema vaccini in questo periodo, nelle donne gravide e in quelle che non hanno ancora avuto figli, fare un vaccino contro il Covid19 secondo lei cosa può comportare?
Nelle donne che non sono in gravidanza è possibile fare tranquillamente la vaccinazione senza alcun problema. Va effettuato prima della vaccinazione sicuramente un tampone per il Covid, assicurandosi della eventuale negatività. Per quanto riguarda le vaccinazioni in gravidanza i dati in letteratura, pur essendo ancora pochi, mostrano che la vaccinazione non provoca effetti particolari. Al momento si consiglia di vaccinare in gravidanza le gestanti che presentano particolare fragilità e che vanno tutelate.

Professore come bisogna comportarsi in questi casi?
È chiaro, se ci troviamo di fronte ad un soggetto a rischio, per esempio, una Paziente diabetica, obesa, o un soggetto che ha una Broncopatia cronica, patologie che aggraverebbero una infezione da Covid, allora, se è in gravidanza, si deve vaccinare. Personalmente sono per il vaccino sempre, anche alla luce di alcune reazioni avverse particolari che sono state segnalate e per le quali ci sono ancora accertamenti in corso e per cui bisogna andare a verificare se esistevano particolari fattori di rischio, perché  comunque si sono presentate con un frequenza davvero trascurabile pari a quella di tutti gli altri vaccini.

Professor Santangelo, ma è vero che i soggetti che hanno contratto l’infezione Covid19, non possono sottoporsi alla vaccinazione?
No, le Pazienti che in passato hanno avuto una infezione da Covid19 e che hanno un titolo basso di anticorpi si vaccinano, parliamo degli asintomatici, negli altri casi se sono presenti già quote di anticorpi discrete dopo tre e non oltre i sei mesi va fatta una sola dose. 

 


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