Covid-19, aggiornamenti e consigli pratici

Autore: Intervista al Prof. Vincenzo Romano Spica del Dott. Enrico Montanari

Cosa fare ora nell’attesa che i risultati del progresso scientifico si trasferiscano al letto del malato e nella constatazione che neppure la terza dose di vaccino può proteggerci completamente dal contagio virale?
Fare quello che l’umanità ha fatto da sempre per difendersi dalle epidemie, ossia buon senso ma aggiungendo quanto la conoscenza e la tecnologia ci hanno reso disponibile:

  • Le mascherine FFP2 funzionano, ma devono essere indossate correttamente. Devono aderire in modo da filtrare l’aria, scegliendo quella più adatta all’anatomia del proprio volto e in base alle personali esigenze. Le FFP2 proteggono meglio sia chi le indossa dalle droplets di altri sia gli altri dalle droplets di chi le indossa. In un ambiente chiuso è raccomandabile utilizzare questa tipologia di dispositivo.
  • All’aperto (attenzione comunque ai luoghi troppo affollati): ognuno respirando, starnutendo, parlando e tossendo elimina droplets, generando una specie di nuvoletta intorno a se e lungo la scia in cui si muove. Se il soggetto è positivo, queste microscopiche e invisibili goccioline possono veicolare Sars-CoV-2. Allo stesso modo possono trasmettersi altri virus di infezioni respiratorie influenzali e parainfluenzali. L’aria aperta ci protegge, allontanando e diluendo i virus con il vento e moti convettivi dell’aria, e inattivandolo con le diverse condizioni climatiche o l’esposizione al sole. Se l’assembramento è eccessivo, come in alcune strade dei centri delle città nei giorni di festa o shopping, essere all’aperto non ci protegge più e occorre trovare soluzioni per mantenere un adeguato distanziamento, per esempio percorrendo vie meno affollate e indossando una mascherina FFP2.
  • Al chiuso, in una stanza, un supermercato, a casa o al lavoro, la nuvoletta di droplets che ognuno di noi genera si mantiene sospesa nell’aria più a lungo ed è anche più difficile mantenere il distanziamento. Se possibile, favorire dunque il ricambio dell’aria, tenendo aperta o socchiusa una finestra. Questo contribuirà a diluire l’eventuale virus e disperdere le droplets. È inutile e controproducente usare ventilatori e pompe di calore o aria condizionata in quanto il flusso generato non immettendo aria nuova potrebbe, anzi, porre qualcuno sulla scia delle droplets, come si è visto avveniva in altri ambienti chiusi, per esempio le carlinghe degli aerei o i vagoni dei treni. Esistono poi anche strumenti per il trattamento dell’aria, per esempio con raggi UV o con sistemi di disinfezione e depurazione, ma la loro validità e appropriatezza andrebbe valutata di caso in caso, da un tecnico del settore. In un luogo chiuso, è bene verificare che vi sia un ricambio d’aria, favorendolo nei limiti del possibile, indossare la mascherina FFP2, rimanere comunque distanziati e prudenti, anche se con amici e colleghi di vecchia data, anche se vaccinati!
  • Attenti ai viaggi ed ai viaggiatori. Viaggiare in aereo, treno, nave o semplicemente prendere l’autobus, la metro o un tram pone a rischio di incontrare possibili positivi e contagiarsi. Attenzione anche con i propri nipotini o figli, specie se appena tornati da un’altra città o paese, dove si erano recati magari per ragioni di studio o di lavoro; vorremmo avvicinarci e abbracciarli subito come sempre fatto ma, di questi tempi, dobbiamo rimanere ancora molto prudenti, nell’interesse nostro e loro. Basterà aspettare qualche giorno dal loro arrivo, escludere di essere stati contatti di positivi o di avere sintomi sospetti, come mal di gola, raffreddore, febbre, e, se possibile, fare almeno un tampone per confermare la negatività e riabbracciarci in maggiore sicurezza, facendo però sempre attenzione a ridurre l’esposizione a droplets, mantenendo un discreto distanziamento, indossando le mascherine, specie se in presenza di soggetti fragili.
  • Il tampone fai da te, è utile, ma può non essere affidabile. Può infatti generare pericolosissimi falsi negativi, ossia soggetti contagiosi sfuggiti al test. L’ideale è poter accedere ad un tampone molecolare, anche se ormai le diverse tecnologie di ultima generazione per i tamponi antigenici sono validissime.

In caso di contatto con un positivo è inutile fare il tampone subito in giornata o l’indomani perché il virus impiega anche più di 2-5 giorni per colonizzare il naso e la gola e divenire visibile al test col tampone nasofaringeo.
Infine è importantissimo tenere alte le proprie difese immunitarie e le nostre capacità di resistere ai virus. Questo richiede riposo e sonno equilibrato, attività fisica moderata ed adattata alla propria persona secondo l’età e l’allenamento, alimentazione bilanciata. Il sistema immunitario può anche essere aiutato con probiotici e vitamine, in particolare vitamina C e D, che sono particolarmente indicate nelle virosi respiratorie, da assumere secondo le indicazioni del proprio Medico, e soprattutto attraverso la vaccinazione che, con tutti i limiti perfettibili, resta uno strumento cardine per insegnare al nostro organismo a riconoscere il virus del Covid-19.


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