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Cattiva digestione nel bambino

Autore: Dott. Tiziano Dall’Osso

La cattiva digestione nel bambino può essere causata da diversi fattori che possono dipendere dall’età, da Allergie o da cattive abitudini alimentari 

La digestione nel bambino può essere motivo di preoccupazione per il genitore che, a seconda dell’età del proprio figlio, lo vede in vario modo sofferente. Nei primi mesi di vita, il piccolo, che non ha altro modo di comunicare, piange disperato e la mamma, soprattutto se è alla prima esperienza, non sa come farlo smettere, lo prende in braccio e lo culla, ma senza grandi miglioramenti. Spesso questo succede anche lontano dai pasti e, per questo, non viene associato alle classiche coliche gassose.

Disturbi nel neonato

I genitori di oggi non sono sprovveduti, si informano, leggono e consultano il web ma, quando il bambino piange, tutta la teoria si allontana dalla mente e quegli schemi così chiari fino a un attimo prima diventano nebulosi e incomprensibili. Il consulto con il Pediatra di famiglia può riportare il sereno, i consigli che al professionista possono apparire banali diventano invece preziosi per i genitori. Grazie alle indicazioni del Pediatra si impara ad utilizzare il massaggio naturale che si pratica tenendo il piccolo appoggiato supino sulle mani della mamma (o del papà che ha anche mani più grandi), ma anche la stimolazione con un semplice cotton fioc per far uscire l’aria che disturba il pancino. Inoltre, se la mamma allatta, dovrà prestare attenzione ai cibi che provocano ritenzione di aria come la lattuga o i legumi.

Cattiva digestione e rigurgito

Crescendo, le coliche gassose si fanno più rare ma possono comparire altri ostacoli che impediscono una buona digestione. Uno dei sintomi più frequenti di Dispepsia (cattiva digestione) è il rigurgito che, nella maggior parte dei casi, viene erroneamente definito reflusso. Il rigurgito è assolutamente fisiologico e può dipendere, ad esempio, dall’abitudine di mangiare troppo in fretta: è importante infatti fare alcune piccole soste durante il pasto e far sì che il latte venga introdotto con meno voracità per escludere l’effetto “imbuto”. Un altro fattore che può causare il rigurgito è la troppa vicinanza tra un pasto e l’altro poiché non si lascia il tempo necessario per la digestione (almeno due ore). Il Reflusso gastroesofageo invece, come accennato, è un termine che viene usato impropriamente perché si riferisce ad una patologia che causa la risalita del contenuto gastrico e, quando succede, provoca dolore e bruciore ma, per fortuna, in tenera età, è piuttosto difficile da riscontrare.

Intolleranze e Allergie

Passati i primi mesi, il nostro cucciolo comincerà a sperimentare cibi nuovi e, soprattutto, potrà, per vari motivi, assaggiare altri tipi di latte rispetto a quello materno pertanto, in questa fase, le difficoltà digestive possono avere come causa un’Intolleranza al lattosio, a maggior ragione se nostro figlio è nato prima del tempo. I bambini prematuri, infatti, hanno più facilmente una carenza dell’enzima lattasi, responsabile della digestione proprio del lattosio. La lattasi è un enzima digestivo molto importante, senza il quale lo zucchero presente nel latte vaccino si accumula nell’organismo; tale accumulo sarà responsabile di disturbi molto fastidiosi come il Mal di pancia, la Diarrea e la presenza di aria, che non sempre il piccolo riesce ad eliminare spontaneamente. Nonostante si manifestino con sintomi simili, è bene non confondere l’Intolleranza al lattosio dall’Allergia alle proteine del latte vaccino. Mentre la prima è dovuta a una carenza, spesso transitoria, dell’enzima lattasi, come appena descritto, la seconda rientra nel novero delle Allergie alimentari che coinvolgono il nostro sistema immunitario e che, oltre ai sintomi sopra citati, provoca nel bambino gravi Dermatiti. Se non diagnosticata precocemente, potrebbe addirittura provocare un arresto dell’accrescimento.


Quali accorgimenti?

Distinguere un’Intolleranza da un’Allergia è molto importante, il vostro Pediatra di famiglia saprà sicuramente come riconoscerle e consigliare al genitore come comportarsi. In caso di Intolleranza, basterà eliminare temporaneamente dalla dieta gli alimenti contenenti il lattosio, consentendone l’assunzione solo se l’alimento ne contiene piccole quantità; quando si parla di Allergia sarà invece importante escludere completamente qualsiasi traccia di proteine del latte, tenendo presente che esse sono presenti non solo nel latte e nei derivati, ma anche in altri cibi confezionati.

Il periodo della scuola

Il tempo passa e il nostro bambino si affaccia al mondo della scuola con i primi (e a volte difficili) approcci all’autonomia e all’indipendenza. Spesso l’impegno è gravoso e, dopo aver passato i primi anni come principe incontrastato della casa, il bambino si ritrova ad essere un semplice soldatino senza alcun paracadute che lo salvi dalla prepotenza e dalla prevaricazione. Ecco allora presentarsi, con una certa frequenza, i mal di pancia con i crampi in zona periombelicale che necessitano spesso il rapido arrivo del genitore a scuola. Sarà importante dunque, la valutazione del Pediatra che dovrà riconoscere quel dolore che, di solito, è funzionale e non organico e di natura somatica, definito Dolore Addominale Ricorrente, escludendo che il disturbo possa invece avere una causa organica (ad esempio Celiachia), in questi ultimi anni particolarmente diffusa. Sarà importante verificare inoltre se quel dolore è accompagnato da gonfiore addominale, se è concomitante all’introduzione di cibo, se è persistente e causa di rallentamento della crescita. Insomma un’accurata anamnesi, associata se necessario a qualche esame diagnostico, ci dirà se siamo di fronte ad una problematica legata ad una difficoltà digestiva o se il disagio fa solo parte dello scotto da pagare per diventare grandi.

L’educazione alimentare

Sebbene si parli di problematiche legate all’alimentazione, il concetto da approfondire è più ampio e va associato alla parola “educazione”, termine che deriva dal latino “e-ducere”, guidare verso l’esterno, favorire la crescita verso l’autonomia. Proprio nei primi anni di vita, quando il bambino comincia ad assaggiare di tutto, ecco che diventa importante il nostro contributo nell’educare il piccolo ad una corretta alimentazione che gli permetterà, crescendo, di fare le giuste scelte alimentari in autonomia. È infatti importante il rispetto di alcune regole che non escluderanno del tutto la possibilità di andare incontro a momenti di cattiva digestione ma permetteranno di renderli perlomeno inconsueti.

I consigli del Pediatra

È bene evitare i “fuori pasto” e tutti gli alimenti che, oltre a far lavorare senza sosta l’apparato digestivo, riducono il senso di fame al momento del pasto (tenendo conto che i bambini non hanno come noi il “gusto di mangiare”, ma lo considerano per lo più una perdita di tempo, tolto al gioco). Importante limitare i “cibi spazzatura” perché, se saltuariamente il nostro piccolo partecipa ad una festicciola o ad un compleanno, gli si può certo concedere qualche strappo alla regola, l’importante è non farne un’abitudine.

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