Sono le dieci di sera di un giorno qualsiasi, due giovani adulti si aggirano per casa cercando di convincere il loro piccolo figlio che la giornata si può considerare conclusa. L’avvicinamento al letto è però molto difficoltoso, la creatura non ne vuol sapere, nonostante i movimenti non siano più fluidi, la vocina un po’ strascicata, lui resiste e non accetta di chiudere gli occhi, lasciarsi rimboccare le coperte e raggiungere il mondo dei sogni, che per lui equivale ad abbandonare le cose piacevoli ed eccitanti di tutti i giorni e le persone che gli vogliono bene!
Le buone abitudini
Quei due giovani adulti sono stanchi, dopo una giornata di lavoro magari con tanto tempo trascorso in auto nel traffico o su un mezzo pubblico affollato e non sono del tutto disposti ad applicare i dettami delle teorie educative, pur se lette e rilette. È necessario trovare un compromesso tra la nostra spossatezza e l’amore reciproco che ha atteso tutto il giorno per vedersi realizzato. Si tratta di un passaggio che richiede tempo e, soprattutto, necessita di un approccio educativo condiviso.
Non ci può essere un comportamento diverso tra i genitori perché i nostri bambini sono dei piccoli “approfittatori” e preferiranno sempre chi ha un approccio più accomodante. Bisogna mostrare coerenza e seguire una linea comune nel dettare le regole. Questa è la parola chiave: regole. I bambini, anche se non sembra, hanno bisogno di certezze, di poter contare su abitudini consolidate e ripetitive. Una di queste è proprio la ritualità nell’avvicinarsi al letto con gesti abitudinari che ogni sera si ripetono: spegnere la musica o i tablet, mettersi il pigiamino, andare in bagno. Come dicevamo, le abitudini per essere definite tali, necessitano di tempo, di rinunce, di qualche “no” al momento giusto, ma i risultati poi arrivano.
I disturbi del sonno
Alcuni studi ci dicono che il 25% dei bambini in età prescolare presenta disturbi del sonno; tali percentuali vanno poi calando, per assestarsi intorno al 10-12% negli adolescenti, confermando che si tratta di un problema vero e proprio che non va sottovalutato. Certo, rispetto a 50 anni fa sono cambiate tante cose: i ritmi di vita di bambini e adulti sono diventati più frenetici, i dispositivi elettronici (tablet, smartphone, pc) sono presenti in qualsiasi casa e l’alimentazione, anche nei bambini di 4-5 anni è troppo ricca di sostanze eccitanti (bibite gasate, tè, cioccolata), oltre a ciò non possiamo ignorare l’ansia dei genitori che spesso devono attendere la sera per poter stare con i propri bambini. Queste sono solo alcune delle molteplici cause che portano il nostro bambino ad avere difficoltà nel sonno notturno.
Evitare i farmaci
Da quello che abbiamo detto pare chiaro che il trattamento più efficace non sarà, almeno in prima battuta, quello farmacologico (melatonina, attualmente molto utilizzata, o gli antistaminici), ma l’utilizzo delle tecniche comportamentali. Il concetto che dobbiamo approfondire è quello di una corretta igiene del sonno e, all’interno di questo pensiero, ci mettiamo tutto ciò che serve a prevenire i disturbi del sonno stesso. A questo proposito, qualche anno fa, nel corso di un congresso nazionale della Società Italiana di Pediatria (SIP) è stato presentato un progetto dal titolo “Dormire bene per crescere bene” nel quale sono state individuate dalla Società Italiana Cure Primarie Pediatriche (SICuPP) alcune regole da fornire ai genitori per migliorare l’approccio del nostro bambino al sonno notturno. Vediamole nel dettaglio.
L’importanza della routine
Innanzitutto risulta di fondamentale importanza rispettare l’orario della nanna tutte le sere. Abituare il piccolo, sin dalla tenera età ad addormentarsi più o meno alla stessa ora, adattando i ritmi della famiglia a quelli del bambino e non viceversa (se si tiene sveglio il bambino perché il papà arriva tardi e vuole giocare, si sposta in avanti tutto il suo sonno). Le buone abitudini vanno mantenute e consolidate nell’arco della crescita, variandole in base all’età.
Ambiente sereno
Prepariamo l’ambiente con luci soffuse senza dispositivi accesi ed eventualmente con una musica dolce di sottofondo, facendo dormire il bambino sempre nello stesso luogo, che sia la sua cameretta o, nei primi mesi, in quella dei genitori. Non farlo addormentare in ambienti diversi, come sul divano in sala mentre si guarda la televisione. Costruiamo e manteniamo gli stessi rituali di avvicinamento al sonno. No ai bambini nel lettone: dopo i primi 8-10 mesi di vita, abituarli all’autonomia vuol dire anche lasciarli dormire nel proprio ambiente. Nei casi di risveglio, riportarli sempre nel loro lettino.
Il ruolo dell’alimentazione
Altri importanti fattori che possono influenzare l’addormentamento sono sicuramente legati all’alimentazione. È bene innanzitutto dissociare la fase di alimentazione da quella dell’addormentamento: nei primi due o tre mesi di vita manca la fase di addormentamento, nel senso che non è possibile riconoscere quando il bambino sta crollando. Nei mesi successivi invece, appena si notano alcuni segnali (non succhia più con forza, chiude gli occhietti), si deve staccarlo dal seno e metterlo nel lettino. Altrettanto importante è rispettare l’orario dei pasti durante il giorno. Anche se il bambino va al nido, bisognerebbe cercare di mantenere gli stessi orari di pranzo, merenda e cena, adeguandoci ai suoi orari. Preferiamo cibi contenenti fibre e triptofano che è un precursore della melatonina, come carni bianche, pesce azzurro, verdure verdi, legumi e cereali, insieme ad una adeguata assunzione di liquidi. Dopo le ore 16 no a tè, solo deteinato in caso, a bevande contenenti caffeina e alla cioccolata. Non dare troppo cibo o acqua prima di dormire, evitando latte o altri liquidi, compresa la camomilla; durante i risvegli preferire piuttosto l’utilizzo di un oggetto consolatorio per riaddormentarsi, come il ciuccio per esempio.
Favorire il sonno
Mai usare il tablet o altri dispositivi elettronici dopo cena, la luce dei “device” riduce infatti la produzione della melatonina che favorisce l’addormentamento. Si consiglia poi di spegnere tutto almeno un’ora prima dell’addormentamento e tenere gli apparecchi elettronici, inclusa la televisione, il computer e lo smartphone fuori dalla stanza da letto. Regolare con attenzione l’esposizione alla luce, riducendola il più possibile per la notte e potenziarla appena svegli. Il nostro ritmo sonno/veglia, come quello dei nostri figli, è governato dall’alternanza della luce e del buio.