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Stipsi nel bambino, quali accorgimenti?

Autore: Dott. Francesco Azzaro

Una dieta ricca in liquidi e fibre, l’uso quotidiano del vasino e praticare sport con regolarità, aiutano a prevenire questo disturbo molto comune 

“Dottore mio figlio non evacua da 24 ore, cosa devo fare?”, “Dottore ho letto che se il bambino non evacua ogni giorno può avere un blocco intestinale e morire, è vero?”, “Dottore mio figlio prima evacuava due volte al giorno, ora solo una volta al giorno, è normale?”. Queste sono solo alcune delle tante domande, spesso rivolte a noi Pediatri, che meritano subito risposte ben precise, prima che il “Dottor Google”, l’amica, o la vicina di casa (che, ovviamente, sa sempre tutto sui bambini!), invece di chiarire le idee, le complichino ulteriormente con l’inevitabile conseguenza che, se all’inizio il problema può essere risolto facilmente, con il passare del tempo potrebbe cronicizzarsi e complicarsi davvero.

Il ruolo del Pediatra...

Il Pediatra, durante i controlli programmati per accertarsi di come procede la crescita del piccolo, tra le classiche domande poste ai genitori, deve sempre chiedere come il bambino evacua. Chiaramente dopo un’attenta anamnesi, nella stragrande maggioranza dei casi, i genitori possono essere tranquillizzati con la fatidica frase: “Suo figlio non ha nessun problema patologico, state tranquilli, è tutto normale”. Quando, allora, possiamo dire che il bambino soffre effettivamente di Stitichezza? E quando lo dobbiamo considerare normale oppure, al contrario, preoccuparci?

... per una diagnosi corretta

Innanzitutto la Stipsi, o Stitichezza, è un disturbo molto comune dell’intestino che si caratterizza per una difficoltà ad evacuare, con la presenza o meno di dolore addominale e/o diminuzione dell’appetito. Per poter fare una diagnosi corretta, dobbiamo tenere conto di due fattori importanti, ossia l’età e il numero di evacuazioni e/o la consistenza delle feci. Per l’età consideriamo il bambino entro e superiore ai quattro anni; in questo senso, si può definire stitico se nei primi quattro anni di vita evacua, per un periodo di quattro settimane, in media 1-2 volte la settimana, quindi, otto o meno evacuazioni totali in un mese. Per il bambino con età superiore ai quattro anni, invece, la stessa condizione si deve verificare per otto settimane, quindi, in due mesi, parliamo di otto o meno evacuazioni totali. La Stitichezza cronica è molto frequente in età pediatrica, come attestano diversi studi scientifici (incidenza media del 5%); se nel 95% dei casi è di tipo funzionale, per un 5% si tratta di Stipsi organica, che insorge quale possibile sintomo di Malattie metaboliche, endocrine, neurologiche o neuromuscolari.

Stitichezza funzionale

La Stipsi funzionale è caratterizzata da un circolo vizioso: feci di consistenza aumentata, evacuazione dolorosa, paura a evacuare, feci disidratate sempre più dure, evacuazione dolorosa. Ma cosa determina questa situazione nel bambino? Senza dubbio un’alimentazione scorretta, ma non va trascurato il disagio emotivo legato alle diverse tappe della crescita. Nel bambino, infatti, sono tre i momenti più importanti legati a questo processo: lo svezzamento, la sottrazione del pannolino e la scolarizzazione. Queste fasi rappresentano dei momenti critici per i più piccoli che, se non trattati con i dovuti modi, possono avere, tra gli esiti, proprio episodi di Stipsi.

Alimentazione...

Il fattore alimentazione è sicuramente molto importante, poiché il consumo di cibi molto raffinati e poveri di fibre sono spesso la prima causa di Stitichezza; per questo motivo sono da preferire alimenti ricchi di fibre come frutta e verdura che, trattenendo acqua, favoriscono una corretta evacuazione delle feci.


...e disagio emotivo

Un altro aspetto non meno importante da tener presente, che può rivelarsi molto utile nell’intercettare una possibile causa di Stipsi, è il disagio emotivo. Un disagio di tipo psicologico, infatti, si può manifestare nel bambino principalmente in due momenti della crescita: quando gli viene tolto il pannolino e quando fa il suo ingresso nel mondo della scuola. Il primo punto implica una partecipazione attiva dei genitori che devono assicurargli, innanzitutto, un comportamento di condivisione lungo questo delicato percorso, mai di imposizione. In secondo luogo è molto importante definire un timing (orari fissi) di evacuazione e aiutare il piccolo ad assumere una posizione corretta. Il timing è fondamentale perché determina nell’organismo uno stimolo in funzione del tempo, sfruttando una caratteristica tipica della specie umana ossia l’abitudine. In pratica, la posizione opportuna che il bambino dovrebbe tenere sul vasino è quella con i piedini ben appoggiati a terra, ginocchia allargate e busto in avanti: in questo modo si favorisce la spinta dei muscoli addominali nell’atto dell’emissione delle feci. Il secondo punto, invece, implica un disagio emotivo, diverso da soggetto a soggetto, che si può manifestare nei primi giorni di scuola per un senso di abbandono ma che si può verificare anche dopo, in relazione al rapporto con i compagni oppure ancora per la non accettazione dei bagni della scuola che inducono il piccolo a trattenere lo stimolo dell’evacuazione.

Lo sport previene e cura

Per i bambini più grandi praticare attività fisica regolarmente rappresenta uno strumento molto utile, sia nella prevenzione che nella cura della Stitichezza. Lo sport, infatti, se praticato con costanza, aiuta a stimolare in modo armonico la peristalsi intestinale, la corretta idratazione delle feci e, di conseguenza, una corretta evacuazione fisiologica. Quando la peristalsi è inefficace, il rallentamento della progressione delle feci determina un’eccessiva disidratazione con il risultato di un aumento progressivo della consistenza delle feci stesse e l’insorgenza del circolo vizioso della Stipsi; non meno importante è mantenere una corretta idratazione dell’organismo, in altre parole bere molta acqua durante la giornata. Le indicazioni per una corretta prevenzione, quindi, sono:

  • una dieta ricca di fibre e di acqua per mantenere le feci morbide;
  • toilet training, ovvero educare il bambino all’uso quotidiano, ad ore fisse, del vasino;
  • praticare sport con regolarità (per i più grandi).

Quando il problema persiste

Se queste buone abitudini non danno l’effetto desiderato, è il caso di consultare lo Specialista: il Gastroenterologo Pediatra, infatti, dopo una attenta anamnesi e una visita approfondita, potendo escludere quei rari casi di Stipsi organica, potrà prescrivere, a seconda della gravità della Stitichezza, dei clisteri evacuativi con soluzione fisiologica oppure, nei casi più resistenti, un farmaco come il polietilenglicole (PEG), da assumersi per almeno 3-6 mesi, che aiuti a mantenere le feci morbide.

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