Vaccini, gli ultimi aggiornamenti

Autore: Intervista al Prof. Silvio Garattini Scienziato e Farmacologo del Dott. Enrico Montanari

 

Come mai vaccini prodotti con le tecniche del DNA ricombinante, già ben sperimentate da decenni, come per esempio per il vaccino obbligatorio contro l'Epatite B, hanno richiesto tempi di autorizzazione molto più lunghi (es. Novavax) rispetto a quelli ad mRNA o vettore adenovirale (es. Pfeizer, Moderna, J&J, Astra Zeneca) che sono stati subito approvati e già stanno ottenendo l'autorizzazione anche per la terza dose o sui bambini ?

Evidentemente vi sono problemi riguardanti la documentazione che la ditta produttrice del Novavax ha presentato all’EMA (autorità regolatoria europea). Va detto che i vaccini oggi disponibili hanno iniziato molto prima di quelli che oggi sono in esame.

Vediamo oggi applicate delle norme anche molto restrittive che scontentano buona parte dei cittadini, partendo dal presupposto che ci rendiamo conto che non sia facile imporre dei comportamenti virtuosi quando si ha a che fare con milioni di persone non tutte in grado di comprenderle con buonsenso, ci vuole spiegare quali sono i principi cardine che stanno alla base di queste regole? (Distanziamento, corretto uso della mascherina, igiene e sanificazione)

Occorre un’adeguata informazione. Si è data l’impressione che i vaccini avessero risolto ogni problema. Le cosiddette “aperture” sono state decise troppo in fretta. Non dimentichiamo che abbiamo ancora più di una decina di milioni di persone che non sono state vaccinate con due dosi per non parlare di coloro che attendono la terza dose. Per questa ragione è importante, anche per i vaccinati con la terza dose, mantenere le regole del distanziamento, l’uso della mascherina anche all’aperto, evitando gli assembramenti e mantenendo le regole di igiene e sanificazione. È anche utile sottolineare che non abbiamo più a che fare con il virus dell’anno scorso visto che siamo passati attraverso varianti.

Stando alle informazioni attuali, è corretto paragonare i dati di paesi diversi per età media, condizioni socio-sanitarie, efficienza del sistema sanitario, abitudini e cultura personali?

Non è corretto fare paragoni perché bisognerebbe sapere che varianti di virus circolano nei vari paesi. Purtroppo si fanno poche analisi genomiche del virus e quindi non sappiamo qual è la percentuale delle diverse varianti nelle varie regioni italiane, come pure di altri Paesi.

L’obbligo vaccinale secondo lei può essere un’opzione corretta e pensa che in un futuro sarà  possibile introdurlo?

L’obbligo vaccinale richiede l’approvazione di una legge che troverebbe molte discussioni e tempi lunghi. Sarebbe molto più facile rivedere il green pass cancellando il tampone. Infatti ciò che ha un effetto protettivo è il vaccino o la guarigione dalla malattia, mentre il tampone rappresenta una pura fotografia e quindi non ha valore preventivo.

Quali errori abbiamo fatto a inizio pandemia e in che modo possiamo preparaci meglio ad una eventuale prossima emergenza virale?

Siamo stati in colpevole ritardo per quanto riguarda la disponibilità dei vaccini perché non sono stati prenotati in tempo e quindi abbiamo avuto più morti. In secondo luogo non abbiamo iniziato a produrre un vaccino in modo autonomo, in terzo luogo non eravamo preparati con un piano di emergenza, basti pensare al taglio del personale e dei letti di terapia intensiva realizzati negli anni precedenti .

Quale soluzione (o mix di soluzioni) ritiene ci faranno davvero uscire da questa crisi sanitaria e quando?

Dobbiamo pensare ad un piano di emergenza adeguato nel caso in cui si manifestino altre emergenze. Ad esempio non ci occupiamo per nulla della resistenza agli antibiotici che determina circa 10.000 morti all’anno nel nostro paese per infezioni non controllate. Come si realizza nel campo della difesa mantenendo l’esercito e armamenti, dobbiamo anche per la salute avere una riserva da utilizzare in caso di necessità. Infine dobbiamo vaccinare tutto il mondo, se non vogliamo la circolazione di nuove varianti che potrebbero essere insensibili ai vaccini esistenti.

 

 


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